Castelli Calepio, i 27 dipendenti vincono la vertenza: il Comune sborserà 150mila euro

TRIBUNALE. Protesta per la mancata erogazione del salario accessorio negli anni 2019 e 2020. Il sindaco: d’accordo con la sentenza, pronti a pagare.

Si è chiusa a favore dei 27 dipendenti (alcuni già ex) del Comune di Castelli Calepio la vertenza aperta da oltre due anni per la mancata erogazione del salario accessorio degli anni 2019 e 2020. Giovedì il Tribunale di Bergamo si è pronunciato riconoscendo il diritto dei ricorrenti al risarcimento del danno «da perdita di chance» e condannando il Comune, in persona del sindaco pro tempore, al pagamento nei loro confronti di 150mila euro.

La mobilitazione nel 2021

Tutto è nato nel novembre del 2021 quando, stanchi di attendere invano l’erogazione del salario accessorio, tra indennità previste dal contratto nazionale e premio annuale, i lavoratori avevano avviato uno stato di agitazione che sospendeva tutte le prestazioni straordinarie. La mobilitazione era stata poi interrotta dopo che la vicenda era arrivata sul tavolo dell’allora prefetto Enrico Ricci. Nei mesi successivi, i lavoratori con i sindacati di categoria avevano quindi deciso di presentare un ricorso in Tribunale, affidandosi alla tutela dell’avvocato Fabio Franchina.

«Nel periodo precedente all’avvio della vertenza, i dipendenti avevano svolto funzioni aggiuntive senza ottenere alcun corrispettivo di salario accessorio, cioè, ad esempio, senza alcuna indennità di turno per la Polizia locale, né per le cosiddette “specifiche responsabilità” degli altri dipendenti – ricordano Deborah Rota di Fp-Cgil, Alessandra Giampapa di Csil-Fp, Alessandro Mattanza del Csa e Giovanni Novali del Sulpl di Bergamo –. Nonostante gli obiettivi di produttività fossero stati raggiunti e nonostante il maggior carico di lavoro sulle spalle dei lavoratori provocato da riduzioni di personale, l’Amministrazione erogava solo parzialmente quanto dovuto. Ora il giudice del lavoro ha riconosciuto la fondatezza di quanto abbiamo sostenuto fin dall’inizio nel nostro ricorso, e cioè che il Comune, per gli anni 2019 e 2020, aveva omesso la redazione del Piano Esecutivo di Gestione e del Piano della Performance, nei quali avrebbero dovuto essere indicati gli obiettivi correlati alle performance individuali e collettive, precludendo ai lavoratori di vedersi corrispondere la retribuzione accessoria legata al raggiungimento di tali obiettivi» puntualizzano i sindacalisti.

«Siamo molto soddisfatti, e siamo contenti per i lavoratori che ora riceveranno i risarcimenti che si meritano, visto che si tratta di parti di salario legato a prestazioni e obiettivi che loro avevano raggiunto con il fine del mantenimento dell’efficienza della macchina pubblica. Li ringraziamo per averci dato la loro fiducia e il mandato a rappresentarli in Tribunale. Insieme, alla fine, abbiamo vinto» concludono Rota, Giampapa, Mattanza e Novali.

«Pronti a pagare»

«Avrei pagato anche due anni fa – commenta il sindaco Giovanni Benini – ma non si poteva fare perché il segretario comunale non aveva dato parere favorevole ritenendo sbagliata la procedura. Abbiamo quindi deciso di affidare tutto a un avvocato e rimetterci alla decisione del giudice. Davanti alla sentenza di ieri (giovedì, ndr) non possiamo che trovarci d’accordo. Provvederò quanto prima al pagamento di quanto dovuto ai dipendenti: c’è a chi spettano 4, 5, 7 o 8mila euro. Lunedì sentiremo l’avvocato, i fondi ci sono perché erano già stati accantonati».

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