A Vilminore non solo formaggi ma un progetto per produrre carne e insaccati a «km 0»

Val di Scalve Produzione e lavorazione di carne, insaccati e pasta della tradizione locale troveranno spazio nei locali sul retro della storica latteria.

L’obiettivo è quello di valorizzare i prodotti a chilometro zero, favorendo la possibilità di lavorare le materie prime direttamente sul territorio: la Comunità Montana di Scalve ha approvato un progetto per la sistemazione di alcuni locali che si trovano in un edificio sul retro della Latteria Sociale Montana di Scalve, a Vilmaggiore (frazione di Vilminore di Scalve), con l’obiettivo di creare (tra gli altri) uno spazio per la lavorazione in loco della carne.

Qui anche la produzione delle tipiche «creste scalvine»

«Il progetto, appena approvato, riguarda la sistemazione di un edificio che si trova esattamente dietro la Latteria - spiega il Presidente della Comunità Montana della Valle di Scalve, Gabriele Bettineschi -. Si tratta della realizzazione, in un edificio da ristrutturare, di spazi con funzioni differenti, tutti pensati per una maggiore valorizzazione delle produzioni locali e per implementare l’offerta di prodotti a chilometro zero. Nei locali che verranno rimessi a nuovo troverà spazio un nuovo locale destinato alla lavorazione delle carni, uno spazio che potrà essere utilizzato come pastificio (per la produzione, per esempio, delle creste scalvine - la pasta ripiena di formaggetta caratteristica della valle, ndr) e una cella in cui potranno essere depositate, in attesa di smaltimento, le carcasse degli animali, non solo quelli degli agricoltori, ma anche quelle che rimangono a seguito di incidenti stradali, che ogni tanto occorrono anche sulle nostre strade». Attenzione però, il locale non diventerà un macello.

La produzione locale

«Per macellare la carne - spiega Bettineschi - bisognerà continuare ad andare fuori Valle, esattamente come accade attualmente. Di fatto però grazie alla disponibilità di questi nuovi spazi potremo contribuire a valorizzare le produzioni locali, come quella, per esempio, degli insaccati o di altri prodotti di questo tipo, mettendo a disposizione un ambiente con tutte le caratteristiche igienico-sanitarie del caso. È importante valorizzare le produzioni locali, ma è importante farlo rispettando tutte le norme: in questo campo non si può improvvisare». Ogni spazio della struttura sarà autonomo e ognuno avrà un ingresso dedicato. «Il fabbricato - aggiunge Bettineschi - è di proprietà della Comunità Montana. Ciò significa che, quando gli spazi verranno ristrutturati completamente, verrà indetto un bando per la loro gestione». Il progetto di sistemazione ha un valore di 450 mila euro: nonostante il progetto sia appena stato approvato, il finanziamento dell’opera è già stato individuato. «I fondi che utilizziamo per realizzare questo intervento - conclude il presidente - arrivano da quello che venne definito “piano Marshall”, i 35 milioni di euro distribuiti alle Comunità Montane quando ancora io non ero presidente. Questi 450 mila euro fanno parte del gruzzolo da 1 milione e 450 mila destinato alla Valle di Scalve».

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