Isolate, vuote, pochi treni: le stazioni «fantasma» della Bassa

REPORTAGE. Il viaggio da Vidalengo a Morengo-Bariano e a Cividate-Calcio Bolandrini: «Si era pensato a sedi per associazioni, ma troppo lontano». L’approfondimento su L’Eco di Bergamo di sabato 25 maggio.

Mancherebbero giusto quelle che gli americani chiamano «tumbleweed»: i rotoli di rami e polvere che rotolano nelle zone desertiche, spinti dal vento caldo. Perché le stazioni ferroviarie che si trovano lungo la Milano-Venezia, in piena Bassa bergamasca, ricordano un po’ quei paesaggi: sono vuote, abbandonate a sé stesse, con pochi treni che si fermano, parcheggi con pochissime auto parcheggiate. Una situazione che ormai si trascina da tempo, come abbiamo già raccontato sulle pagine de L’Eco.

Insomma, dei «non luoghi» del nostro territorio, che pure vengono frequentati e utilizzati – anche se molto meno rispetto agli anni passati – soprattutto dagli studenti della zona. Perché qualche treno, nel corso delle giornate feriali, si ferma anche: una ventina quelli diretti a Brescia, una quindicina quelli per Milano Greco Pirelli. Pochi rispetto alle stazioni più importanti della stessa linea – Treviglio, Romano di Lombardia e Chiari, già nel Bresciano – dove non si fermano soltanto i treni «locali», quelli che fanno tutte le fermate.

Solo fermate di treni locali

Invece qui, a Vidalengo, a Morengo (nota anche come stazione di Morengo-Bariano) e a Cividate al Piano (stazione di Calcio), si fermano soltanto i treni locali. E soprattutto gli edifici delle stazioni – costruiti nel tipico stile ferroviario, con forme e colori tutti uguali – sono praticamente vuoti. Sigillati per evitare che qualcuno ci entri, con tanto di cartello che indica che si tratta di proprietà privata (di Rete ferroviaria italiana) e che è vietato l’accesso anche negli spazi verdi circostanti.

Un tempo dentro c’erano le biglietterie, il bar, la sala d’attesa. E pure l’abitazione del capostazione. Tutto sparito oggi. Impossibile anche soltanto avere qualche informazione da un essere umano.

La voce artificiale

La voce che annuncia l’arrivo dei treni – o, con maggiore frequenza, il semplice transito di un convoglio che non si fermerà, con l’invito ad «allontanarsi dalla linea gialla» – è chiaramente registrata e automatizzata. I sottopassi, che pure ci sono, non sono particolarmente invitanti: alla stazione di Cividate ci sono alcuni tossicodipendenti che stanno consumando droga. E sì che qui vicino i carabinieri hanno di recente completamente disboscato l’area verde che era diventata il fulcro dell’attività di spaccio di droga di tutto il territorio, con il treno usato come mezzo di trasporto privilegiato per pusher e tossicodipendenti.

I parcheggi delle stazioni di Vidalengo e Morengo sono caratterizzati da cespugli d’erba incolta, mentre le strutture portabiciclette sono arrugginite e quasi vuote. Le bacheche non sono aggiornate e i fogli appesi sono strappati o caduti. A Morengo la stazione è tutto sommato vicina all’abitato, anche perché si trova in un luogo di confine: ricade nel territorio di Bariano ed è a metà strada con Morengo stesso. A Vidalengo, invece, la stazione è praticamente lontana sia dalla frazione e ancor più dal capoluogo. Tanto che proprio questa distanza ha disincentivato eventuali progetti di recupero o riutilizzo.

«Difficile una nuova funzione»

«La stazione è usata ancora da pendolari e da studenti, non solo di Caravaggio ma anche di altri comuni vicini, ovviamente molto meno rispetto al passato, perché è diminuito il numero di treni che effettuano la fermata – sottolinea il sindaco di Caravaggio, Claudio Bolandrini –. In passato avevamo provato a promuovere la rifunzionalizzazione dell’immobile, che è di proprietà di Rete ferroviaria italiana, e destinarne l’uso alle associazioni caravaggine ma, anche per l’elevato costo degli interventi di manutenzione straordinaria necessari e per la lontananza del centro abitato, il tentativo non è andato a buon fine».

Di fatto per il Comune è un bene che la struttura non sia in realtà di sua proprietà: «Rappresenterebbe infatti soltanto un costo ulteriore per la comunità – aggiunge il primo cittadino –, visto appunto che la possibilità di una destinazione d’uso per le associazioni di Caravaggio non è mai andata a buon fine. Inoltre, il fatto che la stazione di Vidalengo sia cosi isolata non la rende appetibile per le stesse associazioni sia perché raggiungibile solo con mezzi di trasporto privati sia per le comprensibili preoccupazioni che possa essere fatta oggetto di atti vandalici o furti nelle sedi».

Proprio l’ordine pubblico è uno dei temi che più sta a cuore alle amministrazioni comunali: «Per garantire l’ordine pubblico e contrastare occupazioni abusive o bivacchi di malintenzionati, nel recente passato si è reso necessario potenziare l’attività di sorveglianza di queste aree da parte della polizia locale e di istituti di vigilanza privati», rileva ancora Bolandrini.

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