Scuola che cambia e affollamenti: nodo trasporti nella Bassa Bergamasca

IL VIAGGIO. Tra gli studenti su mezzi pieni e in ritardo. C’è chi attende un’ora e chi fa affidamento sui nonni. Marini (Sai): «Più risorse, ma prima si trovino gli autisti».

Treviglio

«Se l’autobus è pieno e non riesco a salire, o aspetto il successivo che arriva un’ora dopo, o chiamo mio nonno». Benedetti siano i nonni a portata di automobile dalla scuola. Fortunati i nipoti con nonni «a chiamata».

Per gli altri studenti, la quotidianità scolastica è scandita dagli orari, spesso incerti, del trasporto pubblico locale (Tpl). Lo testimoniano ragazzi e ragazze in attesa alla fermata di via Caravaggio a Treviglio, crocevia di tre istituti superiori. Se la mattina, zaino in spalla, arrivano alla spicciolata per l’ingresso delle 8, l’uscita è di massa. Alle 14 si riversano alla fermata a centinaia.

Le testimonianze

Andrea racconta che sale sul bus alle 7 a Badalasco e arriva a scuola alle 7,30. «Potrei prenderlo anche più tardi, ma spesso è pieno, preferisco non rischiare». Marco parte da Calcio alle 6,55 «ma il problema è il rientro. Quando le lezioni finiscono alle 12,55 devo aspettare il bus delle 14: prima non ce ne sono». Nisrine, Sofia e Alessia frequentano l’Oberdan e sono andate a scuola anche il 23 e 24 aprile: niente ponte per loro. «Non c’erano bus nei nostri orari, ci hanno portato i genitori», raccontano. In una mezz’ora, tra le 14 e le 14,30, la fermata è sostanzialmente vuota e i ragazzi in viaggio verso casa. Dalle voci degli studenti emerge chiara l’eco dell’appello lanciato alla Provincia da 23 sindaci della Pianura: un’esigenza tutt’altro che isolata.

Focus sui centri principali

Treviglio, Dalmine, Albino e Ponte San Pietro. Sono i poli attorno ai quali ambisce a svilupparsi il trasporto pubblico locale. Lo anticipa Simone Biffi, consigliere provinciale delegato al trasporti. «Al di fuori dei centri urbani – rileva –, gli autobus svolgono quasi esclusivamente servizio scolastico», anziché rivolgersi a tutte le fasce della popolazione. E si vuole ridurre così l’inquinamento, oltre che facilitare gli spostamenti. Una criticità, aggiunge, «che affligge la Bassa e la gran parte delle aree extraurbane della provincia». Il nuovo Piano di bacino, atteso entro il dicembre 2026, potrebbe rappresentare la risposta al problema «con l’attivazione di alcuni poli attrattori attorno ai quali strutturare una rete suburbana in grado di connetterli al territorio circostante». Sono stati individuati tramite l’analisi dei flussi delle automobili: Treviglio, Dalmine, Albino e Ponte San Pietro sono i comuni maggiormente interessati dal traffico extraurbano.

Leggi l’approfondimento completo su L’Eco di Bergamo di martedì 6 maggio a pagina 30

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