Lite a Pontida, è morto il pizzaiolo: l’autopsia farà chiarezza

IL LUTTO. Marco Motta aveva 39 anni: la famiglia avrebbe voluto donare gli organi. Indagato il fratello, ma come atto dovuto.

È morto mercoledì 26 novembre all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo Marco Motta, il pizzaiolo di 39 anni, originario del Lecchese ma che da qualche tempo viveva a Pontida, dove era stato trovato privo di conoscenza, attorno alle 4 della notte tra sabato e domenica, in un parcheggio lungo la Briantea. Accanto a lui c’era il fratello minore, di trent’anni, anch’egli trovato privo di conoscenza e che è tuttora ricoverato in ospedale, nel reparto di Psichiatria.

Disposta l’autopsia sul corpo di Marco Motta

Mercoledì la Procura ha disposto l’autopsia sul corpo di Marco Motta: l’esame – fissato per domattina all’obitorio del Papa Giovanni – sarà infatti a questo punto fondamentale per chiarire le cause della morte del trentanovenne. Inizialmente si era infatti pensato a una lite tra i due fratelli, ma i successivi accertamenti dei carabinieri della stazione di Cisano e della compagnia di Zogno avevano escluso un contatto violento: se una lite, forse complice l’alcol, c’era stata, visto che qualcuno in zona aveva sentito delle grida, non sarebbe stata così violenta da causare la morte del fratello maggiore. In ospedale era infatti poi emerso che il pizzaiolo era stato colpito da un aneurisma e le sue condizioni erano parse fin da subito disperate.

Aperto un fascicolo in Procura

Nel contempo, martedì mattina il sostituto procuratore Letizia Aloisio aveva aperto un fascicolo sul caso con l’iniziale ipotesi di accusa di tentato omicidio, iscrivendo il fratello minore nel registro degli indagati: un atto in realtà formale e che ha permesso di svolgere ulteriori accertamenti per ricostruire quanto accaduto domenica notte a Pontida. Ieri, con la scomparsa di Marco Motta, il capo d’accusa ipotizzato è stato mutato in omicidio preterintenzionale. Finora non è stato ancora possibile interrogare il fratello trentenne proprio perché ricoverato e ritenuto non ancora nelle condizioni di riferire qualcosa sull’accaduto. Marco Motta era originario di Valgreghentino, nel Lecchese, ma si era poi trasferito a Caprino e attualmente lavorava come pizzaiolo a Pontida, non distante a dove è stato trovato privo di sensi sabato notte accanto al fratello. La famiglia aveva espresso la volontà di donare gli organi, seguendo una indicazione dello stesso Motta: ma, essendo prevista l’autopsia, non sarà possibile.

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