Sostegno, nuove regole e formazione online. E si può far richiesta per lo stesso insegnante

SCUOLA. L’estate porta con sé una serie di cambiamenti rilevanti anche per gli insegnanti di sostegno.

Una delle principali novità, valida già per l’anno scolastico 2025/2026, riguarda la possibilità per le famiglie degli alunni con disabilità di richiedere il mantenimento dello stesso docente di sostegno dell’anno precedente. Si tratta di una misura pensata per dare continuità al percorso educativo, affettivo e relazionale degli studenti più fragili, spesso costretti a ricominciare da zero ogni settembre. Le richieste delle famiglie sono state inviate entro il 31 maggio e, entro il 31 luglio, il dirigente scolastico e il docente possono decidere di accoglierla. Se il docente è ancora disponibile e il posto è vacante, l’Ufficio Scolastico assegnerà l’incarico direttamente a lui, saltando le consuete procedure di nomina tramite Gps (graduatorie provinciali supplenze).

La specializzazione nel sostegno

Intanto, molti aspiranti insegnanti si stanno preparando alla specializzazione sul sostegno. A fine aprile, infatti, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato due nuovi decreti che introducono, in via straordinaria e in aggiunta all’offerta formativa delle università (Tfa), un canale formativo di specializzazione specifico da compiere unicamente online tramite la piattaforma ministeriale «Indire». I corsi avranno la durata di 80 ore e saranno rivolti al personale con almeno tre anni di servizio sul sostegno. Il Tirocinio Formativo Attivo conta invece 400 ore in presenza. Nei giorni scorsi «Indire» ha comunicato per ogni graduatoria il numero degli aspiranti che possono essere ammessi ai percorsi: per un totale di 6.458 docenti di sostegno (tra scuola dell’infanzia, primaria, medie e superiori) che ambiscono all’abilitazione. In sintesi: con meno ore e una modalità più «smart» l’obiettivo del ministero è quello di arrivare a formare più docenti formati e specializzati per non dover più affrontare, ogni anno, l’emergenza delle cattedre vuote.

Ma il timore che inizia già a serpeggiare è che una formazione a distanza e di breve durata potrebbe non riuscire nell’intento di preparare adeguatamente i docenti dei ragazzi più fragili. «È una preoccupazione concreta - commenta Barbara Mazzoleni, preside dell’Ic Camozzi -

«Temo che la formazione fornirà solo un’infarinatura di conoscenze di base che non sarà sufficiente per occuparsi adeguatamente della formazione di alunni con maggiori bisogni»

. Temo che la formazione fornirà solo un’infarinatura di conoscenze di base che non sarà sufficiente per occuparsi adeguatamente della formazione di alunni con maggiori bisogni. Quello del sostegno è un ambito delicato che necessiterebbe una formazione continua e strutturata. Affrontiamo ogni anno scolastico con personale privo di titolo e poco formato».

«Accolgo con favore le nuove modalità di formazione, anche se anche io nutro perplessità sull’offerta - puntualizza il dirigente dell’Ic Mazzi, Andrea Pioselli -. Mi auguro comunque di incontrare docenti motivati e volonterosi di accettare una sfida educativa importante». Una nuova modalità che cambia le offerte formative, quindi, e a cui anche le Università si devono adeguare.

UniBg, niente Tfa per un anno

Anche l’Ateneo bergamasco non può sottrarsi alle novità e proprio per questo ha deciso di non attivare, per un anno, i corsi di Tfa. «Questa scelta cambia numerosi aspetti dell’organizzazione, dalle metodologie, ai tempi, fino ai contesti dell’offerta formativa del tradizionale Corso di specializzazione che afferisce al ministero dell’Università, che ha contemporaneamente avviato il decimo ciclo di attività - fa sapere Unibg in una nota -. Di fronte a una situazione così articolata e ricca di cambiamenti, l’Università degli Studi di Bergamo ha ritenuto opportuno prendersi il tempo necessario per valutare attentamente la portata di queste novità. Per questo motivo ha deciso di sospendere, per un anno, il suo costante e apprezzato impegno nell’ambito della formazione, con l’obiettivo di osservare e comprendere quale nuova strategia formativa si delineerà in futuro per la preparazione degli insegnanti di sostegno. Si tratta infatti di una figura professionale decisiva e ineludibile all’interno del sistema scolastico italiano, il cui ruolo va salvaguardato e valorizzato con percorsi adeguati e aggiornati».

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