Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 15 Dicembre 2025
Attentato di Sidney, una bergamasca racconta: «Le persone in fuga per salvarsi»
LA TESTIMONIANZA. Jacqueline Gualdi, 35enne originaria di Vertova, da sei anni vive a Sydney, proprio nel quartiere di Bondi Beach.
Incredulità, paura, stupore. Sono questi i sentimenti che si respirano tra i cittadini di Sydney, nelle ore successive all’attacco terroristico andato in scena verso le 18,40 di ieri (ora locale) nella capitale australiana, a pochi passi dalla spiaggia di Bondi Beach durante la festa ebraica di Hanukkah, conosciuta anche come la festa delle Luci.
Lo riporta Jacqueline Gualdi, 35enne originaria di Vertova, che da sei anni vive a Sydney, proprio nel quartiere di Bondi Beach. «Abito a circa un chilometro dal luogo dell’attentato - riferisce ancora scossa per quanto accaduto -, questo è uno dei quartieri più prestigiosi della città, dove il costo delle case si aggira attorno ai 30mila euro al metro quadro. È una zona molto viva, ma allo stesso tempo tranquilla, e dista una ventina di minuti dal centro. Qui vive una folta comunità ebraica, probabilmente la più grande della città. La spiaggia di Bondi è una delle principali attrazioni del quartiere, e durante la bella stagione (in Australia è tarda primavera, ndr) si popola di bagnanti. Oggi (ieri, ndr) quando alle 18,40 sono iniziati gli spari, la spiaggia era piena, ed il bersaglio erano circa 30mila ebrei che stavano festeggiando la festa di Hanukkah in un parco adiacente alla spiaggia».
«La gente è corsa via lasciando lì tutto, l’importante era mettersi in salvo, aldilà di cosa stesse accadendo»
Amici e colleghi presenti in zona le hanno riferito di un fuggi fuggi generale, originato da una situazione in prima battuta non troppo chiara. «All’inizio non si è capito subito cosa stesse accadendo - prosegue -, alcune mie conoscenze che erano in spiaggia dopo aver sentito i primi spari, sono fuggite. La gente è corsa via lasciando lì tutto, l’importante era mettersi in salvo, aldilà di cosa stesse accadendo. Solo dopo si è sparsa la voce di un attentato, che è poi stato confermato anche dal primo ministro e dal capo dell’intelligence intervistati dai media locali. Una vicina di casa invece mi ha detto che inizialmente si pensava anche a dei fuochi d’artificio, ma purtroppo non era così. Io ero in strada in quel momento, non esattamente vicino al luogo dell’accaduto, ma ho notato che era successo qualcosa perché ho visto un dispiegamento di mezzi della polizia muoversi in strada, elicotteri in cielo e navi delle forze dell’ordine in mare che invitavano le persone sulla spiaggia ad allontanarsi. L’area infatti poi è stata chiusa, e diverse ore dopo erano ancora in corso accertamenti da parte degli inquirenti».
«Io ero in strada in quel momento, non esattamente vicino al luogo dell’accaduto, ma ho notato che era successo qualcosa perché ho visto un dispiegamento di mezzi della polizia muoversi in strada, elicotteri in cielo e navi delle forze dell’ordine in mare che invitavano le persone sulla spiaggia ad allontanarsi»
Mai successo prima
Un evento straordinario per l’Australia, dove mai prima d’ora si era verificato un attentato e di questa portata. «Da quando sono qui non è mai successo nulla, è una città ed una nazione accogliente e votata alla multiculturalità. Il livello di criminalità è basso, e soprattutto non si è minimamente abituati agli attacchi terroristici che in Europa invece si susseguono già da diversi anni. C’è anche paura per una situazione globale che, considerato che si è arrivati a colpire persino qui, sembra essere proprio fuori controllo».
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