San Giovanni Bianco, prove di dialogo. Stasi: apriremo un ospedale di comunità

In Prefettura l’incontro tra l’Asst Papa Giovanni XXIII e gli amministratori della Valle Brembana sul tema dell’ospedale di San Giovanni Bianco. La direzione: «Dobbiamo garantire sicurezza e servizi appropriati». I sindaci: «Ma ripristinate quanto tolto».

Prove di dialogo martedì 21 settembre, in Prefettura, tra l’Asst Papa Giovanni XXIII e i sindaci della Valle Brembana sul futuro dell’ospedale di San Giovanni Bianco. Ma le distanze tra le richieste degli amministratori e le scelte della direzione ospedaliera restano abbastanza ampie. Convocati dal prefetto Enrico Ricci («È importante ricondurre la discussione a un confronto tecnico e di merito per affrontare eventuali aree di miglioramento», ha detto) nella sede di via Tasso a Bergamo, erano presenti, di fianco al direttore generale del «Papa Giovanni» Maria Beatrice Stasi, i direttori di dipartimento Luca Lorini, Stefano Fagiuoli e Luigi Da Pozzo. Quindi il direttore sanitario Fabio Pezzoli, con Simonetta Cesa, Giulia Bombardieri, e il coordinatore infermieristico dell’ospedale San Giovanni Bianco Eleonora Rodeschini. Erano invece rappresentati i Comuni di San Giovanni Bianco, di San Pellegrino, di Zogno, di Piazzolo, di Averara, di Piazza Brembana, di Oltre il Colle, di Brembilla, di Lenna e di Serina. Presente anche il presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito distrettuale Valle Imagna - Villa d’Almè, Gianbattista Brioschi. Davanti alla Prefettura, un gruppo di cittadini del comitato «Ospedale vivo» ha manifestato con alcuni striscioni.

«Analizzare le reali esigenze»

«Sicurezza e appropriatezza delle cure sono i binari su cui continuare a costruire il futuro dell’ospedale di San Giovanni Bianco», hanno detto i direttori di dipartimento.

«Ciò che ci fa prendere le decisioni – hanno spiegato i vertici dell’ospedale – è la salute e la vita dei nostri pazienti. Quindi il nostro impegno, anche nei confronti dei pazienti di San Giovanni Bianco, è analizzare le reali esigenze della valle e rispondere con cure e servizi di una medicina sviluppata, all’avanguardia. Lo si è visto in periodo di Covid. Occorre guardare alle priorità e alla sicurezza. Invitiamo i sindaci ad aprire un confronto di merito, clinico e medico, sui reali bisogni della popolazione. Un tavolo di studio e analisi con al centro la sicurezza del paziente in un iter diagnostico terapeutico appropriato, puntuale e tempestivo che permetta di agire in sicurezza con velocità di approccio».

Il direttore generale ha assicurato il mantenimento di quei servizi di cura previsti per un ospedale di base. Ha anche assicurato investimenti significativi per realizzare un ospedale di comunità in aggiunta ai servizi già offerti.

«Sicurezza e appropriatezza – spiega Lorini – sono i criteri che ci guidano nelle scelte. Ovvero cosa è corretto e sicuro fare in un posto piuttosto che in un altro. Questo dipende da diversi fattori: dai casi, dai numeri di professionisti in ospedale. Ci sono sistemi di monitoraggio. A Bergamo si possono fare alcune cose, a San Giovanni Bianco no. Il nostro compito è sentire le esigenze della valle, ma non possiamo avere come interlocutori i sindaci che non hanno competenze tecniche».

Al tavolo anche i medici di base

Sono rimaste però lontane le posizioni degli amministratori della valle. «È stato un incontro in chiaroscuro – ha detto a margine dell’incontro il presidente della Comunità montana Val Brembana e sindaco di Lenna Jonathan Lobati –. Sicuramente positivo l’interessamento del prefetto, ma le posizioni restano distanti. Il prossimo passo sarà quello di rinnovare il tavolo tecnico con l’inserimento di alcuni medici di base della valle, quindi rinnovare la richiesta di incontro con l’assessore regionale Moratti, richiesta già inviata lo scorso luglio sia dall’Ambito dei sindaci sia dalla Comunità montana».

Nell’incontro i sindaci hanno ribadito la richiesta del ripristino di alcuni servizi tolti in questi anni all’ospedale, ambulatoriali compresi.

