Zaccaria, morto travolto a 19 anni da un bus. Il papà: «Aveva trovato lavoro da poco»

LA TRAGEDIA . Il ragazzo, domenica 18 febbraio, è stato travolto da un pullman dell’Atb davanti alla stazione. Abitava a Grignano, frazione di Brembate, con la famiglia. L’ultimo messaggio alla mamma, poi la tragica notizia.

Ha mandato un sms alla mamma Siam alle 6,30: «Non preoccuparti, torno presto». Ma nell’abitazione in via Roma 21 a Grignano, frazione di Brembate, tutta la famiglia non ha più visto rientrare Zaccaria Belatik, il giovane di 19 anni travolto dall’autobus a Bergamo poco dopo le 8,30 di domenica 18 febbraio. «Mia moglie, la mamma di Zaccaria, ancora non vuole credere che sia potuto accadere tutto questo», raccontava ieri mattina il padre, Mohammed, dopo aver appreso la tragica notizia. I genitori del diciannovenne, la cui salma è composta all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, sono stati informati della tragedia dai carabinieri. E proprio per il padre, colpito da un leggero malore dopo aver appreso quanto accaduto al figlio, è stato necessario l’intervento di un equipaggio in ambulanza. Domenica l’uomo non se l’è sentita di recarsi a Bergamo per il riconoscimento del figlio e ha mandato al suo posto alcuni parenti.

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La famiglia di Zaccaria è originaria di Casablanca, in Marocco. Ma Zaccaria Belatik era nato (il 23 settembre del 2004) in Italia e cresciuto a Grignano, dove aveva frequentato le scuole elementari, le medie invece a Brembate. Si era iscritto anche alle scuole superiori, a un istituto professionale a Ponte San Pietro, ma si era fermato al secondo anno. Da poco tempo aveva iniziato a lavorare alla «Plastocap», azienda di Marne al confine con Brembate, specializzata nella produzione e lavorazione di materie plastiche. Di recente aveva anche ottenuto il patentino per guidare il muletto in azienda. E per recarsi al lavoro utilizzava proprio il monopattino, che ieri portava a mano al momento dell’impatto con l’autobus. «Era un bravo ragazzo, semplice – ricorda ancora il padre –. Sabato pomeriggio (17 febbraio) era tornato a casa dal lavoro alle 15. Dopodiché aveva fatto la doccia ed era uscito con gli amici». A quanto risulta, Zaccaria poi in serata si era recato a Trezzo sull’Adda (Milano) per festeggiare il Carnevale. Per spostarsi poi a Bergamo da dove, alle 6,30 di domenica 18 febbraio, ha mandato un messaggio alla mamma: le ha scritto dicendole di non preoccuparsi perché sarebbe tornato presto. «Ha anche fatto sapere – continua il padre – che prima avrebbe fatto colazione a Bergamo: poi non abbiamo saputo più nulla fino a quando i carabinieri non sono arrivati a casa per annunciarci la tragedia».

Mentre parla, il padre Mohammed fa fatica a trattenere le lacrime. Tanti i conoscenti e gli amici arrivati a Grignano per portare il loro cordoglio alla famiglia di Zaccaria: lui era il figlio maggiore, con un fratello di 15 anni e una sorella di 14 a cui era molto affezionato. Il fratello più piccolo fino all’anno scorso aveva giocato nella squadra di calcio locale, l’Atletico Grignano, mentre ora milita nell’Isola Bergamasca. Zaccaria invece da tempo svolgeva attività sportiva in una palestra di Madone. Anche lui da piccolo si era avvicinato al calcio «ma non avevamo potuto costituire la squadra per i nati del 2004 – raccontano dalla società calcistica – e così si era limitato a giocare in oratorio», ambiente che ha frequentato fino ai 14-15 anni per poi cominciare a uscire con altri amici fuori paese.

Non sono ancora stati fissati i funerali: la famiglia, infatti, intende trasportare la salma di Zaccaria a Casablanca, dove sarà sepolto. «Prima però – conclude il padre – per fare in modo che i suoi parenti e amici residenti in Italia possano dargli l’estremo saluto, organizzeremo un momento di preghiera alla moschea di Zingonia».

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