Yara, chiesta l’archiviazione per la pm: «Sul caso dei reperti agì correttamente»

LA PROCURA DI VENEZIA. Chiesta l’archiviazione per Letizia Ruggeri, la pm il cui lavoro di indagine ha portato alla condanna definitiva all’ergastolo per Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio.

La richiesta – di cui ha dato notizia ieri l’agenzia Adnkronos – sarà valutata il 17 luglio dal gip Alberto Scaramuzza e la difesa di Bossetti si è opposta. Al centro della disputa c’è la conservazione dei 54 campioni di Dna estratti dagli abiti di Yara spostati dal frigo dell’ospedale San Raffaele all’ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo. Un cambio di destinazione che interrompendo la catena del freddo, è la rimostranza della difesa di Bossetti, potrebbe aver compromesso il materiale biologico e la possibilità di nuove analisi.

La procuratrice aggiunta di Venezia Paola Mossa, nel chiedere l’archiviazione per la pm della Procura di Bergamo, non ha però dubbi: Letizia Ruggeri ha agito con «correttezza». Nelle richiesta di archiviazione si ricorda infatti che nel novembre del 2018 - poco dopo la sentenza della Cassazione su Bossetti - i carabinieri del Reparto operativo di Bergamo chiesero di indicare la destinazione dei reperti, che verranno spostati in tribunale solo il 2 dicembre dell’anno successivo, a testimoniare «nessuna ’ansia di distruzione» da parte del pubblico ministero «ma solo richieste e provvedimenti conformi al dettato normativo».

Inoltre, scrive la procura «non vi era alcuna ragione perché la Ruggeri dovesse temere, così da volerlo impedire, il giudizio di revisione e con esso la possibilità di pervenire a un risultato diverso. La prova scientifica su cui si fonda il giudizio di responsabilità a carico del Bossetti è risultata assolutamente solida». La difesa di Bossetti chiede invece il rinvio a giudizio della pm la quale «nessun diritto aveva a distruggere i campioni, provvedimento riservato esclusivamente al giudice».

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