Udine, all’adunata sfilano 4mila alpini bergamaschi. «Il sogno: la 100esima in città»

ANA. Il maltempo non ha fermato le penne nere giunte in Friuli nei giorni scorsi. Sonzogni: «Sarebbe bellissimo riuscire a riorganizzarla da noi nel 2029».

La pioggia ha dato poca tregua, ma non ha fermato la grande festa degli alpini. Già da giorni le penne nere avevano travolto di entusiasmo la città di Udine, dove è stata organizzata la 94esima edizione dell’Adunata nazionale. Domenica 14 maggio è stata la giornata clou quella della sfilata. Ad aprirla, dopo gli onori ai gonfaloni e alle bandiere, è stato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, giunta a Udine insieme al Ministro della difesa Guido Crosetto. I bergamaschi hanno sfilato nel quinto settore: sono partiti, puntuali, intorno alle 14. Molti erano presenti nella zona dell’ammassamento già prima, nonostante la pioggia che si è attenuata solo alla conclusione della sfilata dei bergamaschi.

Ad aprire il gruppo delle circa 4mila penne nere orobiche c’era la banda di Sorisole, seguita dai gagliardetti dei 278 gruppi. Come ricordato dagli organizzatori, la sezione orobica è la più numerosa d’Italia. Tanti anche gli striscioni presenti, dall’immancabile «Berghem de Sass» a «La patria è la nostra famiglia», legato al tema dell’adunata di quest’anno, la famiglia, appunto.

A guidare il centinaio di sindaci c’era Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia di Bergamo. «Gli alpini sono una colonna portante di tutte le nostre comunità - ha detto -. Lo vivo quotidianamente sia da sindaco sia da presidente della Provincia. Ci sono sempre stati: è stato evidente durante la pandemia, ma in realtà è sempre così, anche nelle cose semplici. Ci auguriamo che questa forza possa rinnovarsi e continuare a essere presente». Non è stata la prima sua adunata. Anzi. Dal 2015, eccetto quelli annullati a causa del Covid, Gandolfi ha partecipato a tutti i raduni: «L’emozione è sempre grande, in particolare quando inizia la sfilata - racconta -. I cori per Bergamo sono sempre da pelle d’oca. È stato bello anche vedere molte famiglie per strada ad applaudire gli alpini».

Sono stati tantissimi, infatti, i «Grazie Bergamo» urlati dalle persone che stavano dietro le transenne. Al fianco di Gandolfi, l’assessore Marco Brembilla, in rappresentanza del Comune di Bergamo: «Siamo in una città che ha forti legami con la nostra, sia per gli aiuti garantiti dai bergamaschi durante il terremoto sia perché molte nostre vittime del Covid sono state accolte qui quando le nostre strutture erano piene. Per strada si è respirato l’affetto reciproco».

Tra i tanti sindaci non c’era purtroppo Gennaro Bellini, primo cittadino di Foresto Sparso scomparso lo scorso febbraio. «Andato avanti», si dice in gergo alpino. E i «suoi» alpini non hanno mancato di rendergli omaggio sfilando a Udine con il suo cappello. «Per la prima volta siamo orfani del nostro sindaco alpino - racconta Corrado Pievani, capogruppo di Foresto Sparso da 9 anni -. Era la solidarietà in persona, è sempre stato vicino a chi aveva bisogno, dagli anziani ai più fragili». Il suo ricordo è ancora forte. «Manca e mancherà, soprattutto a noi alpini - aggiunge Pievani -. Alle sfilate lui c’era sempre. Idealmente oggi è qui con noi». La prima cittadina di Bossico Daria Schiavi, invece, ha reso omaggio allo stesso modo al papà Luigi morto a novembre dello scorso anno. «Era molto attivo nel volontariato, avrebbe sicuramente voluto esserci, come nelle altre sfilate», ha detto. Al fianco dei sindaci anche Paolo Valoti, sino a pochi giorni fa presidente del Cai di Bergamo, che ha ricordato lo stretto legame tra alpini e Cai.

Durante la sfilata dei bergamaschi, erano presenti sul palco dinanzi alla tribuna il presidente del Senato Ignazio La Russa e, al suo fianco, il bergamasco Paolo Franco, in rappresentanza del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. «Ogni penna nera che sfila testimonia l’amor patrio, il coraggio e i sacrifici di un corpo che ha sempre servito con generosità - ha detto Franco -. Nel cuore dei bergamaschi non verranno mai dimenticate le settimane della pandemia in cui, in tempi record, gli alpini hanno reso operativo l’ospedale che ha curato tanti malati».

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Tanta emozione anche in Giorgio Sonzogni, alla sua seconda adunata da presidente della sezione Ana di Bergamo. «Si respira sempre un’aria di grande entusiasmo - ha detto -. Sono contento per la stima e l’affetto che Udine ha dimostrato ai bergamaschi in questi giorni: nel suo modo di essere un po’ burbero, l’alpino bergamasco è di una generosità estrema». Sonzogni coltiva un sogno per il futuro. «Più si allontana nel tempo il 2010, più cresce la voglia di tornare a ospitare l’adunata a Bergamo. Il sogno sarebbe portare nella nostra città la centesima edizione, nel 2029, ma per ora è solo un’idea, nata parlando con alcuni alpini: vedo che interessa soprattutto i più giovani. Sarebbe molto gratificante per la nostra sezione, da sempre una delle più numerose».

Udine, l’adunata degli alpini: ecco le foto

Francesco Ferrari

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