Cronaca / Valle Seriana
Mercoledì 17 Dicembre 2025
Il sindaco di Alzano: «Basta video di urbex: esempi negativi»
IL CASO. L’appello a influencer e siti: «Cancelliamo i filmati e la polizia postale blocchi i nuovi». La proprietà dell’ex Italcementi: «Non denunceremo gli amici di Daniel. Ma altre intrusioni a poche ore dal dramma».
Alzano
«Da sindaco, da genitore e da cittadino, invito gli influencer a interrompere la promozione e la diffusione di video e contenuti che incentivino l’accesso abusivo a edifici e aree private o pericolanti, e invito le piattaforme che ne diffondono i contenuti a vietarne il caricamento o comunque a vietarne la diffusione. E invito anche i proprietari dei luoghi interessati, oltre a prodigarsi per evitare accessi abusivi, a procedere con le denunce previste dalla legge. E, infine, auspico che la polizia postale rimuova tali contenuti dal web».
L’appello del sindaco
Non usa mezzi termini il sindaco di Alzano Camillo Bertocchi, che ha messo nero su bianco in una lettera istituzionale una serie di riflessioni indirizzate «agli youtuber e ai creator di contenuti digitaliche promuovono la pratica dell’urbex»: una missiva in cui il primo cittadino confida «in un’assunzione di responsabilità da parte di tutti» perché, scrive, «la morte di un ragazzo è un richiamo severo alla responsabilità collettiva, che coinvolge tutti e anche chi, attraverso i media digitali, ha la capacità di influenzare comportamenti e scelte». La tragica morte a soli 19 anni di Daniel Esteban Camera Garcia, di Casnigo, caduto per cinque metri mentre perlustrava, attorno all’una di sabato notte, l’ex Italcementi, è una ferita fresca e aperta per tutto il territorio. Oggi, 17 dicembre, sarà l’ultimo giorno per portare un saluto al diciannovenne, la cui salma è composta nella casa del commiato di Gazzaniga, al civico 6 di via Salici, aperta dalle 8,30 alle 11. Il Comune di Casnigo e i commercianti hanno deciso, in segno di lutto, di spegnere le luminarie natalizie.
Le responsabilità
Poi il feretro di «Garcia», come tutti affettuosamente lo chiamavano, verrà portato al tempio crematorio (non sono previste cerimonie). «La tragedia che ha colpito la nostra comunità impone una riflessione profonda e non eludibile – rileva il sindaco Bertocchi nella sua missiva –. Il tema centrale resta certamente quello dell’incoscienza di giovani che sottovalutano il pericolo e violano la proprietà privata. Tuttavia, sarebbe gravemente riduttivo fermarsi a questa sola lettura. Esiste una responsabilità altrettanto rilevante, che ricade sugli adulti: su chi minimizza il problema e, ancor più gravemente, su chi arriva a promuovere, esaltare o spettacolarizzare pratiche illegali e pericolose come la cosiddetta urban exploration». Dal canto suo, la proprietà dell’ex Italcementi – la società «Eco costruzioni Srl» di Carobbio degli Angeli, che ha acquisito l’area da ventiduemila metri quadrati a settembre –, a sua volta profondamente colpita dalla tragedia, non è intenzionata a sporgere denuncia nei confronti degli altri quattro ragazzi che erano con Daniel: l’invasione di proprietà è un reato che prevede necessariamente la denuncia di parte e non un’indagine d’ufficio da parte della Procura. Che, infatti, non ha aperto fascicoli sull’incidente, visto che la dinamica è risultata drammaticamente chiara e che la recinzione dell’ex cementificio regolare (è alta due metri e mezzo) per impedire un facile accesso all’area.
Nuove intrusioni nel giorno della tragedia
Dalla proprietà, auspicando nella possibilità di intervenire con un progetto di recupero in tempi rapidi, spiegano che «già la recinzione è molto alta, ma che saranno eventualmente adottate ulteriori provvedimenti per impedire l’accesso, perché episodi come quello di sabato notte non accadano di nuovo». Anche perché è emerso che gli accessi all’area sono tutt’altro che cessati: già domenica 14 dicembre, attorno alle 17, dunque il giorno dopo la drammatica morte di Daniel, sono stati trovati due uomini – sui trent’anni – all’interno dell’area e sono stati allontanati.
Gli amici: «Non volevo crederci»
Intanto gli amici e coetanei di Daniel non si danno pace per l’accaduto: «Quando ho saputo che era lui, non ho voluto crederci: non mi è mai sembrato il tipo da fare queste cose – racconta Raffaele Gherardi, diciottenne di Gandino –: non sapevo si dedicasse a queste esplorazioni. So che c’è chi le fa in zona, ma non pensavo certo a lui».
«Quando domenica mattina hanno iniziato a circolare le quattro iniziali della vittima nell’ex Italcementi, mi si è gelato il sangue e ho capito che era lui»
Raffaele conosceva «Garcia» dalla terza media: «È arrivato in classe quando è tornato in Italia dalla Colombia, nel 2020 – ricorda –: non parlava bene l’italiano all’inizio, ma è sempre stato un ragazzo tranquillo e a modo. Spesso ci trovavamo come compagni anche a giocare a calcetto e lui non mancava mai: era un ottimo portiere. Anche dopo la fine delle Medie e quando lui ha iniziato a frequentare il corso di arte grafica a Clusone siamo rimasti in contatto e fino a un anno fa veniva ancora a giocare a calcio». L’ultima volta che Raffaele ha incontrato Daniel è stato sabato l’altro, una settimana prima della tragedia: «Eravamo al bar Lù di Gandino, dove spesso ci troviamo tra giovani. Ci siamo salutati e abbiamo chiacchierato come sempre. Quando domenica mattina hanno iniziato a circolare le quattro iniziali della vittima nell’ex Italcementi, mi si è gelato il sangue e ho capito che era lui. Ci mancherà davvero molto».
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