Cronaca / Isola e Valle San Martino
Sabato 13 Dicembre 2025
Il Porto: «Una piccola famiglia per accogliere»
LA STORIA. All’associazione il «Premio al volontariato bergamasco» nella 7a edizione di «Bergamo-Terra del Volontariato».
Una piccola e vivacissima famiglia che cresce. È con questa tenera immagine che Annamaria Passanti, 66 anni, racconta cosa significa essere volontaria dell’associazione Il Porto odv di Ponte San Pietro (oggi ci sono anche le sedi di Mapello e Dalmine), realtà da oltre 30 anni impegnata nell’accoglienza di migranti e vincitrice del «Premio al volontariato bergamasco» della settima edizione del premio «Bergamo -Terra del Volontariato».
Mamme e bambini
L’impegno di Passanti è iniziato negli anni ’90. Si è interrotto per qualche anno per poi riprendere, con l’arrivo della pensione e con rinnovato entusiasmo, circa 8 anni fa. L’attività che le scalda il cuore è «Anche le mamme a scuola», percorso di alfabetizzazione della lingua italiana, in oratorio due giorni a settimana, in mattinata. «La richiesta - spiega - è sempre alta. In questi anni ci sono stati parecchi ricongiungimenti nei nostri paesi e quindi sono arrivate molte donne. Quest’anno, solo a Ponte le iscritte sono più di 80». La vera rivoluzione, però, riguarda i bambini. «Le mamme - prosegue - spesso non sanno dove lasciarli. All’inizio li tenevano nelle aule ma, per quanto bravi, non aiutavano a concentrarsi». Così un gruppo di volontarie ha deciso di occuparsi solo di loro, in uno spazio dedicato con tanti tappeti e giochi. «Quest’anno sono 19 i piccoli iscritti - dice con un sorriso -, tutti sotto i 3 anni ma un bimbo ha 3 mesi, arrivato quando ne aveva uno. Sono impegnativi, corrono, piangono. Bisogna avere mille occhi ma è una bella soddisfazione, una gioia».
Il libro a un euro
C’è un’altra attività che fa brillare gli occhi a Passanti: la bancarella del libro a un euro. «È il 10° anno che facciamo questa attività. Le persone ci portano i libri, io li seleziono, e con mio figlio, anche lui volontario, allestiamo le bancarelle a Natale, alle feste, nelle Notti bianche». Il ricavato va a coprire le spese dell’associazione ma anche a realizzare la rassegna «Ascolta la foresta che cresce! Nuovi cittadini e integrazione», all’8ª edizione. Quando si chiede a Passanti cosa Il Porto le ha donato, lei non ha dubbi: «Il mio amore, Marco», rivela con una punta di timidezza. Nell’associazione, infatti, ha conosciuto il marito, scomparso 5 anni fa. Insieme hanno anche contribuito alla costruzione di un ambulatorio in Senegal: «La maggior parte dei nostri regali di nozze li abbiamo destinati lì - ricorda -. Durante il Covid un amico senegalese mi ha mandato foto e video: vaccinavano le persone proprio in quel ambulatorio. È stato un colpo al cuore». Oggi, mentre il volontariato fatica a trovare nuove forze, lei continua a credere nell’integrazione: «Non cambiamo il mondo, lo so. Ma quando esco e incrocio le mamme della scuola che mi salutano con affetto, capisco che qualcosa di buono lo abbiamo seminato. E questo basta a proseguire con convinzione».
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