Cronaca / Valle Brembana
Sabato 27 Dicembre 2025
Serina, rinasce il Ristoro dei Longaretti
IL RESTAURO. Il Comune acquisirà l’edificio di Valpiana costruito nel 1925 dalla famiglia del pittore trevigliese Trento. Al suo interno anche una sorgente che potrà essere usata per le emergenze idriche. Chiesto un aiuto a Uniacque.
serina
Tornerà a rivivere, a un secolo dalla sua apertura, il «Ristoro» di Valpiana di Serina, edificio con linee liberty realizzato dalla famiglia Longaretti di Treviglio e per cinque anni sede appunto di attività di ristorazione e svago.
Il Comune, infatti ha ottenuto dal Consorzio Bim i 15mila euro che serviranno per l’acquisto dall’attuale proprietà privata (famiglia Tiraboschi che, a sua volta, l’aveva acquistato dai Longaretti). L’edificio - composto da un’ampia terrazza, da una sala ristoro, una «ghiacciaia» per la conservazione degli alimenti e da un adiacente campo da tennis - si trova lungo la strada che da Valpiana porta a Oltre il Colle, nella parte più alta della frazione serinese.
A Valpiana la residenza estiva dei Longaretti
«Una frequentazione che è durata poi per decenni arrivando fino ai giorni nostri per qualche discendente della famiglia»
La sua storia si lega a quella della famiglia trevigliese Longaretti che, a Valpiana, dal 1908, stabilì la sua dimora di villeggiatura estiva. «Alessandro, papà del pittore Trento (che si occupava del campo da tennis, ndr), e la moglie Maria Teresa Casirati - ricorda lo storico di Serina, Roberto Belotti - decisero di eleggere Valpiana a residenza estiva della famiglia che già all’epoca contava sei figli. Sarebbero poi diventati 14. Una frequentazione che è durata poi per decenni arrivando fino ai giorni nostri per qualche discendente della famiglia. Alessandro, di lavoro maniscalco, ebbe l’idea di costruire a Valpiana una struttura dedita allo svago e alla ristorazione che avesse la licenza d’esercizio per la stagione estiva».
Inaugurato nel 1925, chiuse nel 1929
E così fu: il Ristoro fu inaugurato nell’estate 1925, ma la sua attività, di fatto, durò poco. Chiuse infatti nel 1929. «Una breve durata - continua Belotti - che è da imputare allo scarso riscontro economico di un’attività che poteva contare su un arco di tempo favorevole piuttosto limitato, a luglio e qualche settimana di agosto. A ciò va aggiunto che nel 1929 l’onda lunga della crisi economica arrivò a lambire anche la nostra comunità».
Negli anni successivi la struttura, ormai non più utilizzata come ristorazione, venne venduta a una famiglia del posto. Utilizzata prevalentemente come deposito.
Diventerà pubblico a cent’anni dall’inaugurazione
Nella proprietà anche una sorgente: chiesto un contributo a Uniacque.
A cent’anni esatti dalla sua inaugurazione ora diventerà di proprietà pubblica, grazie all’intervento del Comune.
«Nella proprietà - spiega il sindaco Michele Villarboito -, è presente anche una sorgente con una portata da 2-5 litri al secondo. Già in passato il Comune la utilizzò, essendo collegata al serbatoio di accumulo a valle di Valpiana, nei periodi di emergenza idrica. Abbiamo quindi chiesto un possibile contributo a Uniacque per il recupero dell’edificio. La sorgente potrebbe quindi essere di nuovo utilizzabile da Uniacque in caso di periodi siccitosi».
«L’obiettivo - conclude il sindaco - resta quello del recupero della struttura come patrimonio artistico, ma anche per un suo uso pubblico futuro».
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