Il grazie di Sant’Omobono ai fratelli Mager: «Una vita al servizio degli altri»

SOLIDARIETÀ. Franco (morto da poco) e Fermo premiati per il loro impegno in associazioni e per il loro grande cuore.

Una vita spesa per gli altri, attraverso il volontariato che si vede e gesti di altruismo che spesso restavano nascosti. Perché l’importante non era raccontarlo, ma solo farlo. E loro tanto hanno fatto per la comunità locale, ma anche per l’intera valle e senza mai sacrificare la famiglia. Gli affetti. I legami personali. Così, se il Premio Carità assegnato dalla commissione biblioteca di Sant’Omobono viene solitamente assegnato a un’associazione, quest’anno la scelta è stata quella di conferirlo ai fratelli Franco, 83 anni, recentemente scomparso, e Fermo Mager, 84, che «tanto hanno operato per il bene altrui e a favore della comunità».

La consegna del premio è avvenuta nei giorni scorsi, in occasione della festa patronale del paese, alla presenza del parroco don Guido Rottigni, il sindaco Sauro Ivo Manzoni, il vicesindaco Demis Todeschini, l’assessore alla Cultura Maristella Sirtori e la presidente della commissione biblioteca Cristina Fenaroli. Il sindaco ha sottolineato: «Con molta umiltà e responsabilità hanno operato in diverse e importanti associazioni del paese e hanno dato un contributo positivo alla vita di molte persone anche grazie alla loro attività lavorativa». Per l’assessore Sirtori: «Il premio conferito ai fratelli Mager è la testimonianza di una vita spesa nel volontariato a favore della comunità».

Franco legato al calcio Valle Imagna, ad Avis e Aido; Fermo per anni presidente del corpo bandistico locale e presidente della sezione atletica. Promotori del trofeo Mager, una cronoscalata individuale al Resegone e alpini orgogliosi al punto da aver portato avanti il gemellaggio con un gruppo alpini della provincia di Udine. «Ma in generale – racconta il sindaco – hanno fatto tanto per la valle. Erano titolari della ditta Mager che produce oggetti in legno e hanno dato lavoro a tante famiglie. Forti e decisi come dicono i loro nomi».

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