Alessio, morto in scooter a 16 anni. Il papà: «Amava basket e motori»

Il dramma. Il cuore di Duranti, studente al liceo Galilei di Caravaggio, si è fermato giovedì pomeriggio. Mercoledì lo schianto a Casirate, dove viveva. I genitori hanno detto sì al prelievo degli organi.

Le condizioni disperate in cui si trovava dopo essersi schiantato mercoledì pomeriggio (12 ottobre) in moto contro la cancellata di una cascina di Casirate davano poche speranze di vita ad Alessio Duranti, studente casiratese di 16 anni, che nel primo pomeriggio di giovedì purtroppo si è spento all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La giovane esistenza di Alessio era legata a un filo, che si è spezzato alle 15, gettando nella disperazione la mamma Manuela, il papà Luca e la sorellina di 10 anni, Sara. Da sabato scorso il giovane è la quinta vittima nella Bergamasca: tutti centauri, coinvolti negli incidenti accaduti a Predore, con due decessi, Riva di Solto, Terno d’Isola e infine Casirate.

Da sabato scorso il giovane è la quinta vittima nella Bergamasca: tutti centauri, coinvolti negli incidenti accaduti a Predore, con due decessi, Riva di Solto, Terno d’Isola e infine Casirate.

È nel territorio del suo paese che Alessio Duranti nel tardo pomeriggio di mercoledì è andato a sbattere con il suo scooter Piaggio 50 contro la recinzione metallica della cascina Malossetta, in via Broli, mentre percorreva la stretta strada asfaltata che taglia la campagna e collega con Treviglio, dove era diretto. Verso le 18,30 il ragazzo ha superato il sottopasso alla linea

ferroviaria Alta velocità e Brebemi, percorribile a senso alternato e regolato dal semaforo, passando regolarmente con il verde. Un aspetto, quest’ultimo, testimoniato alla volante della Polstrada di Bergamo dall’uomo che era fermo al rosso semaforico, in attesa di ripartire verso Casirate. Il giovane in sella allo scooter ha superato la parte in salita del sottopasso, quindi si è schiantato, venendo in seguito catapultato sull’asfalto, dove è stato trovato in stato di incoscienza dallo stesso automobilista che pochi attimi prima lo aveva visto transitare. Il sedicenne era stato soccorso e trasferito in eliambulanza all’ospedale di Bergamo, dove nel primo pomeriggio di ieri si è spento. Alessio Duranti era uno studente di scienze applicate al Liceo statale «Galileo Galilei» di Caravaggio: frequentava la terza sezione «L».

«Alessio era davvero speciale, buonissimo, un ragazzino a cui volevano tutti bene. Coltivava fin da piccolo la passione per la pallacanestro e proprio questo sabato avrebbe debuttato in campionato con la Scuola basket Treviglio. L’altra passione era quella della meccanica, dei motori e a fine agosto gli avevamo regalato lo scooter come premio per i risultati scolastici» ricorda il papà.

Ieri pomeriggio a ricordare Alessio è stato il papà Luca, resosi disponibile a parlare dell’amato primogenito dalla sua casa di Casirate, in via Mazzini, con le lacrime agli occhi e la voce rotta dalla commozione: «Alessio era davvero speciale, buonissimo, un ragazzino a cui volevano tutti bene. Coltivava fin da piccolo la passione per la pallacanestro e proprio questo sabato avrebbe debuttato in campionato con la Scuola basket Treviglio. L’altra passione era quella della meccanica, dei motori e a fine agosto gli avevamo regalato lo scooter come premio per i risultati scolastici. Mercoledì ci ha detto che andava a fare un giro, perché avevamo i muratori in casa – prosegue il papà di Alessio –. Quando ritardava nel rientrare lo abbiamo cercato sul cellulare, ma lui non rispondeva, poi dalla polizia ci è giunta la telefonata e, quando siamo arrivati all’ospedale di Bergamo, abbiano capito che la situazione era gravissima». Sulla donazione degli organi Luca Duranti ha detto: «Abbiamo dato l’assenso al prelievo, ma non sappiamo se sia stato possibile, a causa del trauma toracico devastante».

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La data del funerale di Alessio Duranti non è stata ancora stabilita, fa sapere sempre il papà: «Appena avremo il nulla osta dall’autorità giudiziaria faremo allestire la camera ardente all’obitorio dell’ospedale di Bergamo, perché gli amici e quanti gli hanno voluto bene lo vedano e lo salutino per l’ultima volta».

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