Colere-Lizzola, non c’è ancora l’accordo sul maxi comprensorio

IL DIBATTITO. Poca voglia di parlare dopo l’incontro tra i primi cittadini e la società proponente. «C’è la volontà politica, manca la quadra tecnica» Colere-Lizzola.

Vilminore di scalve

«Vediamo se alla vigilia della festa della Madonnina di Colere si smuove qualcosa». Pare che, prima che cominciasse la riunione, convocata martedì pomeriggio al Palazzo Pretorio di Vilminore di Scalve, tra Rs Impianti (la società proponente) e i rappresentanti degli enti coinvolti dal progetto del comprensorio sciistico tra le stazioni di Colere e Lizzola, uno dei partecipanti abbia pronunciato queste parole.

Una frase ironica, o forse di buon auspicio: comunque la si voglia intendere, rende bene l’idea di quanto una soluzione che sblocchi l’empasse – decisionale prima ancora che realizzativo, visto che di inizio lavori ancora non si parla – intorno all’opera (che, sulla carta, farà nascere un comprensorio da 50 chilometri di piste tra la Val di Scalve e la Val Seriana) sia attesa dal territorio e dagli enti interessati.

Il vertice al termine di giorni «turbolenti»

Da una parte il Consiglio comunale di Colere, prima convocato per venerdì scorso e poi annullato, nel quale il Comune avrebbe dovuto esprimersi rispetto all’estensione della concessione firmata nel 2023, necessaria per la realizzazione dei nuovi impianti sul lato scalvino del comprensorio. E dall’altra la mozione presentata in aula a Valbondione da Sergio Piffari, capogruppo della minoranza «Avanti Valbondione», che chiedeva (invano) all’amministrazione guidata da Walter Semperboni di concedere rapidamente la dichiarazione di pubblica utilità al progetto. In mezzo, un progetto atteso da anni, la cui necessità è stata sottolineata a più riprese dai sindaci dei Comuni coinvolti (Walter Semperboni per Valbondione, Gabriele Bettineschi per Colere e Pietro Orrù per Vilminore di Scalve), senza che però, fino a questo momento, sia stata trovata una quadra.

La giornata di martedì era quindi molto attesa, tanto che alla vigilia si parlava di un «incontro decisivo» per l’opera, che ha un costo di 70 milioni di euro: in serata, però, della tanto attesa «fumata bianca» nessuna traccia.

«È stato un lungo incontro, posso dire che ci rivedremo prossimamente – ha detto Pietro Orrù, sindaco di Vilminore di Scalve –. La volontà politica c’è, ma manca ancora la quadra tecnica». Dichiarazioni simili sono quelle rilasciate dal collega di Valbondione, Walter Semperboni, a margine dell’incontro: «I tre sindaci sono favorevoli politicamente al comprensorio Colere-Lizzola, ma bisogna limare alcune questioni tecniche».

Nessun commento, invece, dal banchiere colerese Massimiliano Belingheri, che guida la Rs Impianti, così come dal presidente della Comunità montana Valle Seriana, Giampiero Calegari. Non è dato sapere quale sia la distanza tra le parti, e nemmeno su che cosa non ci sia accordo: fatto sta che, al di là delle dichiarazioni post vertice, la riflessione è ancora in corso. E non è nemmeno detto che basti l’annunciato prossimo incontro a sbloccare la situazione.

Nessuna svolta per il comprensorio sciistico

Intanto il tempo passa e la «road map» pensata oltre un anno fa per la realizzazione dell’opera è ormai impossibile da seguire: si prevedeva, entro l’aprile passato, l’apertura del nuovo impianto di Fontanamora, nel marzo 2026 l’avvio dei lavori per l’impianto di collegamento del Pizzo di Petto, per la realizzazione della banca dell’acqua e dei nuovi impianti di Lizzola, per poi giungere alla conclusione dei lavori nel dicembre 2026.

La storia di un idea lunga 26 anni

Del comprensorio sciistico di Colere-Lizzola si parla ormai da almeno ventisei anni. L’idea è comparsa per la prima volta tra il 1998 e il 1999, quando la società Berghem-Ski (guidata allora da Sergio Piffari, ex sindaco di Valbondione e oggi capogruppo di minoranza) presentò una proposta che comprendeva anche il collegamento con gli Spiazzi di Gromo e prevedeva la costruzione di sette nuovi seggiovie di collegamento. Secondo le previsioni del tempo, la portata oraria sarebbe cresciuta di 10mila persone e le piste incrementate da 80 a 150/180 chilometri. Allora, però, non se ne fece nulla, visto che il progetto fu escluso dai finanziamenti stanziati dalla Regione con la legge 31.

Otto anni dopo, nel 2007, la situazione sembrava ormai essere pronta a sbloccarsi. Si parlava infatti di «passo avanti» per il collegamento tra le stazioni invernali di Colere, Lizzola e Spiazzi di Gromo: l’inaugurazione della pista «Vilminore» a Colere era vista come un passo importante e propedeutico alla loro unione, che avrebbe dato luogo a un grande comprensorio sciistico. L’ottimismo era grande, tanto che l’obiettivo dichiarato era quello di ottenere tutte le autorizzazioni entro il 2008. Anche in questo caso, l’operazione non andò in porto e, anzi, nel 2012 l’idea del comprensorio sciistico fu ridisegnata per l’uscita dalla partita degli Spiazzi di Gromo.

Da quel momento in avanti il progetto ha riguardato solo le due stazioni di Colere e Lizzola, con un drastico calo della «capacità» del comprensorio stesso: dai 90 chilometri di piste inizialmente prospettati ai 50 attuali.

Questa, in brevissimo, la cronistoria dell’opera: bisognerà invece ancora attendere per capire quale sarà il suo futuro.

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