Casnigo, resta grave la 24enne accoltellata: mercoledì l’interrogatorio dell’ex fidanzato

VAL SERIANA. L’uomo ai carabinieri non ha confessato l’episodio: ora gli potrebbe essere contestata anche la premeditazione. Mercoledì 15 maggio sarà interrogato dal gip.

È stato probabilmente il classico incontro «chiarificatore» quello sfociato domenica a mezzogiorno, in un boschetto tra Casnigo e Leffe, nell’accoltellamento di una ragazza ucraina di 24 anni da parte del romeno di 36 anni con il quale aveva convissuto fino a circa due mesi fa a Gorle. I due si erano dati appuntamento, ma lui si è presentato con un grosso coltello da cucina, con il quale ha inferto diversi fendenti alla ragazza, che è però riuscita a chiamare il 112 e farsi soccorrere. È ancora in prognosi riservata, gravissima all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Al romeno – di professione muratore, padre di un bambino avuto da una precedente relazione – probabilmente verrà contestata l’aggravante della premeditazione: è accusato di tentato omicidio, mentre per il momento non risulta la contestazione di violenza sessuale. Si attendono infatti gli esiti degli esami cui è stata sottoposta la ventiquattrenne in ospedale. L’interrogatorio del romeno davanti al gip, inizialmente previsto per martedì, si terrà mercoledì 15 maggio: ai carabinieri e al pm non ha voluto rilasciare dichiarazioni, anzi ha negato di essere stato lui a ferire quasi mortalmente l’ex fidanzata.

Tuttavia era stata lei stessa a fare il suo nome ai soccorritori, prima di essere trasferita in ospedale con l’elisoccorso. Il romeno era stato poi rintracciato dai carabinieri di Clusone non distante da via Carrali, una cui stradina sterrata laterale è stato il luogo dell’aggressione, avvenuta sulla Toyota Yaris della coppia. La giovane è stata colpita con diverse coltellate e, all’arrivo dei soccorritori, era accanto alla vettura ancora cosciente ma dolorante per le gravi ferite.

Si erano lasciati due mesi fa

I due si erano lasciati circa due mesi fa e in precedenza pare non vi fossero stati dissidi, perlomeno balzati all’attenzione dei carabinieri. Soltanto qualche screzio sembra vi fosse stato per dividersi alcuni oggetti condivisi nell’abitazione di via Celadina a Gorle dove la coppia aveva convissuto, quando poi lei si era trasferita da un’amica e lui era rimasto ad abitare lì, senza mai avere alcun tipo di problema con i vicini di casa.

Forse l’appuntamento in auto era stato voluto proprio per definire ulteriori dettagli sugli oggetti suddivisi. Davanti ai carabinieri della compagnia di Clusone il trentaseienne non ha ammesso quanto gli veniva contestato. Resta da capire se oggi il romeno deciderà di parlare davanti al giudice per le indagini preliminari, dove sarà assistito dall’avvocato di fiducia Cristiana Tagliarini, e fornire la sua versione dei fatti. Il romeno, regolare sul territorio italiano così come la ventiquattrenne ucraina, dopo aver lavorato come muratore era diventato di recente caposquadra. Il suo legale parla di un uomo che, da quanto lo ha potuto conoscere, è sempre stato «equilibrato e un padre eccezionale».

Arrestato dai carabinieri

Aveva quindi iniziato la relazione con la giovane ucraina, ma la storia si era conclusa di recente. Come detto, lui era rimasto a vivere nella casa che avevano condiviso a Gorle, mentre lei era andata via ed era attualmente ospite da un’amica. Probabilmente, nonostante le discussioni per la divisione di alcuni oggetti della casa, erano rimasti in buoni rapporti. Poi, domenica, sono andati insieme a Casnigo dove, poco prima di mezzogiorno è arrivata la richiesta di aiuto da parte della ragazza. La giovane ha detto al telefono con il «112» di essere stata ferita e che perdeva sangue. I soccorsi sono arrivati subito e l’hanno trovata a terra, accanto alla Yaris con cui i due erano arrivati nella zona. La ventiquattrenne era stata trasportata in codice rosso al Papa Giovanni. Il trentaseienne è stato rintracciato poco lontano: inizialmente si era dileguato, poi era tornato nella zona di via Carrali forse per accertarsi che fossero scattati i soccorsi alla ex o comunque per verificare come la ragazza stesse. In quel momento erano però già intervenuti, oltre ai mezzi del 118, anche i carabinieri della compagnia di Clusone e della stazione di Gandino, che lo avevano fermato senza che opponesse resistenza. Il coltello da cucina usato per ferire la giovane è stato trovato non distante dall’auto e posto sotto sequestro come la Yaris, sottoposta ai vari accertamenti da parte della scientifica dell’Arma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA