Rete irrigua, 15 milioni per tagliare gli sprechi

Pianura . Dal Consorzio di bonifica il bando per rifare 35 pozzi in pianura. Obiettivo: risparmiare il 35% di acqua e i costi dell’energia elettrica. Leggi l’approfondimento su «L’Eco di Bergamo» di lunedì 30 gennaio.

La spesa di energia elettrica per irrigare i campi della Pianura è passata da un milione e mezzo nel 2021 a cinque milioni del 2022. Un conto salatissimo sul conto del Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca, che lo scorso anno ha sudato freddo anche per il caldo fuori scala e la conseguente siccità. Due concause che hanno richiesto un surplus di lavoro alla rete dei pozzi di sollevamento dell’acqua dalle falde profonde, dove pescare l’acqua. La reazione è stata una nuova rincorsa a progettare e cercar fondi per correre ai ripari con l’obiettivo da una parte di tagliare i costi energetici e dall’altra sfruttare quanta più acqua possibile senza però sprecarla.

Il finanziamento

Il Consorzio di bonifica ha spedito sul tavolo di tutte le possibili casse un progetto da 15 milioni 420mila euro, il progetto è arrivato quinto in Italia nella classifica di un bando Pnrr e l’ente consortile è così riuscito a portare a casa i 15 milioni per avviare la revisione totale della rete di pozzi irrigui su una vasta area a est e sud-est della Bergamasca, compresa sostanzialmente tra l’Adda e il Serio sforando verso l’Oglio: verranno rifatti o riqualificati 35 pozzi nei campi di Bolgare, Calcinate, Caravaggio, Cavernago, Fornovo San Giovanni, Ghisalba, Grumello del Monte, Martinengo, Misano Gera d’Adda, Mornico al Serio, Mozzanica, Palosco, Zanica, più Palazzolo sull’Oglio che è oltre confine in provincia di Brescia.

La gara d’appalto è stata bandita il 28 dicembre e scade il 1° febbraio. Poi si darà il via ai lavori, più o meno in contemporanea sui pozzi perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha di buono che foraggia progetti che sarebbe stato difficile finanziare pre-Pnrr, ma ha tempi incalzanti. Bisogna fare in fretta, pena la perdita dei 15 milioni.

«Obiettivo del progetto parte dalle considerazioni sull’importanza di razionalizzare l’utilizzo dell’acqua in agricoltura anche in ottica di risparmio energetico; migliorare la resilienza dell’agroecosistema agli eventi di siccità e ai cambiamenti climatici mediante il mantenimento di un buono stato dei corpi idrici e fronteggiare la richiesta di una gestione sempre più efficiente delle risorse idriche per ridurre in modo sostanzioso il numero delle persone che subiscono le conseguenze della carenza idrica – spiega Mario Reduzzi, direttore del Consorzio –. Grazie ai 15 milioni del Pnrr si provvederà all’installazione sui pozzi di apparecchiature elettro-idrauliche e meccaniche, sistemi di misurazioni e rilevamento dati, impianti di supervisione e telecontrollo, con l’obiettivo di adeguare ed ammodernare l’intero sistema di emungimento dai pozzi per la razionalizzazione e il monitoraggio degli usi».

In pratica, si andrà a intervenire su ogni pozzo per rifarlo da zero, oppure ristrutturarlo, rimodernarlo, piazzare dei contatori che faranno capo a una rete controllata da remoto in grado di verificare, in tempo reale, quanti litri vengono prelevati dal pozzo in falda. I pozzi sono cose che si notano poco, punteggiando vasti campi, ma se non funzionano o funzionano male, viene a mancare il fieno per gli animali, il mais, i cereali, le farine, tante aziende agricole vanno in sofferenza e la Pianura secca. Quando sarà completata la revisione del sistema dei pozzi? Non entro quest’estate. «Al massimo entro luglio, ma ci auguriamo anche prima – dice Reduzzi – contiamo di aver chiuso le fasi dell’appalto, che ricordiamo è un bando Ue, e di aver avviato i cantieri. I tempi dettati dal Pnrr sono strettissimi. Ma è un bando che non si può nemmeno ipotizzare di perdere. Consentirà di eseguire questa revisione con l’obiettivo di consentire un risparmio di risorsa acqua e di energia elettrica del 35%.

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