Benvenuto alle matricole di Medicine and Surgery: a Bergamo una formazione innovativa

IL PROGETTO. L’Università di Milano-Bicocca, l’Università di Bergamo e l’Asst Papa Giovanni XXIII hanno accolto le nuove matricole del corso internazionale in Medicine and Surgery a Bergamo. Il programma, in lingua inglese, unisce formazione scientifica e pratica clinica precoce. Gli studenti, provenienti da nove Paesi, vivranno un percorso innovativo e multiculturale orientato alla medicina del futuro.

Bergamo

Si è svolto lunedì 10 novembre, presso la sede di via Nini da Fano a Bergamo, l’incontro di benvenuto per le nuove matricole del Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicine and Surgery, il progetto formativo realizzato in partenariato tra l’Università di Milano-Bicocca, l’Università di Bergamo e l’ASST Papa Giovanni XXIII.

Un evento che segna l’inizio del percorso accademico per 48 nuovi studenti provenienti da tutto il mondo e conferma il carattere internazionale e multiculturale del corso, interamente in lingua inglese.

Un corso innovativo tra scienza e pratica clinica

L’obiettivo è formare professionisti capaci di coniugare competenze scientifiche, capacità di lavoro in team e attenzione alla persona, secondo una visione olistica dei bisogni di salute

Il corso, con sede a Bergamo, propone un curriculum medico moderno e integrato, che unisce solide basi scientifiche a un’esperienza clinica diretta già dal secondo anno. La metodologia didattica si fonda sul Problem Based Learning (PBL), un approccio che incoraggia l’apprendimento attivo e la collaborazione in piccoli gruppi, stimolando il pensiero critico e il ragionamento clinico.

La struttura del percorso ruota attorno ai principali sistemi fisiopatologici, affrontati in modo sistematico attraverso clinical tracks multidisciplinari. L’obiettivo è formare professionisti capaci di coniugare competenze scientifiche, capacità di lavoro in team e attenzione alla persona, secondo una visione olistica dei bisogni di salute.

Studenti da nove Paesi

Per l’anno accademico 2025/2026, il corso ha messo a disposizione 48 posti: 30 destinati a studenti dell’Unione Europea e 18 riservati a studenti internazionali. Tutti i posti sono stati assegnati, a testimonianza del grande interesse verso un’offerta formativa che attrae studenti da Bulgaria, Corea del Sud, Grecia, India, Iran, Italia, Myanmar, Polonia e Vietnam.
Una composizione che riflette l’anima globale e interculturale del programma, pensato per formare medici pronti a operare in contesti sanitari internazionali e complessi.

Cavalleri: «Questo corso integra competenze mediche e tecnologiche, guardando al futuro della cura e della salute con visione, responsabilità e radicamento nella comunità»

Le istituzioni: «Un progetto strategico per il futuro della sanità»

All’incontro di benvenuto hanno preso parte i rettori Marco Orlandi (Università di Milano-Bicocca) e Sergio Cavalieri (Università di Bergamo), insieme al direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, Francesco Locati.
Il rettore Marco Orlandi ha sottolineato come il corso rappresenti «l’impegno dell’Università di Milano-Bicocca nel formare una nuova generazione di medici capaci di unire rigore scientifico, competenze cliniche e attenzione alla persona, in una prospettiva internazionale. La collaborazione con Bergamo e l’ASST Papa Giovanni XXIII è un modello innovativo di integrazione tra formazione accademica e pratica clinica».

Per Sergio Cavalieri, rettore dell’Università di Bergamo, si tratta di «un investimento strategico per il territorio e una grande opportunità per i giovani che scelgono di formarsi a Bergamo. Questo corso integra competenze mediche e tecnologiche, guardando al futuro della cura e della salute con visione, responsabilità e radicamento nella comunità».

Il direttore generale Francesco Locati ha aggiunto: «Accogliere questi futuri medici nella nostra città è motivo di orgoglio per tutto il sistema sanitario bergamasco. L’integrazione tra università e ospedale permette agli studenti di confrontarsi da subito con la realtà clinica e i bisogni dei pazienti, sviluppando competenze e sensibilità essenziali per la professione».

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