«Dopo una serie di documenti approvati da tutti i sindaci – ha detto il primo cittadino di San Pellegrino Vittorio Milesi – dopo diecimila firme e una manifestazione, l’unica cosa che sono venuti a dirci è che va tutto bene e che noi non capiamo. Direi che non abbiamo fatto molti passi in avanti. Abbiamo ribadito che l’ospedale non può funzionare solo dalle 8,30 alle 17,30 e nei giorni feriali e che è inutile elencare una serie di ambulatori quando poi questi sono magari aperti solo una volta all’anno».

«Va bene – aggiunge il sindaco di San Giovanni Bianco Marco Milesi – la sicurezza è fondamentale. Allora la si garantisca anche nel nostro ospedale. Perché altrimenti, con la scusante che non c’è sicurezza, si può ridurre o chiudere qualsiasi servizio. Diamo sicurezza per garantire i servizi e non togliamo i servizi perché non riusciamo a garantire la sicurezza. È la direzione che deve garantire la sicurezza, per esempio con la rotazione dei medici dal Papa Giovanni e con un numero di interventi adeguati. Se siamo arrivati a questo tavolo di confronto è perché in questi anni abbiamo raccolto le lamentele e le esigenze di cittadini e medici di base». Proprio sui medici di base è arrivato l’allarme del sindaco di Serina Giorgio Cavagna: «C’è anche un problema di sanità territoriale – ha detto– una carenza di medici che va a colpire soprattutto la montagna. Serina, tra pochi giorni, resterà con un solo medico. Perché non si è ancora trovato il sostituto della figura che andrà in pensione».

Fondi l’ospedale di comunità

In una nota l’Asst ricorda gli interventi fatti a potenziamento dell’ospedale brembano. «Dal punto di vista del personale, in Medicina interna, a maggio, è arrivato un nuovo specialista a cui si è aggiunta una collega rientrata da congedo. Dal primo di novembre entrerà in servizio un nuovo medico dalla Nefrologia del Papa Giovanni XXIII per rafforzare il centro dialisi già particolarmente attivo a San Giovanni Bianco e, sempre a novembre, partirà un potenziamento delle attività di chemioterapia attraverso il reclutamento di una figura specialistica esperta proveniente dalI’oncologia del Papa Giovanni XXIII. La finalità è potenziare un’attività che è opportuno resti vicina ai luoghi di residenza dei cittadini con la supervisione del Papa Giovanni. Inoltre, nell’ambito dei progetti che riguardano l’istituzione di ospedali di Comunità, l’Asst ha trasmesso a Regione Lombardia un progetto per l’incremento di posti letto per attivare l’ospedale di Comunità all’ultimo piano, attualmente non utilizzato, a gestione prevalentemente infermieristica, secondo le indicazioni del Piano nazionale di ripresa che stabilisce gli standard per queste nuove strutture di ricovero indicate per quei pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità di cura».

«NUOVE ATTREZZATURE E TECNOLOGIE INFORMATICHE»

Per l’attivazione di questa struttura, l’Asst ha richiesto a Regione Lombardia un investimento di circa due milioni di euro che andrebbe ad aggiungersi alle significative risorse che il sistema Regione sta investendo in modo continuo e con progettualità precise con finalità di messa in sicurezza ed efficienza del presidio».

Durante l’incontro l’Asst Papa Giovanni ha evidenziato che significative sono le risorse utilizzate per la messa in sicurezza dell’edificio, per l’acquisto di nuove tecnologie già in funzione nelle sale operatorie (una colonna laparoscopica da 75.000 euro e quattro tavoli operatori per 215.000 euro), per i lavori di adeguamento dell’impianto elettrico e di condizionamento delle sale operatorie del secondo piano (1.131.000 euro), per attrezzare l’ambulatorio di Endoscopia con una nuova colonna (180.000 euro), intercambiabile con il Papa Giovanni XXIII, per migliorare gli standard del servizio offerto, per dotare l’ambulatorio di Otorinolaringoiatria di un nuovo audiometro e impendenzometro (10.000 euro) e per acquistare letti bilancia di ultima generazione per il centro dialisi. Importanti anche gli investimenti informatici per mettere in rete con l’ospedale Papa Giovanni la Radiologia e il Laboratorio, per attivare la cartella clinica informatizzata e per completare la farmaco-prescrizione informatizzata in Week Surgery. Per quanto riguarda le attività ambulatoriali è recente l’attivazione di un potenziamento della ginecologia per consentire l’effettuazione di visite, ecografie e colposcopie.

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