Volontariato in crisi, ma in Bergamasca patrimonio diffuso

L’APPUNTAMENTO. Il 5 dicembre la Giornata mondiale. Al «Polaresco» un convegno sulle sfide per il settore e i riconoscimenti ai vincitori della 5ª edizione del Premio

Il 5 dicembre di ogni anno si celebra la Giornata internazionale del volontariato: istituita nel 1985 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità che i volontari quotidianamente mettono in campo in tutto il mondo. A Bergamo secondo i dati Istat del 2011 i volontari sono più di 100mila, un numero che però ci si chiede se oggi sia ancora lo stesso perché i primi dati del censimento permanente delle istituzioni non profit presentati da Istat il maggio scorso evidenziano a livello nazionale un calo del 15% nel numero dei volontari.

Una stagione non semplice

«Che il volontariato abbia vissuto una stagione non semplice, che forse non è ancora terminata, è un dato innegabile. Ma sono convinto che sia una fase trasformativa e non la fine di un’epoca - spiega il presidente di Csv Bergamo, Oscar Bianchi -. Purtroppo i dati provinciali non sono disponibili, ma se è vero che dopo la pandemia e con l’introduzione del Registro unico nazionale del Terzo Settore molte organizzazioni hanno mostrato fatiche, è altrettanto vero che a Bergamo quando c’è bisogno dei volontari le persone si mobilitano. Basti pensare ai più di 500 cittadini che quest’anno si sono impegnati per Capitale della Cultura o ai più di 300 che in poche ore si sono candidati per la Piadina Solidale».

Elementi che raccontano come, anche in una terra da sempre ricca di volontariato come la Bergamasca, la solidarietà stia assumendo accanto alle modalità più tradizionali anche forme nuove. «Di fianco alle forme più storiche e strutturate di volontariato, che nella nostra provincia rappresentano comunque un patrimonio inestimabile se pensiamo che solo le organizzazioni iscritte al Runts sono 1.716, ci sono forme di impegno non inquadrate dentro alle organizzazioni con caratteristiche differenti. Questo ci fa dire che l’impegno resta un valore, che la solidarietà e l’altruismo sono ancora un patrimonio diffuso della nostra terra. Ma abbiamo bisogno di alimentarli e rigenerarli, non solo in termini di ricambio generazionale ma anche con la capacità di innovare, di costruire rapporti con mondi diversi da quelli a cui il volontariato tradizionalmente si rivolge (come ad esempio l’impresa) e di utilizzare linguaggi nuovi più inclusivi e accessibili».

Sono questi i temi che Csv Bergamo insieme a Fondazione della Comunità Bergamasca, Provincia di Bergamo e L’Eco di Bergamo hanno scelto di mettere al centro della Giornata internazionale del volontariato, aderendo al messaggio scelto per quest’anno dalle Nazioni Unite «Se tutti lo facessero, il mondo sarebbe un posto migliore».

Bergamo Terra del Volontariato

L’appuntamento è martedì 5 dicembre alle 18.30 allo Spazio Polaresco di Bergamo in una serata dal titolo «Cosa succede al volontariato?». A guidare la riflessione sarà il sociologo Mauro Magatti, che proverà a tracciare le sfide che il volontariato dovrà perseguire nei prossimi anni per rigenerare le comunità e continuare a portare valori della vita dei cittadini. Al termine dell’incontro verranno premiati i vincitori della quinta edizione del «Premio Bergamo Terra del Volontariato». La partecipazione all’incontro è gratuita e il programma completo è disponibile sul sito bergamo.csvlombardia.it.

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