
Cronaca / Valle Seriana
Sabato 19 Luglio 2025
Clusone, il paese dove i negozi sopravvivono alla sfida dell’«e-commerce»
IL DATO. Qui il 12% delle attività storiche premiate: «Il segreto? Tradizione e relazioni basate sulla fiducia». L’assessore Balduzzi: «Importante la memoria collettiva».
Clusone
Il senso di comunità e le persone che consentono di costruire relazioni autentiche, il contesto di un centro storico in cui bellezze storico artistiche si fondono con il tessuto commerciale: sono i punti di forza delle botteghe della Città di Clusone dove si trovano nove (12%) delle 74 attività bergamasche che hanno ricevuto giovedì 17 luglio il riconoscimento di «Attività storica e di tradizione» da Regione Lombardia. Nove tra negozi, botteghe artigiane e locali storici che si aggiungono a quelli già certificati, ma una piccola parte delle attività baradelle che avrebbero i requisiti per ricevere il riconoscimento. A Clusone, nonostante i cambiamenti del settore, le attività resistono.
«Una tradizione viva»
«A Clusone, il commercio non è solo un’attività economica: è una tradizione viva, fatta di botteghe, relazioni di fiducia e memoria collettiva - commenta Roberto Balduzzi, vicesindaco e assessore al Commercio e turismo -. Il riconoscimento della Regione di numerose attività storiche clusonesi è un risultato che rende profondamente orgogliosa la nostra città. Dimostra come la comunità dei commercianti clusonesi sappia custodire e valorizzare le sue radici, premiando la dedizione di famiglie e imprenditori che, da decenni, contribuiscono all’identità economica clusonese».
«Fidelizzare quotidianamente»
E sono loro, gli imprenditori a confermare che, ciò che chiede il cliente è la relazione, il confronto, il dialogo, che si costruiscono con passione, tempo e pazienza, fidelizzando i clienti. Le attività certificate quest’anno sono Cicli Pellegrini (dal 1934), Extasis Profumeria dal 1984, dove oggi Alessandra e Paola affiancano mamma Samuella e zia Giovanna: «Il servizio personale e accogliente fa la differenza oggi». In piazza Orologio «Giornali e tabacchi» delle sorelle Bianchi è un punto di riferimento dal 1961: «Per noi l’edicola è un po’ casa, e si cerca di fidelizzare quotidianamente i clienti», dicono.
«Molte attività, che proponevano un modello di business che funzionava, negli anni hanno investito, si sono rinnovate mantenendo l’attenzione al cliente, la qualità del servizio e dei prodotti»
La ricetta storica del «Biscotto di Clusone» è della Pasticceria Trussardi (1978) dove Martina Oprandi ha rilevato nel 2021 l’attività mantenendo l’insegna, le ricette e la filosofia: «Il biscotto di Clusone, il cannoncino doppio fatto con il bastoncino di legno, i sapori della pasticceria tradizionale sono le cose che la gente apprezza di più». Tra le attività storiche anche «Samantha Calzature» dal 1981, il Fornaio Bonadei dal 1982, il ristorante La Bussola dal 1969, il ristorante «Commercio Mas-cì» e il «Rifugio San Lucio».
Come hanno fatto a resistere? «Sicuramente investendo su loro stessi, sulla formazione, anche tramite le iniziative del Distretto del commercio, adeguando i propri locali al cambiamento ma mantenendo sempre una relazione calda, personale, dedicata al proprio cliente che si sente accolto e seguito».
«Un servizio alla comunità»
La relazione vera e autentica, secondo i commercianti, fa la differenza. E poi il contesto: rispetto a un centro commerciale Clusone offre una città d’arte e natura oltre a un’ampia tipologia di negozi. «Come Amministrazione - aggiunge Balduzzi ricordando anche diverse iniziative e sgravi per riattivare le aperture dei negozi sfitti - continuiamo a sostenere queste realtà, promuovendo iniziative che attraggano nuovi visitatori e cittadini sensibili a un modello di sviluppo autentico». Il concetto è che il commercio sia un «servizio alla comunità», precisa. «Clusone ha una tradizione commerciale importante, è un centro attrattivo per il territorio», conferma il presidente del Distretto del commercio Alta valle Seriana Clusone, Michele Lazzaretti, a sua volta figlio di commercianti. «Molte attività, che proponevano un modello di business che funzionava, negli anni hanno investito, si sono rinnovate mantenendo l’attenzione al cliente, la qualità del servizio e dei prodotti. La sfida è legata al cambio generazionale, all’obiettivo di non perdere la tradizione di una bottega. Serve sostegno economico e la Regione ha attivi dei bandi sul tema».
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