Volontari per un giorno a fianco di chi opera per i poveri. La Caritas: «L’incontro è cura»

DAL 16 AL 23 NOVEMBRE. Sono 23 le strutture dove sarà possibile vivere i servizi e sperimentare questa esperienza . Don Trussardi (Caritas): «Mettersi nei panni degli altri fa bene, i poveri affrontano difficoltà che potrebbero capitare a tutti».

Prendersi cura di chi cura è l’obiettivo che quest’anno Caritas diocesana si è posta per la nona Settimana dei Poveri, una settimana per incontrare, ascoltare e camminare insieme. Domenica 16 ricorre la Giornata mondiale dei poveri voluta da Papa Francesco nove anni fa, e si aprirà la serie di iniziative che dureranno fino al 26 novembre. Per tutti ci sarà la possibilità di sperimentare la dimensione del volontariato in diversi campi (marginalità, disabilità, accoglienza): 80 finora gli iscritti all’iniziativa, ma le porte sono ancora aperte, all’insegna della relazione e dell’incontro.

Iscrizioni ancora aperte

«Dal 16 al e 23 novembre apriamo le porte dei servizi per far incontrare le persone che li abitano – spiega don Roberto Trussardi, direttore di Caritas diocesana –. Desideriamo rivolgerci al mondo dei volontari per valorizzare il loro ruolo e per avvicinare altre persone ai servizi, in attesa di celebrare insieme il prossimo 13 dicembre i 50 anni di Caritas diocesana. In collaborazione con enti che si occupano di carità nei settori dell’accoglienza, marginalità, disabilità, sanità Caritas propone di avvicinare un servizio per sperimentarsi come volontario per un giorno». Tanti gli «ambiti» in cui sperimentarsi.

«Sono ben 23 le strutture presenti in città e in provincia dove è possibile vivere questa esperienza concreta di aiuto e condivisione – aggiunge don Trussardi – in cui ogni volontario sarà affiancato da operatrici o operatori o volontari senior. È un modo per mostrare la bellezza del volontariato e farla vivere anche ad altri». Sul sito di Caritas è possibile iscriversi fino a mercoledì 12 novembre scegliendo un tipo di attività. Attualmente gli iscritti sono 80, ma ci sono ancora posti disponibili e in ogni caso tutti gli interessati a questa esperienza verranno accolti.

«Dietro ad un utente che frequenta un servizio c’è una persona, con una sua storia, unica».

Il significato

«Con questa iniziativa vorremmo passare alcuni messaggi. Innanzi tutto, diventare volontario – spiega don Trussardi – significa non solo fare qualcosa, ma soprattutto creare relazioni con i poveri, con chi ha una disabilità o è malato. Come bergamaschi siamo abituati ad agire, ma non deve essere un fare fine a se stesso, dietro ci deve essere la volontà di coltivare relazioni. Dietro ad un utente che frequenta un servizio c’è una persona, con una sua storia, unica».

Un modo, anche, per mettere in discussione alcuni stereotipi. «In secondo luogo – aggiunge don Trussardi – vorremmo scardinare i luoghi comuni sui poveri: spesso sono persone con una vita “normale” che si trovano ad affrontare difficoltà che potrebbero capitare a tutti. Infine, chiediamo ai volontari di raccontare agli amici, alla famiglia, alla comunità la loro esperienza; sono sempre racconti belli che dicono che è prezioso impegnarsi per gli altri nel volontariato».

L’elenco delle proposte

Tra le proposte ci sono i servizi «classici» di Caritas, e altri promossi da diverse realtà che si occupano di disabilità, sanità, marginalità. Ognuna offre possibilità di incontro. Nella Settimana dei Poveri sono aperte a tutti le porte del dormitorio Galgario, del centro diurno Punto Sosta al Galgario, del servizio docce Zabulon, dell’Armadio condiviso al Galgario, del dormitorietto femminile, dello Spazio Irene, di SaraCasa, della mensa per i Poveri dei frati cappuccini, della casa accoglienza «Il mantello», della Rsa Sacro Cuore, della Rsa Torre Boldone, della residenza sanitaria per disabili Casa Beato Luigi Guanella a Verdello, del centro diurno disabili Koinonia, della residenza sanitaria per disabili Michael, del centro diurno disabili minori «Il granaio», di Casa Amoris Laetitia della Fondazione Angelo Custode, del laboratorio Tantemani del Patronato San Vincenzo, di Casa Fiorina a Grumello del Monte, di Casa Sofia e della Casa Palazzolo.

Il profilo

«Crediamo – continua don Trussardi – che anche un giorno possa fare la differenza. Tanti sono i nostri volontari che ogni giorno regalano il loro tempo a chi si trova in situazioni di difficoltà. Si tratta di oltre 200 uomini e donne di tutte le età; a queste persone presenti nei nostri servizi si devono aggiungere oltre mille volontari che operano nelle comunità nei Centri di primo ascolto e coinvolgimento e nelle Caritas parrocchiali. A loro, come a tutti i volontari, vengono offerte occasioni di formazione con incontri e vengono accompagnati nella loro attività dal parroco, dai coordinatori, dagli operatori di comunità. Come direttore di Caritas partecipo a molti incontri sul territorio per ascoltare anche le fatiche, belle, di chi si mette a disposizione».

«Come Chiesa ci interroghiamo su come coinvolgere sempre di più il mondo giovanile, consapevoli che esprimono una nuova cultura del volontariato»

Un discorso a parte meritano i giovani che sono generosi e disponibili, e che vanno intercettati nelle forme a loro congeniali. «Tra i nostri volontari – spiega don Roberto – c’è una prevalenza di adulti tra i 50 e 60 anni, molti pensionati, ma ci sono anche tanti giovani tra i 25 e 35 anni. Come Chiesa ci interroghiamo su come coinvolgere sempre di più il mondo giovanile, consapevoli che esprimono una nuova cultura del volontariato. Noi siamo abituati a un impegno più metodico, sistematico, invece vediamo che i più giovani si attivano quando ci sono emergenze o per alcuni eventi particolari. Abbiamo comunque fiducia nelle loro capacità e nella possibilità di “agganciarli” soprattutto su quei temi legati alla pace, alla tutela del Creato, alle disuguaglianze sui quali sono più sensibili».

Un modello da replicare

Don Trussardi suggerisce che la Settimana dei Poveri potrebbe diventare un «modello» di proposta da replicare nel territorio, per esempio, a livello di Cet: «Si potrebbero costruire iniziative per invitare a vivere una giornata da volontario anche nelle parrocchie o comunità grandi, visto che le realtà presenti dove sperimentarsi sono numerose». L’idea è di una «Settimana dei Poveri» in piccolo, ma che può valorizzare il volontariato che si esprime nelle numerose realtà presenti nelle comunità, come spazi giochi, spazi compiti, Centro ascolto Caritas, Caritas parrocchiale, Rsa. L’idea è lanciata.

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