Trasporti, ancora tutto da organizzare
In treno «liberi tutti» e sui bus posti limitati

In attesa di chiarimenti si va in ordine sparso. Giovedì faccia a faccia decisivo tra governo e Regione

Come nelle migliori tradizioni del Belpaese, ognun per sé e avanti in ordine sparso. Rigorosamente. Nell’attesa della Conferenza Stato-Regioni di giovedì che potrebbe portare quel minimo di chiarezza che la situazione del trasporto pubblico post Covid richiede, si procede a tentoni.

In sintesi: sui treni ci si può sedere dove si vuole, sui bus urbani ed extraurbani restano in vigore le indicazioni del Dpcm Conte, quindi si viaggia ancora a capienza ridotta, idem sul tram. «Attraverso un dialogo costante con il Governo intendiamo comunque definire la situazione e risolvere le incertezze» assicura l’assessore regionale alla Mobilità, Claudia Terzi.

Trenord senza più limiti

Nell’attesa «noi applichiamo la nuova ordinanza regionale» spiegano da Trenord. Dove più o meno (qualcuno è rimasto) sono spariti i cartelli che vietavano di sedersi su determinati posti, così da garantire il distanziamento. Quindi liberi tutti, anche se, considerando la relativa affluenza agostana, qualche latente timore di sorta e il fatto che a bordo viaggi circa il 30% dell’utenza pre-Covid, le distanze si tengono quasi in automatico e senza grandi fatiche.

«Aspettando che governo e Regione si chiariscano noi continuiamo invece a seguire le indicazioni del Dpcm Conte dello scorso 11 giugno» spiega Gianni Scarfone, direttore generale di Atb, amministratore delegato di Teb e presidente di Asstra Lombardia, l’associazione che raggruppa le aziende di trasporto.

«Quindi la capienza complessiva dei mezzi resta al 60%, tra l’altro sufficiente nell’attuale periodo: certo, se si dovesse tornare indietro ci sarebbero decisamente dei problemi, soprattutto a settembre con la ripresa dell’anno scolastico». E un’interpretazione restrittiva delle disposizioni sul distanziamento del ministro della sanità Roberto Speranza potrebbe portare a questo risultato. «Treni a lunga percorrenza e treni regionali sono due situazioni e modalità di trasporto diverso» ricorda la Terzi, difendendo la scelta della Regione di permettere la piena occupazione a bordo dei posti a sedere». Tra l’altro introdotta da diverso tempo (almeno fine giugno) da Veneto ed Emilia Romagna: «E noi abbiamo voluto coordinarci con le Regioni vicine» conclude l’assessore.

Nei bus capienza al 60%

Fatto sta che ieri sia gli autobus Atb che quelli del servizio extraurbano (Arriva in primis) viaggiavano con le limitazioni precedenti. Idem per il tram «dove la capienza resta di 120 posti» spiega Scarfone. In sostanza il 60& della capienza complessiva, regola seguita dal trasporto su gomma in attesa che il quadro di chiarisca.

E che ci sia qualche problemino, come dire, di comunicazione interna al governo si evince dalle dichiarazioni del ministro ai Trasporti, Paola De Micheli: ««Se hanno condizioni che ritengono idonee, le Regioni hanno tutto il diritto previsto dal decreto, anche sulle questioni dei trasporti, di prendere decisioni diverse da quelle del governo». E ancora: Il decreto legge sulla riapertura - ha proseguito - prevede che le Regioni abbiano la possibilità di stringere o allargare le misure di sicurezza sulla base dei criteri valutati con il monitoraggio che fanno sulla situazione epidemiologica».

Un assist fenomenale per il consigliere regionale leghista Roberto Anelli: «Invito il Pd a fare pace con se stesso: i numerosissimi problemi che attanagliano il loro governo nazionale non possono essere scaricati sulle Regioni». Touchè.

«Qui rischiamo il collasso»

Alla fine la sintesi la tira Andrea Gibelli, presidente di Ferrovie Nord e di Asstra nazionale, nonché ex assessore leghista in Regione: «C’è grande confusione normativa sia tra i diversi interventi governativi che tra le competenze tra il livello regionale e nazionale. Così si rischia il collasso del sistema» avverte.

«Il risultato è che è saltata ogni certezza sulle regole da applicare in tema di distanziamento e carico dei mezzi. Chiediamo quindi al governo di adottare immediatamente regole chiare e univoche» chiede Asstra. Anche (o soprattutto) perché «ci sono riflessi in termini di costi per il settore, tema di cui lo Stato dovrà necessariamente farsi carico per garantire l’equilibrio economico dei contratti nonché i servizi aggiuntivi che si renderanno necessari». Come dire che una volta sistemati i passeggeri a bordo c’è da fare i conti con altri numeri. Ben più insidiosi.

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