Infortuni in montagna? Ognuno risponde per sé

LA NORMA. Il principio di auto responsabilità è stato stabilito dalla legge appena approvata. Cai e sindaci unanimi: «Ha vinto il buon senso».

Nel luglio dello scorso anno era stata Regione Lombardia, con un emendamento ad hoc, ad introdurre il principio di autoresponsabilità in montagna. Ora arriva anche la nuova legge nazionale sulla montagna ad esprimersi in questa direzione: chi percorre un sentiero in quota non può imputare un incidente o un infortunio subito agli enti locali sul cui territorio si trova. Un pronunciamento che trova un coro unanime di reazioni, dai sindaci (che in passato hanno dovuto affrontare cause legali, avviate da persone che avevano subito infortuni in montagna) a professionisti e associazioni della montagna.

Cadute di sassi o comportamenti imprudenti

A stabilire il principio dell’autoresponsabilità è un comma della legge sulla montagna da poco approvata in Parlamento: «Il fatto colposo del fruitore costituisce caso fortuito ai fini della responsabilità civile». Cadute casuali di sassi o infortuni per comportamenti imprudenti non saranno dunque imputabili ai Comuni o altri enti. «Accogliamo favorevolmente questo pronunciamento - reagisce il presidente del Cai Bergamo, Dario Nisoli -. Noi lo specifichiamo sempre a chi si iscrive a un corso o una gita: chi frequenta l’ambiente montano deve affrontare un rischio ineliminabile connesso all’ambiente naturale. La normativa dice una cosa, ma è bene che sia stato chiarito».

«Noi lo specifichiamo sempre a chi si iscrive a un corso o una gita: chi frequenta l’ambiente montano deve affrontare un rischio ineliminabile connesso all’ambiente naturale. La normativa dice una cosa, ma è bene che sia stato chiarito» dice il presidente del Cai Bergamo, Dario Nisoli.

Sulla stessa lunghezza anche Damiano Carrara, che guida la VI delegazione orobica del Soccorso alpino: «La montagna, anche su itinerari tracciati, è un terreno d’avventura: non si può pretendere un controllo o una sicurezza totali. La responsabilità implica la conoscenza dell’ambiente e l’uso di attrezzatura adeguata, oltre alla consapevolezza che rimane sempre un rischio imponderabile». Così anche i sindaci dei Comuni di montagna. «Mi sembra un principio talmente ovvio che sarebbe quasi inutile commentarlo - esordisce il primo cittadino di Valbondione, Walter Semperboni -. Nel 2017 un escursionista ferito da un masso aveva fatto causa al Comune, chiedendo i danni: per fortuna è arrivata la sentenza di assoluzione, perché sarebbe assurdo cercare colpevoli dove non ci sono». Semperboni ribadisce che «la montagna presenta i suoi pericoli, ma gli imprevisti sono da addebitare al fato. I sindaci hanno già in capo tanti problemi e colpe che non dovrebbero avere, per fortuna almeno questa no. La montagna non deve essere il giardino o il parco giochi di chi viene e fa quello che vuole, magari pensando di salire a duemila metri in ciabatte».

«La montagna non deve essere il giardino o il parco giochi di chi viene e fa quello che vuole, magari pensando di salire a duemila metri in ciabatte» dice il primo cittadino di Valbondione, Walter Semperboni.

Gli fa eco Claudio Agoni, primo cittadino di Schilpario: «Sarebbe assurdo il contrario. Gli imprevisti ci sono ovunque, tanto più in montagna. Se un sindaco dovesse essere responsabile di chi va in montagna, sarebbe una follia: presenterei subito le dimissioni. Questa volta ha prevalso il buon senso». Lo sostiene anche la sindaca di Castione, Samantha Tagliaferri: «In montagna servono responsabilità, conoscenza e rispetto del territorio. Ciascuno deve essere cosciente che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e assumersi il rischio, altrimenti bisognerebbe blindare tutti i sentieri e controllare ogni persona che passa».

Il plauso del Collegio guide alpine

Un plauso alla legge è arrivato anche dal Collegio nazionale delle guide alpine, che sottolineano - oltre all’importanza del principio di autoresponsabilità - anche come «viene ribadito il riconoscimento come professioni delle figure di guida alpina, aspirante guida, accompagnatore di media montagna e guida vulcanologica» e «l’attività escursionistica viene riconosciuta come strumento essenziale per la tutela e la promozione del patrimonio ambientale». «Con questa legge si compie un passo importante verso il riconoscimento concreto del valore della montagna e di chi la vive e la tutela ogni giorno anche con il proprio lavoro», commenta Martino Peterlongo, presidente del Collegio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA