Bocconi avvelenati, è allarme a Gorlago. Marica Pellegrinelli lancia un appello, la denuncia della Lav

La vicenda. Sarebbero oltre sei i cani vittima delle esche avvelenate sparse sulle sponde del fiume Cherio.

«Gorlago, bocconi avvelenati. Atena ultima vittima di una serie di cani inciampati nella trappola mortale. La Lav sporgerà denuncia per chiedere siano identificati i responsabili di queste atrocità». Queste le parole contenute in un comunicato mandato alla redazione dalla Lav, Lega anti vivisezione.

«La notizia è stata diffusa da Marica Pellegrinelli, ex moglie di Eros Ramazzotti - continua il comunicato-, che in forza della sua popolarità, lancia un appello ai cittadini di Gorlago e Comuni limitrofi a prestare la massima attenzione durante le uscite con il proprio cane a causa della presenza, già recentemente segnalata, di bocconi avvelenati nella zona.

«Un’altra vittima degli odiatori seriali di animali viene pianta dalla sua famiglia. Si tratta di Atena, cagnolina della famiglia di Marica Pellegrinelli, nota modella che forte dell’eco che possono avere le sue parole, lancia un appello ai cittadini di Gorlago e Comuni limitrofi a prestare la massima attenzione durante le uscite con il proprio cane a causa della presenza, già recentemente segnalata, di bocconi avvelenati nella zona - continua il comunicato della Lav -. Sarebbero infatti già 6 le vittime nella sola giornata di domenica, gli altri 5 cani sarebbero sopravvissuti, ma con danni irreversibili».

«I Carabinieri Forestali sono già stati allertati e il Comune di Gorlago ha immediatamente disposto dei cartelli di segnalazioni di esche avvelenate. Anche la Lav sporgerà denuncia e ci auguriamo che i responsabili siano identificati prima di dover piangere altre vittime – afferma l’associazione attraverso il suo direttivo locale - Vogliamo mandare un abbraccio virtuale a questa famiglia che ha dovuto salutare Atena tra atroci sofferenze».

Ecco l’appello lanciato dalla modella.

I consigli utili

Nell’attesa che chi sparge morte possa essere assicurato alla giustizia, la Lav ricorda alcuni utili accorgimenti: «Le aree maggiormente a rischio sono le immediate vicinanze delle aziende faunistico - venatorie o di protezione della fauna o di caccia autogestite, in cui gli avvelenatori hanno tutto l’interesse a sterminare qualsiasi predatore che possa interferire con l’attività venatoria».

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I boschi in cui si raccolgono tartufi possono nascondere insidie: la concorrenza tra i tartufai può infatti spingere a cercare di avvelenare il cane dei concorrenti.
I confini di coltivazioni collinari e montane sono da considerarsi anch’essi zone a rischio: l’avvelenamento di cervi, caprioli ed altri animali che possono danneggiare il raccolto è purtroppo una pratica diffusa. «Se possibile meglio non passeggiare con il cane in queste zone o valutare di fargli indossare una museruola a gabbia (previa abituazione graduale a questo strumento e solo se il cane la tollera)» continua la Lav.

È inoltre fondamentale che l’Ordinanza del Ministero della Salute «Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati» venga applicata nella sua interezza e «non venga trascurata la bonifica dell’area nella quale sono rinvenuti i bocconi e l’affissione di apposita cartellonistica per indicarne la presenza a scongiurare, come avvenuto in questo caso, ulteriori vittime» spiega l’associazione.

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