«Minacce agli ospiti, nelle denunce nessun riferimento»

IL CASO DI PONTIDA. Parla il legale delle due Oss raggiunte da misura cautelare per maltrattamenti nella Rsa. Venerdì gli interrogatori dal gip.

Che non ci siano botte né altre forme di violenza fisica lo testimoniano i filmati delle telecamere piazzate dagli inquirenti all’interno della Rsa «Bramante» di Pontida, dove martedì sono scattate le perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta per maltrattamenti contro alcuni ospiti (almeno tre), aperta dal pm Fabio Magnolo e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo e da quelli della stazione di Cisano. Sei donne, due dirigenti e 4 dipendenti della struttura sono indagate.

«Ma non ci sono nemmeno minacce da parte delle mie assistite», osserva l’avvocato Francesco Pierotti, difensore delle due Oss (Operatrici socio-sanitarie) raggiunte da misura cautelare: una di 34 anni, originaria della Costa d’Avorio, finita ai domiciliari, e l’altra destinataria di un’interdizione dalla professione. Venerdì 1° marzo le due saranno sottoposte a interrogatorio di garanzia dal gip Federica Gaudino, ma il legale annuncia che si avvarranno della facoltà di non rispondere. La difesa non ha ancora avuto la possibilità di visionare i filmati e deve definire ancora tutti i dettagli contenuti nell’ordinanza.

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Le immagini video

Nelle immagini si vedrebbe una delle due donne trattare in modo rude alcuni ospiti e urlare frasi poco garbate. Stesse accuse per l’altra, più attenuate e non supportate dai video.

Quello che si sente di anticipare il difensore è che di minacce non ne sono state proferite. «Non c’è traccia nelle denunce e tutti parlano di struttura encomiabile – sottolinea Pierotti –. Un degente escusso e poi purtroppo mancato ha raccontato di non aver mai visto nulla di anormale e ha descritto un clima sereno».

No comment da parte degli avvocati Laura Fumagalli e Armando Simbari, che difendono la responsabile della Rsa e la direttrice d’area, per le quali il gip ha disposto l’allontanamento dalla struttura e la sospensione dallo svolgimento della professione (il pm chiedeva i domiciliari). Sono accusate di aver minimizzato le anomalie rappresentate da altri dipendenti e da alcuni parenti degli ospiti. Anche loro venerdì sono attese in tribunale per l’interrogatorio di garanzia.

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