Cronaca / Valle Imagna
Venerdì 12 Dicembre 2025
Morì a Berbenno in una gara di ciclismo: l’amore per Michele si fa aiuto verso gli altri
IL RICORDO. Grazie alla donazione dei genitori del 31enne morto in bici a maggio, nasce un fondo per famiglie in difficoltà.
Berbenno
Quando il dolore per la perdita dell’unico figlio genera amore sottoforma di aiuto nei confronti di si trova in difficoltà, è lì che si vede, ancora tangibile, il segno che continua a lasciare una giovane vita spezzata troppo presto. «Michi ha lasciato il segno, ha scatenato molto amore. I
«Michi ha lasciato il segno, ha scatenato molto amore. I gesti di solidarietà permetteranno al mondo di non dimenticarsi di lui»
gesti di solidarietà permetteranno al mondo di non dimenticarsi di lui». Stefania Passerini, dall’altro capo del telefono a Cavenago d’Adda, nel Lodigiano, parla con emozione del figlio, morto la prima domenica dello scorso maggio a Berbenno, durante la 27a BGY Airport Granfondo di ciclismo . Pochi giorni dopo Michele Negri avrebbe dovuto compiere 32 anni. Invece da quel tragico momento una foto e dei fiori lo ricordano lungo la strada provinciale che tante volte aveva percorso durante gli allenamenti e le sue «scalate». Il Comune ha già spedito le pratiche in Via Tasso per posizionare una targa in sua memoria. I ciclisti nel fine settimana si fermano, gli porgono un saluto, recitano una preghiera. Ma d’ora in avanti Michele continuerà a vivere anche in coloro che verranno toccati dall’amore dei suoi famigliari. Quello che provavano e provano tuttora per quell’unico figlio e nipote. Quello che, trasformandosi, diventerà solidarietà e aiuto alle famiglie bisognose.
Per le spese scolastiche dei figli in difficoltà
Grazie alla generosità dei famigliari, il Comune di Berbenno ha istituito il «Fondo in ricordo di Michele Negri, l’amore genera amore». Del valore complessivo di mille euro, è destinato a sostenere le famiglie residenti che affrontano difficoltà economiche nella gestione delle spese scolastiche e dei servizi educativi dei propri figli. «Siamo profondamente grati alla famiglia Negri per questo gesto di grande umanità e sensibilità – sottolinea il sindaco, Manuel Locatelli, che il 4 maggio era lì, lungo la provinciale, e si dice profondamente toccato dalla vicenda –. Il fondo rappresenta non solo un concreto sostegno alle famiglie con figli in età scolare, ma anche un messaggio di speranza e attenzione verso la nostra comunità. È un modo nobile per trasformare il dolore in solidarietà e costruire, nel nome di Michele, un presente più attento e solidale».
Il dolore per la perdita dell’unico figlio «non si trasforma –rivela mamma Stefania –. Non si cancella, il tempo non lo allevia. Devi solo cercare il modo di fare posto a questo dolore, affinché diventi tuo compagno di vita, affinché diventi qualcosa di positivo»
Ma il dolore per la perdita dell’unico figlio «non si trasforma –rivela mamma Stefania –. Non si cancella, il tempo non lo allevia. Devi solo cercare il modo di fare posto a questo dolore, affinché diventi tuo compagno di vita, affinché diventi qualcosa di positivo. Dolore e amore in questo caso coincidono». Poi cita il «seme» del Vangelo, quel chicco di grano che quando muore produce frutto e «rinasce sotto altre forme». Come l’amore di mamma Stefania e papà Pierangelo per il loro «Michi, perno attorno a cui ruotava tutta la famiglia». Ricorda anche la metafora del fuoco, che brucia la foresta e lascia solo cenere: «Per ridare vita alla cenere c’è poco da fare». Da qui la scelta di tramutare l’amore in solidarietà, abbracciando una comunità intera.
Le grandi passioni di Michele
Giovane dall’animo profondo, Michele Negri aveva fatto della resilienza una filosofia di vita, impegnandosi a fondo in tutto ciò che faceva, dagli studi al liceo scientifico e poi all’Università di Economia, dal ciclismo al lancio di precisione nella pesca con la mosca (era campione italiano), passando per il lavoro: era programmatore informatico e Technical leader. Un punto di riferimento per i colleghi, ma anche per i compagni di squadra, la Mp Filtri di Milano. «In uno dei suoi scritti aveva annotato questa frase: “Penso che la resistenza sia la mia vera forza in bici, e penso che serva anche nella vita. Infondo la vita non è altro che resistere a ciò che ci accade cercando di prenderne il meglio”. Sembra l’abbia scritto apposta per noi».
Il dolore e la vicinanza di Berbenno
Ad aiutare, con la loro vicinanza, la famiglia di Michele fin dai primi e più drammatici momenti erano stati alcuni cittadini di Berbenno. «Noi quella domenica eravamo a Bergamo ad aspettarlo. Quando siamo arrivati, sconvolti, abbiamo trovato alcuni sconosciuti che gli sono rimasti a fianco negli ultimi momenti. Sono rimasti a fargli compagnia e ci hanno accolto con calore umano e fisico, dato che quel giorno faceva freddo e ci hanno dato delle coperte. Quei volti poi sono diventati nomi: Manuel, Elisa e Sergio, il primo che lo ha soccorso. Oggi a Berbenno c’è la nostra famiglia allargata: è l’eredità che ci ha lasciato Michi, come a dire “non vi lascio soli”. E allora come si può non aiutare?».
A testimoniare il legame intessuto con la famiglia di Michele Negri è anche la vicesindaca Elisa Bolis: «Da Stefania e Pierangelo abbiamo scoperto che Michele era già stato molte volte a Berbenno, cui era affezionato. Sui social aveva postato diverse foto dal nostro paese. Poi è nata l’idea di istituire il fondo per aiutare le famiglie che non riescono a far fronte al pagamento delle spese per la mensa, il trasporto o le attività extra scolastiche, in modo da garantire ai figli delle famiglie meno abbienti le stesse possibilità che hanno gli altri bambini». Da qui l’idea di sottolineare, anche nel nome del fondo, che «l’amore genera amore». Prende il nome di aiuto, solidarietà, vicinanza, sostegno. Ma anche chiamandolo in modo diverso, resta l’amore di una madre e un padre per il proprio figlio. L’amore per Michele.
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