Roggia in secca, sindaco e nipoti salvano i pesci a Calvenzano

A Pasquetta Da trent’anni, la famiglia Ferla interviene per salvare la fauna ittica nella «Maggiore».

Recuperati e trasferiti dove c’è acqua. Operazione di salvataggio, a Pasquetta, per un centinaio, anche più, di pesci della roggia Maggiore, uno dei più importanti corsi d’acqua di Calvenzano: cavedani, bose, barbi, salmerini e altre specie tipiche delle rogge dei fontanili di questo territorio. In azione il sindaco Fabio Ferla, suo fratello Marco e i due figli di Marco, Filippo, di 10 anni, e Francesco, di 6, che hanno aiutato con entusiasmo il papà e lo zio.

«Abbiamo preso i pesci, li abbiamo messi in un grosso contenitore e, in auto, li abbiamo portati alla roggia Babbiona, nella zona dell’ex Ferrandino, dove c’è sempre acqua, liberandoli»

Non è la prima volta che la famiglia Ferla interviene a salvare i pesci della roggia Maggiore. Anzi, è una tradizione visto che i due fratelli Ferla hanno iniziato sin da piccoli a prelevarli dalla roggia che passa in pratica dietro casa loro quando questa va in secca. «Dietro al parco comunale Del Volontariato, verso il municipio – racconta il sindaco –, la roggia Maggiore forma una cascata ed ora che il corso d’acqua è in secca è rimasta solo una pozza. Lì si sono concentrate decine di pesci che sarebbero andati incontro a morte sicura nel momento in cui la pozza si fosse asciugata o comunque sarebbero morti per mancanza di ossigeno. Così, abbiamo coinvolto anche i miei nipoti, non è la prima volta, e siamo entrati in azione nel pomeriggio di Pasquetta. Abbiamo preso i pesci, li abbiamo messi in un grosso contenitore e, in auto, li abbiamo portati alla roggia Babbiona, nella zona dell’ex Ferrandino, dove c’è sempre acqua, liberandoli. Finora non ho mai voluto pubblicizzare questa nostra iniziativa, ma in realtà può essere utile farlo sapere, data anche la sensibilità che ora c’è nei confronti di questo tema. O si fa in modo che venga sempre garantito un minimo di acqua o si concorda un intervento di salvataggio dei pesci, magari in collaborazione con le scuole o con qualche associazione di volontariato del territorio. Mi piace anche sottolineare il fatto che la presenza di queste specie ittiche possa comprovare la bontà della nostra acqua. I pesci non sopravvivono se l’acqua è inquinata. Se ce ne sono così tanti significa che l’acqua delle nostre rogge ha una certa purezza».

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