Superbonus 110%, a rischio i lavori per i condomini

Il caso Materie prime alle stelle, imprese in difficoltà. Gli amministratori: «Ce la farà solo chi è partito presto». Poche le gru in azione. L’Ance: «Troppi cambi di regole».

Più ombre che luci sul «superbonus 110%», l’agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione che, almeno sulla carta, aveva lo scopo di permettere a moltissimi cittadini di ristrutturare casa gratuitamente. La misura, introdotta nel 2020 per favorire l’economia e migliorare l’efficienza energetica di case e condomini, rischia però di rimanere al palo per la maggior parte degli edifici coinvolti, soprattutto condomìni, per i quali l’iter è evidentemente più lungo e complesso rispetto ad esempio alle abitazioni singole con un solo proprietario. Gli amministratori condominiali e le imprese di costruzioni puntano il dito contro la burocrazia e il continuo cambio di regole, che di fatto ha bloccato i cantieri. La matassa oggi è veramente difficile da sbrogliare, fra novità normative, burocrazie, difficoltà di cedere il credito e non ultimo l’aumento vertiginoso dei costi di materie prime e attrezzature edili come i ponteggi, che sono diventati introvabili. Basta guardarsi in giro per capire come in pratica siano decisamente pochi, rispetto alle previsioni, i cantieri aperti. Naso all’insù si notano poche gru e gli interventi che hanno preso il via si contano sulle dita di una mano.

Molti residenti intanto hanno già pagato i tecnici e le spese di progetto

«Situazione insostenibile»

Per gli amministratori di condominio sono mesi decisamente complicati. Dopo lunghe e numerose riunioni condominiali, tra mille dubbi e perplessità e vere e proprie «battaglie» sul filo dei millesimi tra residenti favorevoli e contrari, una volta approvati i lavori ci si ritrova punto a capo. I palazzi che avevano già in itinere un progetto di ristrutturazione riescono a concludere gli interventi, ma per tutti gli altri rimane un grosso punto di domanda.

«Viviamo nel marasma più totale e siamo tutti in attesa, con incarichi già presi e contratti bloccati – afferma Bruno Negrini, presidente di Anaci Bergamo -. Venivamo già da una situazione di crisi, causata dal blocco delle assemblee di condominio a causa dell’emergenza sanitaria, ma ora i problemi sono diventati insostenibili. Ne fa le spese proprio il professionista amministratore, tra problemi tecnici, organizzativi e lavorativi. Ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà – prosegue Negrini –, ma sembra che tutto ad un tratto siamo diventati incapaci di gestire le varie procedure per completare i lavori e ottenere il superbonus».

«Chi ha avuto buona volontà e si è dato da fare per cercare di far ottenere l’agevolazione ai suoi assistiti, si ritrova ora nell’incertezza»

«Vanno generalmente a buon fine le operazioni nate prima, da condomini senza particolari problemi e che magari avevano già nel cassetto un progetto di ristrutturazione – fa presente Negrini –. Per il resto, basta guardarsi in giro per notare che non ci sono grandi gru o interventi in corso. Come amministratori siamo inseriti in un ingranaggio obbligatorio: se non avessimo portato avanti le iniziative, avremmo rischiato di perdere i nostri clienti, ma oggi il paradosso è dato dal fatto che chi ha avuto buona volontà e si è dato da fare per cercare di far ottenere l’agevolazione ai suoi assistiti, si ritrova ora nell’incertezza, a gestire grossi problemi, burocrazie e normative che cambiano in continuazione, per non parlare delle limitazioni alla cessione del credito».

Molti hanno anticipato le spese

Oltre al danno c’è la beffa, con molte famiglie che hanno anticipato le prime spese per progetto e tecnici, conditio sine qua non per portare avanti l’iniziativa strettamente legata alla sostenibilità e al risparmio energetico. Persino il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato le criticità del provvedimento, che ha portato come conseguenza numerose frodi e maggiori costi, che in alcuni casi sono addirittura triplicati.

Ance: «Rischio boomerang»

In base agli ultimi dati diffusi, a livello nazionale sono stati sinora ammessi a detrazione circa 27,5 miliardi di euro di investimenti, mentre in Lombardia superiamo i 4,5 miliardi con 23.733 edifici asseverati. In Italia Enea indica al 30 aprile 155 mila e 543 asseverazioni per un importo medio che per i condomini è di circa 550 mila euro, mentre per gli edifici unifamiliari intorno ai 110 mila. Ance Bergamo sottolinea come nella nostra provincia si è registrato un importante incremento dei lavori, agevolati dal superbonus, ma all’orizzonte prevalgono nuvole grigie.

«Abbiamo bisogno che la normativa sia modificata per consentire una maggiore flessibilità nella cessione del credito, sia in termini di soggetti a cui cederlo che in possibilità di frazionamento. Ma soprattutto abbiamo bisogno che le norme in vigore non vengano continuamente rimesse in discussione»

«Siamo di fronte al paradosso che uno strumento nato (anche) per sostenere il nostro settore si stia adesso trasformando in un boomerang, a causa delle ripetute modifiche normative e, quindi, della costante incertezza in cui imprese e cittadini si trovano ad operare – commenta Vanessa Pesenti, presidente di Ance Bergamo –. La bozza del Decreto Aiuti, licenziata dal Consiglio dei ministri, contiene aspetti condivisibili come le compensazioni per i maggiori costi sostenuti dagli appaltatori di opere pubbliche in seguito ai rincari dei materiali, ma preoccupa fortemente la mancanza di novità sulla cessione del credito. I ritardi azzerano le prospettive future e stanno mettendo in crisi – e a rischio fallimento – le imprese che hanno avviato i cantieri fidandosi di una legge dello Stato.

Ora si trovano esposte finanziariamente proprio in un momento in cui, oltre alle difficoltà di approvvigionamento, sono schizzati alle stelle i costi delle materie prime e dei servizi per le costruzioni. Abbiamo bisogno che la normativa sia modificata per consentire una maggiore flessibilità nella cessione del credito, sia in termini di soggetti a cui cederlo che in possibilità di frazionamento – conclude Pesenti –. Ma soprattutto abbiamo bisogno che le norme in vigore non vengano continuamente rimesse in discussione e che il governo chiarisca una volta per tutte quale sarà il futuro del superbonus».

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