Orobie, il progetto per unire Colere e Lizzola: un tapis roulant in tunnel

TURISMO. Un collegamento per creare un unico comprensorio sciistico. L’ipotesi: una galleria per congiungere le due Valli a oltre 2.000 metri. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo di domenica 7 aprile.

Come si andrà dalle piste di Colere a quelle di Lizzola? Il sogno nel cassetto è un tunnel in cui non sono previsti impianti come skilift o seggiovie, ma un tapis roulant simile a quelli usati in molti campi scuola che consentirà di sciare su 50 chilometri di piste per uno dei comprensori che si candida a diventare tra i più importanti in Lombardia.

L’atto sottoscritto venerdì da «Rs Impianti srl» (la società controllata da «Valle Decia srl», che ha acquisito e rinnovato in toto gli impianti di risalita di Colere) e cooperativa «Nuova Lizzola Onlus» è solo un’opzione d’acquisto e non trapelano né tempistiche né cifre. Ma un’ipotesi di data c’è e quella della conclusione dell’operazione e lancio di un comprensorio atteso da tempo ed è più vicina di quanto si potrebbe pensare: due anni.

Leggi anche

Diverso è ovviamente il discorso del tunnel, intervento che dovrà superare diverse fasi dal punto di vista progettuale e autorizzativo vista la delicatezza del contesto e la complessità del progetto. Nelle intenzioni il tunnel sarà nella zona tra il Passo di Fontanamora e il Pizzo di Petto a unire le due Valli e i due comprensori. Esclusa l’ipotesi di uno scavalco al Passo della Manina, punto di passaggio anche del Sentiero delle Orobie nel tratto che congiunge il rifugio «Curò» (a Valbondione) al rifugio «Albani» (a Colere).

Un tunnel che faccia da collegamento tra la zona più alta degli impianti di Colere e quella in cima alle piste di Lizzola era la soluzione già ipotizzata in passato. Ora «Rsi» non si sbilancia sui dettagli della costruzione, ma conferma che il punto di partenza a Colere sarà la Val Conchetta nella zona di Fontanamora. Da qui un tunnel condurrà ai piedi del Pizzo di Petto, sul lato seriano, da dove sarà possibile scendere nel vallone che conduce a Lizzola. I tempi sono ovviamente tutti da definire e non si annunciano brevi.

Leggi anche

Piste e rifugi

I due comprensori hanno attualmente circa 20 chilometri di piste ognuno. Due realtà che, sfruttando le quote elevate, hanno potuto godere anche quest’inverno su quantità di neve naturali importanti.

Colere – Dopo il rifacimento pressoché completo degli impianti divenuto realtà nel corso del 2023 grazie un investimento di 24 milioni di euro – conta oggi su quattro impianti (più il tapis roulant del campo scuola): la cabinovia da dieci posti che dal paese (la località Carbonera, a 1.060 metri di quota) conduce a Malga Polzone (1.560 metri); la seggiovia da sei posti Malga Polzone-Cima Bianca; la seggiovia triposto Corna Gemelle-Ferrantino (che conduce al punto più alto del comprensorio, 2.178 metri) e la biposto Capanno.

Le piste a disposizione degli sciatori sono complessivamente 12, per un totale di venti chilometri. Tra le più apprezzate c’è sicuramente la pista Italia, che solo dall’estate scorsa ha ottenuto il collaudo per l’uso turistico e quest’inverno è stata aperta nei periodi di maggiore disponibilità di neve.

Dal lato opposto del Pizzo di Petto, a Lizzola, le piste si distendono dai 1.250 metri circa del paese sino a quota 2.080, dove parte la pista del Sole, nella zona del Val Sedornia. Oltre al campo scuola, le seggiovie qui presenti sono la triposto Due Baite e le biposto Cavandola, Rambasì e Sponda Vaga. Dieci, in totale, le piste a disposizione, di diversi livelli di difficoltà: si tratta per il 23% di piste blu, per 55% di rosse e per il 22% di nere.

La storia recente della stazione sciistica di Lizzola ha visto pagine complesse: dieci anni fa il fallimento della «Sviluppo turistico Lizzola» ha messo in serio dubbio il futuro della località, che ha rischiato di finire, al pari di altre in provincia, nell’abbandono. La cooperativa «Nuova Lizzola onlus» ha rilanciato la stazione con «un decennio di lavoro incessante – scrive il Cda in un comunicato diffuso nelle scorse ore – e di collaborazione tra soci volontari e lavoratori». L’acquisto degli asset della «Nuova Lizzola» da parte di «Rsi» apre anche qui lo scenario di un rifacimento importante degli impianti, nella speranza di ottenere i fondi necessari dai bandi del ministero del Turismo. «Lavoreremo insieme a loro perché il sogno diventi realtà – commenta il presidente della “Nuova Lizzola”, Omar Semperboni –. Accogliamo questa nuova era a braccia aperte».

Entrambi i comprensori possono contare inoltre sulla presenza di tre strutture ricettive direttamente sulle piste. A Colere il rifugio più grande è il «Plan del Sole», situato il località Polzone, all’arrivo della cabinovia. In quota sono presenti invece il «Cima Bianca» e lo «Chalet dell’Aquila» («L’Albani», invece, è fuori dal tracciato delle piste). «Plan del Sole» e «Cima Bianca» saranno interessati quest’anno da un poderoso intervento di restyling, che prenderà il prossimo 15 aprile. Ammonta a otto milioni di euro l’investimento previsto per questa fase due del rilancio di Colere, che porterà suite, spa e sale congressi in quota, con l’obiettivo di intercettare diverse fasce di clientela, tutto l’anno. Nella loro nuova veste i rifugi offriranno complessivamente 90 posti letto (60 al «Plan del Sole», 20 al «Cima Bianca» e 10 allo «Chalet dell’Aquila»).

A Lizzola solo il rifugio «Campel» (a quota 1.500 metri) offre la possibilità di pernottamento, con i suoi 50 posti letto. Più in alto fanno solo servizio di ristorazione il «Due Baite» e «Il Mirtillo».

Approfondisci l'argomento sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo del 7 aprile

© RIPRODUZIONE RISERVATA