
Cronaca / Valle Cavallina
Giovedì 14 Agosto 2025
Samadou, annegato a 21 anni nell’Oglio: «Mio figlio non sapeva nuotare, non so perché lo abbia fatto»
LA TRAGEDIA. Le parole disperate del padre di Samadou Guebre, 21 anni di Albano, ripescato senza vita nel fiume Oglio dopo un tuffo mercoledì 13 agosto. In difficoltà i due giovani di Seriate che erano con lui, salvati dai passanti.

Era in Italia da poco più di un anno: dopo aver studiato in Burkina Faso, con la madre e i due fratelli più piccoli aveva raggiunto il padre ad Albano Sant’Alessandro per cercare lavoro. A 21 anni il futuro è ancora tutto da costruire. Invece i sogni di Samadou Guebre si sono infranti nelle acque del fiume Oglio in un mercoledì pomeriggio di piena estate. La sua vita spezzata, davanti agli occhi dei due amici che erano con lui. Anche loro in acqua, anche loro in difficoltà: sarebbero potuti annegare, se non fosse stato per l’intervento di alcuni passanti, che si sono buttati nell’Oglio per riportarli a riva e hanno allertato i soccorsi.
La dinamica della tragedia
La tragedia si è consumata intorno alle 17.40 di giovedì tra Palazzolo sull’Oglio e Castelli Calepio, nel tratto di fiume tra la nuova diga e un isolotto di ghiaia e sassi formatosi vicino alla sponda bresciana del corso d’acqua. Lo si raggiunge percorrendo a piedi un sentiero sterrato, che parte dal parco Metelli, luogo di ritrovo estivo per moltissimi giovani bergamaschi e bresciani della zona. È lì che i Vigili del fuoco di Palazzolo e i sommozzatori di Brescia hanno raggiunto i tre amici. Due cugini di Seriate di 16 e 22 anni, anche loro originari del Burkina Faso, erano già stati aiutati da alcuni passanti che avevano sentito le loro grida di aiuto: i Vigili del fuoco li hanno messi in sicurezza e affidati alle cure della Croce rossa intervenuta con l’ambulanza. Ma Samadou Guebre non si vedeva. Non riaffiorava da diversi minuti. L’elicottero ha sorvolato la zona per cercare di individuarlo e il Nucleo speleo fluviale ha cominciato a scandagliare il tratto di fiume verso sud, nella speranza di individuarlo ancora vivo, magari aggrappato ad alcune rocce o a dei rami. Invece per il 21enne di casa ad Albano Sant’Alessandro non c’era più niente da fare: il suo corpo esanime è stato recuperato un centinaio di metri più a sud della nuova diga.
Il lavoro per rintracciare i parenti
Ai carabinieri della Stazione di Palazzolo sull’Oglio il compito di rintracciare i famigliari della giovane vittima del fiume. La seconda, in quell’esatto tratto di fiume al confine tra le due province, dall’inizio dell’estate.
Il gruppo di amici non aveva portato a Palazzolo alcun documento e per questo non è stato facile risalire ai genitori del ragazzo, di casa ad Albano Sant’Alessandro, che in serata si sono precipitati sulla riva del fiume. Con il padre e la madre del 21enne anche il figlio più piccolo (10 anni), mentre il secondogenito (di 15) è rimasto a casa.
«Il destino me l’ha portato via per sempre», ha detto il padre, visibilmente scosso. Disperata la madre, che ha preferito allontanarsi durante le operazioni di recupero, seguire invece per filo e per segno, con una compostezza disarmante in un momento così drammatico, dal marito e dai padri degli altri due amici, portati in ospedale a Chiari per gli accertamenti del caso. Toccherà a loro spiegare ai carabinieri cosa sia successo esattamente lungo il fiume e come siano arrivati a Palazzolo, dato che nessuno di loro aveva l’auto o il motorino. «Si spostavano solo in bicicletta», ha detto uno dei genitori, anche loro originari del Burkina Faso ma di casa a Seriate.
Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri della Compagnia di Chiari e le testimonianze rese dai due amici salvati dall’annegamento, i tre si erano dati appuntamento per andare a giocare a calcio al centro sportivo di Seriate. Doveva essere un pomeriggio come tanti altri: gli amici, il pallone, l’allenamento in vista della ripresa della stagione. Poi, invece, il cambio di programma: forse per il gran caldo, forse perché hanno pensato di trascorrere il pomeriggio al relax, rimandando la partitella sul campo da calcio, sono arrivati a Palazzolo e si sono trovati un posto sulla riva del fiume. Poi il bagno nelle acque dell’Oglio, tra la diga e l’isolotto, dove la situazione è precipitata. Tutti e tre hanno cominciato ad annaspare e hanno lanciato alcune grida di aiuto, sbracciandosi dall’acqua.
Prima i bagnanti poi i soccorsi
Per fortuna alcuni passanti li hanno sentiti e, senza pensarci due volte, si sono buttati nel fiume per riportarli a riva. Nel frattempo hanno chiamato il 112, numero unico delle emergenze, e la centrale Soreu Alpi ha attivato la macchina dei soccorsi, con l’elicottero che è atterrato sull’isolotto in ghiaia vicino alla riva. Del 21enne, però, non c’era traccia in quel tratto di Oglio. Gli amici di 16 e 22 anni hanno fornito alcune indicazioni ai soccorritori, ma sul letto del fiume vicino alla diga Samadou Guebre non c’era. Le speranze di trovarlo vivo si sono affievolite sempre di più, fino al ritrovamento del suo corpo senza vita, circa due ore dopo.
La disperazione dei famigliari
«Mio figlio non sapeva nuotare nelle acque del fiume, non so perché lo abbia fatto», ha detto ancora il padre, prima di accompagnare la salma del figlio verso il parco, dove è stato raggiunto anche da alcuni connazionali dell’associazione Burkinabè di Bergamo. «Per manifestare la nostra vicinanza alla famiglia, sul luogo dell’annegamento si è recato il responsabile del gruppo giovani della nostra associazione – ha detto la presidente, Saida Dabre, esprimendo cordoglio alla famiglia –. Facciamo parte della stessa comunità». Dopo i primi accertamenti ed escluso il coinvolgimento di terzi, il pm di turno ha dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia: Samadou Guebre farà ritorno in Burkina Faso. I suoi sogni per il futuro inghiottiti dalle acque del fiume.
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