
Uccelli catturati con reti e richiami elettronici: scoperti due bracconieri a Palosco e Foresto
L’INTERVENTO. Operazioni della Polizia Provinciale a Palosco e Foresto Sparso: trovati pettirossi, capinere e merli catturati illegalmente. Per i responsabili scattano denunce e sequestri.
La Polizia provinciale di Bergamo prosegue con determinazione l’attività di vigilanza e controllo sull’esercizio venatorio, avviata a fine settembre, intensificando la lotta al bracconaggio e alla cattura illegale di fauna selvatica. Due recenti interventi, a Palosco e Foresto Sparso, hanno portato a risultati significativi nella tutela dell’avifauna.
Palosco: abbattute specie protette
Durante un controllo nel territorio di Palosco, gli agenti hanno individuato un richiamo anomalo riconducibile a dispositivi elettromagnetici vietati. Dopo un appostamento, è stato scoperto un uomo del posto che esercitava attività venatoria illegale all’interno di un’area privata recintata, utilizzando un fucile con silenziatore e tre richiami acustici.

Nel capanno non autorizzato sono stati trovati numerosi bossoli e uccelli appartenenti a specie protette, tra cui pettirosso, codirosso e luì piccolo. Le perquisizioni successive hanno portato al sequestro di 200 cartucce, 24 uccelli conservati nel freezer e sei gabbie trappola. L’uomo è stato denunciato per uso di mezzi vietati, abbattimento di specie protette e omessa custodia di munizioni, oltre a sanzioni amministrative per oltre mille euro.
Foresto Sparso: rete di cattura abusiva
Nel secondo intervento, a Foresto Sparso, gli agenti hanno scoperto un impianto di cattura abusivo costituito da una rete di otto metri con all’interno quattro pettirossi e una capinera, alcuni già morti. L’autore è stato sorpreso in flagranza mentre recuperava gli uccelli catturati. La perquisizione ha portato al sequestro di altre sei reti, tre merli vivi detenuti irregolarmente e 192 cartucce non dichiarate. L’uomo è stato denunciato per uccellagione, detenzione illegale di munizioni e maltrattamento di animali, reato che prevede sanzioni da 5 a 30 mila euro.
Il commento del Comandante
«Per la Polizia provinciale rimane prerogativa principale il presidio del territorio - ha commentato il comandante Matteo Copia - operando con impegno e professionalità per la tutela della fauna selvatica, patrimonio dell’intera collettività».
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