
(Foto di Sergio Agazzi)
CINEMA. Presentata la dodicesima edizione della manifestazione che prenderà il via il 20 agosto in piazza Mascheroni, in Città Alta. Quattro giorni di incontri, talk spettacoli e degustazione con circa 50 cortometraggi sui temi del cibo, tradizioni e cultura.
Bergamo
«E, all’improvviso, il ricordo mi è apparso. Quel sapore era lo stesso del pezzetto di madeleine che, la domenica mattina, a Combray (...), quando andavo a darle il buongiorno nella sua camera, la zia Léonie mi offriva, dopo averlo immerso nel suo infuso di tè o di tiglio». Certo sentiamo già l’obiezione: la citazione è troppo ovvia! E però ci è sembrata opportuna dato che il tema della 12esima edizione di Food Film Fest è proprio quello della memoria anzi «memoriae» proprio quella memoria che metterà in moto la formidabile macchina narrativa proustiana che abbiamo citato.«La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda – spiega il direttore artistico Luca Cavadini -. Abbiamo scelto questo tema per Food Film Fest 2025, convinti che sia un argomento determinante, propulsore per il presente e per il futuro».
Il Food Film Fest – Cinema & Cibo Filmfestival, organizzato dall’Associazione Culturale Art Maiora e C amera di Commercio di Bergamo che si svolgerà dal 20 al 23 agosto in piazza Mascheroni in Città Alta (ingresso libero e gratuito a tutte le proiezione e le iniziative. Info: www.foodfilmfestbergamo.it) è stato presentato nella sala del consiglio della Camera di Commercio. Claudia Sartirani direttore operativo dell’associazione culturale Art Maiora ha introdotto: «Food Film Fest è per noi un appuntamento irrinunciabile, che promuove il patrimonio enogastronomico locale come pilastro dell’identità e dello sviluppo del territorio. Attraverso il cinema, esploriamo il cibo come espressione di cultura, storia e innovazione, celebrando insieme eccellenze, saperi e sapori».
Ricco, ricchissimo il calendario di proiezioni e iniziative della quattro giorni di full immersion nel mondo del cibo e a tutto quello che vi gira intorno. A cominciare dallo spettacolo «Fame?» ossia «uno spettacolo sul cibo perduto» come lo definiscono gli autori della Compagnia bolognese creAzione, un lavoro al confine tra narrazione e show coking che andrà in scena il 20 agosto (ore 19.30) per aprire in bellezza. Si concluderà altrettanto in bellezza quando il 23 agosto (ore 20) ci sarà l’incontro con l’attore Massimo Boldi che in dialogo con Luca Tiraboschi, già direttore di rete di Mediaset, racconterà i suoi «cinepanettoni».
In mezzo quattro giorni intensi di proiezioni, talk, incontri, spettacoli, degustazioni di un Festival che il Presidente della Camera di Commercio di Bergamo, Giovanni Zambonelli ha definito «bello, simpatico, accattivante». L’aggettivo, simpatico, è stato subito adottato dagli intervenuti per caratterizzare questa edizione patrocinata e sostenuta dal Comune di Bergamo, Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, con il contributo di Camera di Commercio di Bergamo, Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione ASM e realizzato in collaborazione con Coldiretti Bergamo, Slow Food Bergamo Valli Orobiche Bassa Bergamasca e Ascom Confcommercio Bergamo, che ha il suo fulcro nelle proiezioni dei film, presentati nelle tre sezioni Doc (dedicata ai documentari), Movie (fiction) e Animation (animazione). In tutto una cinquantina di cortometraggi, selezionati tra gli oltre 600 pervenuti agli organizzatori, attraverso i quali esplorare davvero a 360 gradi il mondo del cibo e contemporaneamente fare una sorta di giro del mondo virtuale. Perché come è stato giustamente sottolineato, uno degli aspetti peculiari del Festival è la sua «internazionalizzazione». «Il festival porta il mondo a Bergamo e Bergamo nel mondo» ha sottolineato il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi , che si è quasi commosso rievocando profumi e sapori del passato.
Di un cibo «sano, buono, pulito, giusto» ha parlato l’Assessore all’ambiente del Comune di Bergamo Oriana Ruzzini aggiungendo: «Siamo una città creativa Unesco, e continuiamo a costruire in questa direzione. Il festival ci aiuta a riflettere su temi profondi: tutto ciò che fa bene a noi come individui e comunità fa bene anche alla salute e, di conseguenza, all’ambiente». Sul rapporto tra cibo e agricoltura e di cibo come comunità, si è soffermata la Erminia Comencini di Coldiretti Bergamo. Dell’importanza dei piccoli negozi, dei panifici, luoghi che tengono ancora vivi i centri storici ha accennato Oscar Fusini direttore di Ascom Confcommercio di Bergamo. Di «cibo che fa comunità», ma anche della sua mancanza per molte persone ha parlato Simona Bonaldi, vicepresidente della Fondazione della Comunità bergamasca.
Come si vede gli spunti sono tanti, diversi, importanti perché il binomio cinema-cibo si è rivelato vincente e accattivante: stimola la vista e il gusto, i film divertono ma fanno anche riflettere (Cavadini segnalava il documentario sul commercio nascosto della carne di squalo), ma ci ricordano anche buone pratiche che magari ci dimentichiamo, o non conosciamo. Come ci ha ricordato Enrico Radicchi di Slow Food: il caffè? Si beve senza zucchero! E anche questo è Food Film Fest.
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