Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 27 Novembre 2025
Val Brembana in coda, sale la protesta. Ma per la frana a Clanezzo fondi lontani
L’EMERGENZA. Un imprenditore: si parte alle 5,30 per essere in città alle 9, pronti a contestazioni. Il sopralluogo sulla via alternativa slitta a lunedì. Lobati: qui già tante risorse, adesso è difficile.
Valle Brembana
Si terrà lunedì mattina il sopralluogo dei tecnici regionali sulla frana che dal 16 novembre costringe alla chiusura la Ubiale-Clanezzo, strada comunale, ma solitamente utilizzata da centinaia di pendolari brembani e come sfogo, quindi, alle code della statale 470. code che - già lunghissime - dopo lo stop a Clanezzo si sono ulteriormente allungate. Con inevitabili disagi e proteste.
Previsto questa settimana il sopralluogo della Regione è stato rinviato a lunedì per indisponibilità del personale. Ma la messa in sicurezza del versante e quindi la riapertura della strada non sembrano vicine.
I lavori da effettuare
«Per la sicurezza di quella strada - dice il consigliere regionale Jonathan Lobati - sono stati stanziati recentemente 160mila euro e poi ulteriori 150mila euro, proprio a inizio novembre: già che la strada è chiusa, quindi, si inizi subito a fare questi interventi. Dove, invece, è franato recentemente, sembrerebbero non sussistere i criteri per finanziamenti di somma urgenza, fondi che consentirebbero la posa di reti paramassi. Bisognerà forse seguire la procedura ordinaria, quindi chiedendo tutte le autorizzazioni del caso: e servono almeno due o tre mesi. A questo punto vale la pena che il Comune provi a ripulire il versante franato, valutando poi se ci saranno le condizioni minime di sicurezza per riaprire la strada a senso unico alternato. Nel frattempo si chieda subito le autorizzazioni, per essere pronti tra alcuni mesi in caso di finanziamento».
«I fondi regionali già stanziati - dice il sindaco di Ubiale Clanezzo, Ersilio Gotti - riguardano altri punti della strada, uno a Bondo-Cazzanino e uno verso Clanezzo. Il sopralluogo del nostro geologo ha messo in evidenza che lì c’è un nuovo pericolo. Io non ho altre risorse e finché non si mette in sicurezza io non apro la strada».
Aumentano code e proteste
«Il traffico in discesa sul viadotto di Sedrina è bloccato da poco dopo le 6 fino alle 9 - dice Massimo Rondi, dell’ “Autotrasporto Rondi Andrea” di Bracca -. La nostra azienda è in difficoltà con le consegne, i nostri dipendenti non ne possono più di stare sempre in coda, a salire e a scendere». «Vuole un altro esempio? - continua Rondi -. Una signora che aveva una visita medica a Bergamo alle 9, per arrivare in tempo è partita necessariamente alle 5.30 da Roncobello. Assurda questa situazione. Così la valle va a morire. Sentendo altri colleghi siamo pronti a una protesta plateale se la situazione non migliorerà».
Ma, oltre alla chiusura della strada alternativa, ad allungare le code da e per la Val Brembana ci sono in queste settimane altri stop: la via Calvi a Villa d’Alme, solitamente usata per chi è diretto sulla Briantea o in Valle Imagna, è chiusa per i lavori della tranvia; da lunedì (e lo sarà fino al 6 dicembre) su via Ponti a Sedrina ci sarà un senso unico alternato regolato da semaforo o movieri per lavori di posa della fibra ottica. Chiuso per lavori anche il centro di Paladina, usato spesso come scorciatoia anche verso la Valle Imagna (strada peraltro vietata ai non residenti). Cantieri, frane e divieti che costringono poi tutti, in salita o discesa, ad avventurarsi nella rotatoria di Arlecchino, super intasata, vero incubo degli automobilisti brembani.
E la nuova Paladina-Sedrina resta lontanissima.
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