«Spazi aperti per una cultura accessibile»: a Bergamo raggiunti 100 mila euro

IL PROGETTO. Promosso da Fondazione della Comunità Bergamasca per favorire la partecipazione alla vita culturale di persone con disabilità e fragilità.

Bergamo

Si è chiusa con un grande risultato la campagna di raccolta fondi di «Spazi aperti per una cultura accessibile», promossa da Fondazione della Comunità Bergamasca nell’ambito del bando Crowd4Culture di Fondazione Cariplo. Dal 15 aprile al 31 agosto sono stati raccolti oltre 54 mila euro grazie alla generosità di cittadini, istituzioni e realtà del territorio. Grazie al meccanismo di cofinanziamento previsto dal bando, Fondazione Cariplo ha raddoppiato l’importo portando il budget complessivo a disposizione del progetto a 100 mila euro.

«Significativo il contributo dei singoli cittadini, che hanno donato complessivamente circa 9 mila euro»

Il progetto «Spazi aperti per una cultura accessibile» ha l’obiettivo di favorire la partecipazione alla vita culturale di persone con disabilità e fragilità, attraverso tre azioni principali: formazione e tutoraggio rivolto alle organizzazioni culturali, accessibilità digitale, organizzazione di eventi culturali accessibili.

I contributi bergamaschi

Alla raccolta hanno partecipato diversi Fondi filantropici attivi in Fondazione della Comunità Bergamasca, in particolare il Fondo LIMITE disabilità e linguaggi dell’arte, il Fondo Vittorio e Maria Lumina, il Fondo Fondazione Credito Bergamasco, e il Fondo Alda Zanoli e Vittorio Morzenti, confermando l’impegno della filantropia locale per la cultura e l’inclusione.

Le istituzioni

Anche le istituzioni locali hanno scelto di sostenere l’iniziativa: il Comune e la Provincia di Bergamo. Il Comune, inoltre, ha concesso il patrocinio alla campagna di comunicazione, contribuendo a diffondere l’idea di una cultura accessibile a tutte e tutti, dal capoluogo alle aree più periferiche. Proprio l’attenzione a queste ultime ha guidato anche il convinto sostegno della Provincia di Bergamo al progetto. Hanno donato anche Bergamo SmartCity, Caritas Diocesana Bergamasca e Fondazione Angelo Custode. Significativo il contributo dei singoli cittadini, che hanno donato complessivamente circa 9 mila euro.

Edoné e Bombonera

Un ruolo significativo nella buona riuscita della campagna lo hanno avuto gli spazi Edoné e Bombonera, charity partner che hanno dedicato quattro serate speciali alla raccolta fondi (16 e 26 luglio a Edoné, 23 e 30 luglio a Bombonera), avvicinando i più giovani al progetto. Oltre 120 i menù serviti – per ciascuno, 1 euro era destinato alla raccolta fondi – nelle quattro serate che hanno permesso, innanzitutto, di raggiungere altrettanti giovani e giovanissimi sensibilizzandoli sul tema della cultura come diritto per tutti.

«Sostenere e promuovere una cultura davvero accessibile significa affermare un diritto fondamentale e rafforzare il senso di comunità: la cultura è di tutti e deve essere per tutti»

I testimonial

Fondamentale anche l’attivazione delle comunità digitali grazie a cinque testimonial d’eccezione, che hanno prestato volto e voce alla campagna: Andrea Mastrovito, il Vava, Chiara Bersani, Rosalba Piccinni, Francesca Remigi. I loro messaggi hanno raggiunto decine di migliaia di persone online, amplificando la visibilità del progetto e moltiplicando l’impatto della raccolta.

Il bilancio

Dopo i primi mesi di lavoro, il progetto può già tracciare un bilancio significativo. Si è concluso il percorso di formazione e tutoraggio sull’accessibilità, rivolto alle organizzazioni partner: quattro giornate di lavoro tra momenti teorici e laboratori esperienziali, che hanno fornito strumenti concreti per ideare eventi inclusivi e consapevoli. A ottobre prenderà il via il percorso di accessibilità digitale, che accompagnerà le organizzazioni nella valutazione e nell’adeguamento dei propri siti web, per una comunicazione culturale più chiara e fruibile. Nel frattempo, è in corso la rassegna di eventi culturali accessibili, che fino a giugno 2026 offrirà un calendario di appuntamenti pensati per abbattere barriere fisiche, sensoriali e linguistiche e permettere una fruizione più ampia delle esperienze culturali. Dal progetto nascerà, infine, un tavolo territoriale permanente per la promozione dell’accessibilità culturale, aperto ad associazioni, istituzioni e realtà locali per condividere esperienze e buone pratiche, sviluppando insieme soluzioni replicabili.

«Un confronto di idee»

«Un lavoro corale», racconta Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca. «Non solo eventi inclusivi - prosegue - ma formazione e un confronto di idee che potranno ispirare altri soggetti attivi nella promozione culturale, rafforzando il valore della cultura come diritto fondamentale e strumento di crescita personale e collettiva».

«Rete attiva, motivata, aperta»

Soddisfatta anche la vicepresidente Simona Bonaldi: «Il bilancio fin qui è molto positivo e ci restituisce l’immagine di una rete culturale attiva, motivata e aperta a rinnovarsi. Desidero ringraziare tutte le organizzazioni partner per l’impegno profuso e per la volontà di mettersi in gioco in un percorso complesso e innovativo. Per la nostra Fondazione sostenere e promuovere una cultura davvero accessibile significa affermare un diritto fondamentale e rafforzare il senso di comunità: la cultura è di tutti e deve essere per tutti».

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