Villa d’Almè, addio a Oliviero Rota: una vita dedicata gli altri

Imprenditore e volontario di numerose associazioni locali. Amava passeggiare in montagna e fino all’ultimo ha scritto poesie.

È mancato a 76 anni, dopo una lunga malattia, Oliviero Rota, imprenditore di Villa d’Almé, molto conosciuto per la sua attività di volontariato per numerose associazioni del territorio. Nato nel 1945, Rota ha dedicato gran parte della sua vita al prossimo. Dopo il diploma di ragioneria all’istituto «Vittorio Emanuele» di Bergamo, Oliviero Rota entra, insieme ai sei fratelli, a lavorare nell’impresa di famiglia fondata dal padre Umberto, dove si occupa della contabilità aziendale. L’«Euroser F.lli Rota Srl» ha prodotto serramenti in alluminio fino al 2011 e i capannoni aziendali, situati in via Calvi al civico 9, ospitano attualmente la sede della cooperativa sociale «Koiné». La onlus, della quale Oliviero Rota è stato un vero protagonista e ha rivestito la carica di presidente fino al 2018, si occupa di inserimento di persone disabili nel mondo del lavoro.

In oratorio l’imprenditore conosce la futura moglie Grazia, anche lei originaria di Villa d’Almè, con la quale convola a nozze nel 1971. Dalla coppia, che ha festeggiato proprio lo scorso novembre i 50 anni di matrimonio, sono nate le figlie Chiara e Benedetta. A fianco dell’attività d’impresa, Oliviero Rota dedica tutto il suo tempo libero alla famiglia, al volontariato e alla sua passione per le poesie.

Proprio le persone più fragili ottengono un solido aiuto da Oliviero, che non si è mai tirato indietro, fondando già negli anni Ottanta l’associazione «Filo Diretto», della quale riveste per anni sia il ruolo di presidente sia di volontario, aiutando e accompagnando le persone diversamente abili, sole o in difficoltà verso i luoghi di cura, ospedali, centri di cura e scuole.

Nella sua vita generosa si è impegnato in prima persona per seguire un ragazzo disabile e non si contano le ore dedicate alla comunità, dalla sagra organizzata ad agosto dalla parrocchia di Villa d’Almè all’impegno come nonno vigile, dalle donazioni per l’Avis all’attività dedicata all’Aido, associazioni di cui ha anche ricoperto la carica di presidente della sezione locale. Oliviero Rota era stato colpito otto anni fa dal morbo di Parkinson, una malattia che è purtroppo peggiorata negli ultimi mesi. Ma fino all’ultimo Rota ha dimostrato grande forza, dedizione ai più deboli e passione per la poesia. Negli ultimi anni Rota ha frequentato il centro diurno «Sandro Pertini» di Almenno San Bartolomeo, che ha valorizzato la sua vena artistica, dedicando numerosi messaggi social alle sue poesie. Nel 2019, nonostante il Parkinson, si è classificato secondo al concorso di poesia dialettale organizzato dal Comune di Dossena. Una dei suoi ultimi scritti l’ha dedicato ai malati di Covid «...nel sussurio di una brezza leggera... presto si vede un grande sorriso... volge la vita in altra maniera... or s’accompagna con Dio in paradiso...».

«Era una persona molto discreta e dal carattere mite – ricorda la figlia Benedetta –. Non si arrabbiava mai e non l’ho mai sentito alzare la voce. Tutti in paese lo ricordano come una persona buona e si è sempre dedicato agli altri. Amava il prossimo, a cui ha dedicato tutta la sua vita e teneva per sé solo alcune ore per passeggiare in montagna e per scrivere decine di poesie, sia in italiano che in dialetto». I funerali di Oliviero Rota, che lascia la moglie Grazia, insieme alle figlie Chiara e Benedetta con le rispettive famiglie e i cinque adorati nipoti, si svolgeranno domani alle 14 nella chiesa parrocchiale di Villa d’Almé. La salma è composta, fino alle esequie, nella chiesina dell’Addolorata.

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