«Ostaggio di droga e gioco. Per lui Campa era un papà»

GRUMELLO DEL MONTE. El Makkaoui uccise a martellate il padre della sua ex. Appello della difesa: escludere i futili motivi e avviare la giustizia riparativa.

Escludere i futili motivi e avviare un programma di giustizia riparativa con la famiglia della vittima. Questo l’obiettivo della difesa di Hamadi El Makkaoui, il giovane condannato in primo grado a 23 anni di reclusione per l’omicidio di Anselmo Campa, padre della sua ex fidanzata, a Grumello del Monte, il 19 aprile 2022.

Un omicidio d’impeto, secondo l’avvocato Robert Ranieli, «nel momento in cui ha rivissuto l’esperienza di abbandono, centrale nella sua vita e causa della sua sofferenza psicologica». Uno stato, quello di El Makkaoui, a cui si aggiunge la «duplice patologia psicologica, ovvero la tossicodipendenza e la ludopatia». Motivazioni per le quali Ranieli ha chiesto l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi nella richiesta d’Appello. Il legale ha chiesto la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti.

Inoltre, è stata presentata la richiesta di avvio di un percorso di Giustizia riparativa e di Mediazione con le parti lese (previsto dalla recente riforma Cartabia, con effetti, se la riparazione ha esito positivo, anche sull’esecuzione della pena): si tratta, in estrema sintesi, di un percorso che coinvolge l’autore del reato, le vittime e la comunità di riferimento in un tentativo di risanamento dei legami spezzati dal compimento del reato. Oltre alla pena detentiva, il giovane dovrà versare un risarcimento di 250mila euro alla figlia della vittima (e sua ex fidanzata) Federica, e alla madre (che rappresenta la figlia minore). Il risarcimento dovuto alla madre dell’uomo è di 70mila euro, e 40mila alla sorella.

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El Makkaoui il 19 aprile 2022 uccise il padre della sua ex fidanzata Federica, colpendolo con un martello mentre si trovava nella sua abitazione. E questo per 500 euro, dei seimila che El Makkaoui disse di aver dato all’uomo per una Renault Clio che, dopo la fine della relazione sentimentale con la figlia, la vittima gli aveva richiesto indietro per poi venderla. Il giovane confessò poi tutto ai carabinieri.Come già durante il processo di primo grado, l’avvocato ha evidenziato lo stato di vita del ragazzo, che aveva dipendenze patologiche: ludopatia e tossicodipendenza. Quindi, rileva, nel caso specifico, se il motivo è stato la «spasmodica necessità» di avere denaro, come scrive la Corte di Bergamo, non per fare una vita agiata ma per «soddisfare due esigenze psicologicamente cogenti, che costituiscono quasi, si osa dire, una forza maggiore, non si può parlare di motivo abietto o futile». Sui trascorsi di El Makkaoui, il legale ha ricordato che ha avuto una «difficile storia fin dall’infanzia, con gravi vissuti di abbandono», citando la consulenza della difesa che parla di «una storia di deprivazione affettiva».

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La vittima, prosegue la richiesta di appello, «era vista dall’imputato come un padre, che lo aveva aiutato, moralmente ed economicamente». E quando gli ha chiesto un aiuto economico «e si è sentito respinto, El Makkaoui ha vissuto l’ennesima esperienza di abbandono ed emarginazione, la espulsione che aveva vissuto nella vita e gli aveva creato lo scompenso psicologico, di cui ha sempre sofferto, e si è creato in lui un corto circuito emotivo».

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