In 300 a Treviglio per celebrare la «penna» solidale degli alpini

ANNIVERSARI. In occasione del raduno di zona per i 95 anni di fondazione del gruppo locale è stato inaugurato il monumento. L’opera di Gaigher è stata realizzata con il tronco di un albero spezzato dalla tromba d’aria del 2019.

Più di trecento penne nere hanno preso parte la mattina di domenica 1 ottobre a Treviglio all’adunata per celebrare i 95 anni di fondazione e attività della locale sezione alpini «Carlo Longaretti», festeggiando anche il 18° raduno dei gruppi della Bassa bergamasca. Una domenica di coinvolgente partecipazione, capace di richiamare nelle piazze e lungo le vie del centro storico numerosi cittadini. La manifestazione ha avuto inizio alle 9, con l’ammassamento in piazza Setti di tutti gli alpini dei 21 sodalizi appartenenti ai raggruppamenti 23 e 28 della Bassa e di altre 14 gruppi provinciali, con l’accompagnamento della fanfara di Prezzate.

Altruismo e dedizione

Soddisfazione per la corposa presenza di penne nere è stata espressa dal capogruppo degli alpini di Treviglio, Dario Robecchi, che ha aperto gli interventi dal palco della piazza. Il sindaco Juri Imeri nel suo discorso ha evidenziato: «Non è possibile racchiudere nello spazio di un intervento quei principi di solidarietà, altruismo e dedizione che ispirano ogni vostra attività, portandovi sempre in prima linea laddove vi sia bisogno di aiuto. Quando c’è necessità rispondete sempre “presente”, con grande prontezza, disponibilità e umanità. Siete un grande esempio per tantissime persone». Dal palco il presidente della sezione alpini di Bergamo, Giorgio Sonzogni, ha ringraziato i presenti ricordando che «l’Associazione nazionale alpini sarà sempre al fianco delle nostre libere e democratiche istituzioni e alle comunità, con i fatti e non con le parole».

Il corteo in piazza Mentana

Il vicepresidente nazionale degli alpini, Carlo Macalli, ha concluso: «Dobbiamo continuare a fare quanto la nostra collettività ci chiede, dando la nostra disponibilità, mettendo come sempre il cuore, la testa e le mani». Dopo i discorsi, il corteo degli alpini e delle autorità civili e militari, preceduto da una ventina di ragazzi del campo scuola «Alpini di domani» si è mosso per le vie del centro storico, facendo tappa in piazza Insurrezione per le deposizione di una corona di fiori al monumento dei Caduti. Altra sosta in seguito nel parco pubblico di piazza Mentana. Qui è stato scoperto e mostrato il monumento agli alpini, ricavato del tronco, alto quattro metri, dell’acero spezzato dalla tromba d’aria del 2019.

L’idea di Mariani e l’opera di Gaigher

L’idea di creare il monumento in quello che restava dell’albero fu di Marino Mariani, alpino e dipendente comunale tuttofare, scomparso alla fine dello scorso anno per una repentina malattia. Allo scoprimento e benedizione del monumento è seguita la spiegazione dell’opera da parte dello scultore vetraio trevigliese Giuliano Gaigher, che l’ha eseguita creando uno spazio nel tronco, dove è collocata una penna in vetro. Di fronte al piccolo monumento è stato collocato un leggio in bronzo con scritto «Per chi è nel bisogno, in memoria di chi è andato avanti». «La penna è alta un metro e 40 ed è stata realizzata con l’assemblaggio e la fusione di diversi pezzi di vetro – ha fatto sapere Gaigher -, materiale facile da lavorare ma anche duro, a rappresentare l’umanità nella sua essenza. Entro fine mese collocheremo due vetri anti sfondamento a sua protezione».

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