
(Foto di Sergio Agazzi)
SANT’ALESSANDRO. Al via le iniziative per la festa patronale. La conversazione inaugurale ha messo in luce i nodi della geopolitica e percorsi culturali per offrire speranza. Inaugurata la mostra partecipata nell’ex Ateneo.
La parola «casa» evoca l’immagine di uno spazio chiuso, creato per garantire intimità e sicurezza ai suoi abitanti; il termine «futuro», invece, suggerisce l’idea di un’apertura all’indeterminato, a ciò che solo in piccola parte possiamo prevedere e programmare. Eppure, aveva per titolo «Dar casa al futuro» la conversazione che si è tenuta il 2 luglio nell’Atrio scamozziano della Biblioteca Civica Angelo Mai, come anteprima delle iniziative promosse dalla diocesi di Bergamo e dall’amministrazione comunale per la prossima festa del Patrono Sant’Alessandro, il 26 agosto.
In apertura dell’incontro l’assessore comunale alla Cultura Sergio Gandi ha spiegato che «dopo undici edizioni dedicate ciascuna a una virtù religiosa e civile – dalla Misericordia alla Giustizia -, quest’anno si è scelto come tema delle celebrazioni “Abitare il futuro”. Nel corso di un periodo giubilare incentrato sulla “speranza”, vorremmo acquisire degli elementi di conoscenza sul presente che ci permettano di guardare con una ragionevole fiducia all’avvenire, nonostante gli eventi terribili che si sono susseguiti in questi mesi a Gaza e in altre zone di guerra».
Nella tavola rotonda – coordinata da don Cristiano Re, delegato vescovile per la Vita sociale e la Mondialità -, è stato chiesto a Paolo Magri, direttore dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), di chiarire quali siano le poste in gioco nell’attuale scenario geopolitico: «Supponiamo di poter tornare indietro nel tempo – egli ha detto – e proviamo a immaginare come si rappresentasse il mondo un ventenne della fine del secolo scorso, rispetto a un suo coetaneo dei giorni nostri. Al termine del Novecento, con la fine della “politica dei blocchi” e la globalizzazione, tutto lasciava prevedere un’epoca di pace e di stabilità. Oggi, invece, sembrerebbero esserci buoni motivi per dichiararsi pessimisti sull’avvenire». «La figura più emblematica del nostro tempo – ha proseguito Magri – è Donald Trump, che ha iniziato il suo secondo mandato presidenziale in modo assai più autocratico e violento rispetto al primo. L’Europa, tuttavia, dispone di risorse materiali e spirituali sufficienti a reagire a questa deriva della politica americana: occorre che l’Unione Europea proceda in modo coeso, sereno, determinato di fronte a quanto sta avvenendo in altre parti del pianeta».
Maria Francesca Murru e Lorenzo Migliorati (docenti rispettivamente di Sociologia della comunicazione e di Sociologia dei processi culturali all’Università di Bergamo) si sono invece soffermati sui risultati di un’indagine condotta negli ultimi due anni, in partnership con il Comune, sui giovani del capoluogo e della provincia. «La necessità di questo studio – ha spiegato Maria Francesca Murru – era stata suggerita da una serie di episodi negativi, anche con scontri tra bande rivali avvenuti proprio nel centro di Bergamo. Nelle nostre interviste, abbiamo avuto la conferma del ruolo che i social rivestono oggi nella vita degli adolescenti: peraltro, abbiamo constatato come molti dei ragazzi da noi incontrati dispongano di “anticorpi” utili a contrastare la tendenza all’emulazione di condotte violente o il rischio di una confusione tra la vita reale e quella virtuale». «La mancanza più vistosa – ha aggiunto la relatrice – è invece quella di un elemento che colleghi le vite individuali alla dimensione della collettività: sembrano mancare spazi e occasioni in cui si possa realizzare una sorta di “prealfabetizzazione politica”». Sempre riguardo all’indagine condotta dall’Università di Bergamo su 6000 adolescenti con età fra i 13 e i 17 anni, Migliorati ha riportato alcuni esiti abbastanza sorprendenti.
«Se si domanda a questi ragazzi e ragazze come immaginino il loro futuro, a livello personale, si dichiarano in grande maggioranza ottimisti - ha affermato il docente -. Vale l’opposto se la domanda verte sul futuro collettivo dell’intera loro generazione: predominano allora i toni apocalittici. Come si può spiegare questa apparente contraddizione? Con un atteggiamento competitivo, per cui si pensa solo al successo individuale? O forse, con la consapevolezza di poter contare su risorse personali, ma anche della propria famiglia o della cerchia amicale, sufficienti a superare le difficoltà?».
Ritornando da una diversa prospettiva sul tema dell’incontro e della partecipazione, la direttrice dell’Accademia Carrara, Maria Luisa Pacelli ha affermato che «istituzioni culturali come i musei e le biblioteche devono essere delle “case” in cui tutti i cittadini possano ritrovare un patrimonio di valori comuni, di cui essi sono eredi. Questi valori vanno però anche trasmessi alle nuove generazioni. L’Accademia Carrara ha avviato per esempio un programma di incontri (“Forever Young”) per facilitare ai visitatori under 30 la fruizione dei dipinti esposti: si affrontano di volta in volta questioni di grande attualità – come le discriminazioni di genere -, considerandole attraverso le opere di artisti del passato».
Al termine della conversazione, è stata inaugurata nell’antica sede dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti – in piazza Reginaldo Giuliani, tra il Duomo e Santa Maria Maggiore – la mostra «Diremo il futuro al presente», pensata dalla Fondazione Bernareggi nel segno di un’«arte partecipata». L’artista di origine catenese Valerio Eliogabalo Torrisi ha realizzato una serie di scritte, ispirate al racconto di Dino Buzzati «I sette messaggeri», con frasi capaci di indurre negli spettatori-lettori un effetto di risonanza emotiva. «In aggiunta a quanto è ora esposto nell’ex sede dell’Ateneo – ha spiegato il direttore del Museo diocesano Bernareggi d on Davide Rota Conti – e ai manifesti già affissi in molti luoghi di Bergamo, verranno coinvolti attivamente i visitatori della mostra e un gruppo di adolescenti dell’oratorio di Colognola, che contribuiranno ad arricchire la serie di frasi ideate da Torrisi. Il nostro obiettivo è che delle parole, uscite verso gli ambienti urbani dallo spazio espositivo, poi vi facciano ritorno, modificate e integrate». La mostra di ATN25 (acronimo di «Art Together Now 2025») potrà essere visitata, con ingresso libero, fino al 31 agosto (orari: il venerdì e il sabato dalle 15 alle 19 e dalle 20 alle 22; la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19).
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