La gioventù dall’altra parte del muro di Berlino

IL LIBRO. Un gruppo di ragazzi, un’adolescenza vissuta più per strada che in casa. Micha e Mario, Cespo, il Talpa e Miriam sono i protagonisti del romanzo di Thomas Brussig «Sonnenallee» (Einaudi, traduzione di Alice Gardoncini) che ricordano da vicino i mitici ragazzi della Via Paal con il mondo davanti agli occhi come una pura avventura.

Solo che nel caso dei ragazzi di Brussig davanti ai loro occhi si staglia il grigio ossessivo di un muro invalicabile, siamo infatti a Berlino est negli anni Ottanta. Ironia e giochi di strada segnano le giornate dei giovani protagonisti, tra disincanto e una paura terribile, confessabile solo sotto forma di un’ironia cinica. La paura è quella di non avere per nulla un futuro, una possibilità altra che non sia la noia offerta dalla burocrazia tanto amministrativa quanto criminale della DDR, la cosiddetta Repubblica Democratica Tedesca. Tutti loro vivono nei dintorni del muro e da lì hanno un rapporto privilegiato con chi dall’Ovest supera il punto di checkpoint per una visita e molto spesso per serate a poco prezzo.

Un prezzo insopportabile soprattutto per Micha che già avverte nell’Ovest non una grande opportunità, ma un pericolo e un’arroganza tipica di chi può permettersi ogni cosa senza pagarne mai per davvero il prezzo. Dall’Ovest si arriva, si spende e si torna a casa, a

Una disinvoltura che non appartiene ai ragazzi di Brussig e a una generazione che ha vissuto dell’Est la caduta, ma dell’Ovest la perdita di ogni sogno possibile

Est tutto questo non è possibile. Brussig da vita a un romanzo corale e intimo che non necessità di un grande racconto storico e tanto meno di un affresco sociale, ma si limita ad una quotidianità tanto ingenua quanto tristemente miserabile. Eppure proprio questo tipo di sguardo permette a Brussig di mostrare con grande equilibrio non solo la diversità di due società, ma anche una separazione che ancora oggi definisce non più un confine obbligato da un muro, ma da un sentimento di diversità che oppone l’Ovest all’Est, chi ha vinto da chi ha perso e soprattutto chi in nome della libertà ha creduto possibile ogni cosa prendendosi ogni spazio e occupando ogni luogo in nome di un mercato che autorizza ogni cosa. Una disinvoltura che non appartiene ai ragazzi di Brussig e a una generazione che ha vissuto dell’Est la caduta, ma dell’Ovest la perdita di ogni sogno possibile.

Una via strettissima che si riflette nelle relazioni intime e amorose che se tengono in vita al tempo stesso imprigionano i protagonisti in una perenne melanconia. Un libro denso e ricco, su un’Europa che si credeva ormai scomparsa e sulla delicatezza dell’essere giovani in un mondo ostile.

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