Il richiamo della pesca fra pratica e riflessioni filosofiche

TENDENZE. Nel testo ci sono emozionanti battute di pesca e momenti di silenzio e contemplazione della natura.

«Vicino all’acqua sento sempre il richiamo di ciò che s’intravede soltanto. Somiglia allo strascico di una stella cadente. È attesa, dubbio, desiderio». Malachy Tallack, pescatore fin da bambino, in «Illuminati dall’acqua» (Iperborea) parla di questa esperienza come un’attività artistica, una pratica tecnica e meditativa, capace di stimolare domande fisiche e metafisiche. Indaga nella fascinazione che tiene uniti due mondi contigui, mosso dal «desiderio di andare oltre la superficie dello specchio e sapere con certezza cosa c’è sotto.

Un desiderio simile può trasformare una vita. Può rendere l’acqua un paese delle meraviglie». Nel testo ci sono emozionanti battute di pesca e momenti di silenzio e contemplazione della natura. Tallack cattura con le sue divagazioni filosofiche anche il lettore più scettico nei confronti della pesca: molti la considerano solo inerzia e noia, piuttosto che «il punto di congiunzione tra il mondo umano e non umano».

Adatto anche ai lettori più giovani «Il mio primo giorno di pesca» di Will Millard, conduttore di programmi per la Bbc, con le illustrazioni dal sapore vintage di Joanna Lisowiec (L’Ippocampo) soddisfa il desiderio d’avventura, le curiosità «tecniche» ma sollecita anche una maggiore attenzione all’ambiente.

Originale, coinvolgente e divertente, infine, «Pesca estiva in Lapponia» (Fazi), l’esordio del finlandese Juhani Karila. Narra la storia surreale di Elina Ylijaako, giovane ricercatrice che ogni estate torna in Lapponia, la sua terra d’origine, per pescare in un luogo incantato: un’audace miscela di fiaba, leggenda e giallo, sullo sfondo di un paesaggio suggestivo, per parlare di perdita, amore e crescita personale.

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