Tar, in un anno i ricorsi aumentati del 42,5%, ma diminuisce l’arretrato

Giustizia amministrativa Al via l’anno giudiziario per il Tribunale amministrativo di Brescia, competente anche per Bergamo. Crescono i casi da trattare: superati anche i livelli pre Covid. Il presidente Gabbricci: «Ma pendenze fortemente ridotte».

Il ritorno alla vita pre-pandemica si scorge anche dalle statistiche di un tribunale. Perché se in Italia non manca una certa litigiosità giudiziaria, è anche vero che il Covid aveva frenato pure questa tendenza. Invece ora è tornata a crescere: nel 2021, per esempio, i ricorsi depositati al Tar di Brescia sono stati 1.096 (tre al giorno in media, includendo pure i sabati, le domeniche e le feste), cioè in crescita del 42,5% rispetto agli «appena» 769 del 2020, e più anche dei 946 che si erano contati nel 2019 (quando la pandemia non c’era). È uno dei dati incastonati nella dettagliata relazione con cui Angelo Gabbricci, presidente del Tar di Brescia (competente anche su Bergamo), ha inaugurato giovedì 24 marzo il nuovo anno giudiziario amministrativo.

La produttività continua a crescere

Ma c’è di più, oltre al balzo dei ricorsi: e sono numeri positivi, perché la produttività continua a crescere; rispetto al 2020, nel 2021 i ricorsi definiti sono aumentati del 17,9% e l’arretrato è diminuito del 12,8%. «Dopo il 2020, anche nel 2021 la giustizia amministrativa è stata segnata dalla pandemia da Covid – è la premessa di Angelo Gabbricci nella relazione - ma è riuscita a fornire sempre il proprio servizio, quando necessario avvalendosi delle più recenti tecnologie: queste hanno permesso il costante deposito di atti e di documenti, la pubblicazione dei provvedimenti e lo svolgimento delle udienze, da remoto fino ad agosto e successivamente in presenza».

Quindi le cifre, con un’analisi puntuale sull’ultimo quinquennio. Nel 2021 il Tar di Brescia ha definito appunto 1.313 ricorsi, contro i 1.114 del 2020 e tornando così sui livelli del 2019 (anno pre-Covid, furono 1.335 i ricorsi definiti). E se aumentano i ricorsi depositati (appunto 1.096 negli scorsi dodici mesi, anche se comunque nel 2018 erano stati 1.140 e nel 2017 1.205), l’arretrato si snellisce. Alla fine del 2021 restavano pendenti 1.620 ricorsi: la cronologia recente ne indicava invece 1.857 nel 2020, 2.237 nel 2019, 2.627 nel 2018, 3.170 nel 2017; nel quinquennio dunque l’arretrato è calato del 48,9%, praticamente dimezzato. Certo rimane qualche caso interessante, più che altro aneddotico: un fascicolo è pendente dal 2009, un altro dal 2011 e 6 sono lì dal 2015, tutti gli altri partono invece dal 2016. «L’arretrato è considerevolmente diminuito», conferma Gabbricci.

Organici e materie

«La giustizia amministrativa ha in generale mantenuto la sua efficienza anche nel 2021 – ha ribadito il presidente del Tar -, e voglio aggiungere come anche nella sede di Brescia la produttività sia sempre stata più che soddisfacente». Centrale è il «fattore umano»: per il 2022 l’organico dei giudici è stato incrementato di un’unità, dopo che negli anni scorsi si era evidenziato un problema di carenza di «toghe». Tra i temi al centro dei ricorsi presentati, spiccano quelli in materia di ambiente (65 ricorsi nel 2021), edilizia e urbanistica (139), sicurezza pubblica (82) e agricoltura (192), ma l’ultimo periodo ha segnalato anche un piccolo boom di cause legate alla sanità: dalle 6 del 2020 si è passati alle 33 del 2021, molte delle quali legate all’obbligo vaccinale (nelle diverse pronunce, il Tar ha sostanzialmente respinto le motivazioni «no vax»).

Il presidente Angelo Gabbricci: «La giustizia amministrativa ha mantenuto la sua efficienza anche nel 2021. la produttività è soddisfacente»

L’obiettivo del Pnrr

Il Pnrr pone le proprie sfide anche in materia di giustizia amministrativa. L’obiettivo indicato è di ridurre del 70% – entro il 2026 – l’arretrato rispetto ai valori 2019. C’è però una possibile doppia interpretazione di questo obiettivo (ancora da definire), e lo riconosce lo stesso presidente del Tar bresciano. Al di fuori dei tecnicismi (il nodo da sciogliere è sulle modalità di calcolo), lo scenario può essere duplice: se prevarrà l’interpretazione più lasca di quei parametri, spiega Gabbricci, «l’obiettivo sarà sicuramente raggiunto»; se sarà adottato il parametro più stringente, invece l’obiettivo «non sembra facilmente realizzabile». Sulla dialettica processuale e sul dialogo tra tutti gli attori coinvolti, in primis l’avvocatura, Gabbrici sottolinea che «le proposte, i consigli, le richieste e le critiche hanno trovato e troveranno appropriato luogo di confronto e di soluzione nei tavoli tecnici che si riuniranno ogni volta che ne venga richiesta la convocazione».

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