Dolore per Diego, la veglia nel pomeriggio e mercoledì i funerali

IL LUTTO. Saranno celebrati nella parrocchia San Lorenzo, a Ghisalba, mercoledì 4 ottobre alle 14.30 i funerali di Diego Sangalli, il diciassettenne morto domenica precipitando in un canalone sotto la cima del pizzo Porola.

«Mio figlio conosceva bene quella cresta. Andava in montagna da quando aveva tre anni. Di lui ci resterà tutto» racconta papà Pierluigi. Lunedì e martedì 3 ottobre nell’abitazione di Ghisalba dove è stata allestita la camera ardente, un’incessante processione di amici, parenti, conoscenti, ragazzi dell’oratorio e compagni di scuola del liceo Secco Suardo di Bergamo, dove Diego frequentava l’indirizzo musicale, si sono stretti intorno alla famiglia (oltre a Pierluigi, la mamma Elena e la sorella Gloria).

«Mio figlio era musicista, sognava di suonare alla Scala di Milano» ricorda ancora il papà Luigi. Incredulità e sconcerto tra i tanti ragazzini che hanno avuto Diego come animatore del Cre e come catechista. Proprio domenica pomeriggio Diego era atteso in oratorio dai suoi ragazzi, per questo era partito molto prima dell’alba per la sua ultima vetta.

La veglia

Nella casa di via Cagnola martedì 3 ottobre alle 16 è in programma una veglia alla quale non mancheranno i tantissimi amici, coetanei e no, che già lunedì hanno calcato il marciapiede davanti al civico 9, hanno affollato le scale e le stanze di casa Sangalli.

Il ricordo su Facebook

L’oratorio Sacro Cuore di Ghisalba ha affidato ai social il compito di rivolgere un pensiero per Diego, con delle fotografie che lo ritraggono in momenti di spensieratezza: «Dove le parole finiscono, inizia la musica. Da oggi e per sempre sarai con noi in ogni sinfonia ascoltata, in ogni nota suonata. Oggi, festa degli Angeli Custodi, il nostro oratorio ha un Angelo custode speciale. Ciao Diego!».

Anche il sindaco di Ghisalba, Gianluigi Conti, ha manifestato la propria vicinanza alla famiglia Sangalli per la prematura scomparsa di Diego. «Era un ragazzo d’oro, così come la sua famiglia – ha detto il primo cittadino –. Purtroppo, anche questa volta, la passione per la montagna ha colpito ancora. Non ci sono parole per descrivere quanto accaduto. Siamo tutti sconvolti». Commossi anche il parroco don Francesco Mangili e il curato don Giulio Pecis, che conoscevano benissimo Diego.

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