Cronaca / Valle Cavallina
Martedì 28 Ottobre 2025
Lite a Zandobbio, allevatore ferito con un machete: rischia una mano
L’AGGRESSIONE . L’episodio domenica 26 ottobre, quando l’agricoltore ha sorpreso un cacciatore in un recinto di sua proprietà. Il 48enne soccorso da un amico: è stato operato a Monza.
Zandobbio
Una violenta lite tra un allevatore di pecore e un cacciatore di cinghiali è culminata, domenica mattina (26 ottobre) a Zandobbio, nel ferimento dell’agricoltore, colpito con un machete-roncola. L’uomo, 48 anni, residente proprio a Zandobbio, avrebbe messo le mani in avanti per parare il colpo del machete e la lama, affilatissima, gli ha causato una profonda ferita alla mano sinistra e una lesione anche alla mano destra. Ora è ricoverato all’ospedale San Garardo di Monza, dove ieri (lunedì 27) è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico durato tutto il pomeriggio: in base a come andrà l’operazione si saprà se perderà o meno l’uso della mano sinistra.
Pare comunque che purtroppo almeno un dito sia già compromesso per le profonde lesioni causate dalla roncola. Sull’episodio indagano i carabinieri della stazione di Trescore Balneario. La lite è scoppiata attorno alle 9,30 in un terreno di via Sommi di proprietà dell’allevatore. Lì il quarantottenne, che abita nella zona, tiene una cinquantina di pecore e domenica mattina si era portato nella sua proprietà per costruire, assieme a un conoscente che l’avrebbe raggiunto di lì a poco, una tettoia alla mangiatoia degli animali.
Arrivato tuttavia nel campo recintato, avrebbe sorpreso all’interno il cacciatore con il fucile e nessuna delle sue pecore. Ne sarebbe nata una discussione, con l’allevatore che ha lamentato l’assenza delle pecore, fatto per il quale già un anno fa aveva sporto denuncia. A suo dire – riferisce chi lo conosce – i cacciatori di cinghiali avrebbero l’abitudine di danneggiare il recinto – parte del quale realizzato con le reti mobili per spostare le greggi – durante le loro ricerche. La discussione tra i due si è fatta subito animata: l’allevatore avrebbe affrontato il cacciatore, disarmandolo e lanciando il suo fucile oltre la recinzione. «Ora resti qui e chiamiamo i carabinieri», gli avrebbe intimato.
La discussione tra i due si è fatta subito animata: l’allevatore avrebbe affrontato il cacciatore, disarmandolo e lanciando il suo fucile oltre la recinzione. «Ora resti qui e chiamiamo i carabinieri», gli avrebbe intimato
Usato un machete
A quel punto – stando a quanto riferito dalla vittima – il cacciatore avrebbe estratto il machete, arnese impiegato per tagliare la vegetazione durante le battute di caccia al cinghiale. Si sarebbe quindi rivolto verso l’allevatore, colpendolo con la grossa roncola: il quarantottenne, d’istinto, avrebbe portato le mani in avanti per difendersi, venendo così colpito in particolare alla mano sinistra, che ha riportato un profondissimo taglio tra il pollice e l’indice. Ferita anche la mano destra.
Fino a lunedì non erano comunque stati presi provvedimenti: si attende la formalizzazione della denuncia da parte del ferito
Mentre l’allevatore è uscito dal recinto per chiedere aiuto, sanguinante (ancora ieri erano presenti le macchie di sangue lungo via Sommi), il cacciatore si è allontanato. Poco dopo è arrivato il conoscente con il quale il quarantottenne aveva già appuntamento per realizzare la tettoia: è stato lui a soccorrerlo e a chiamare il 112. Lo ha quindi portato in auto fino a piazza Monumento, dove il ferito è stato preso in carico dal personale del 118 e portato inizialmente all’ospedale di Seriate, per poi essere trasferito al San Gerardo di Monza. Il cacciatore è stato poi identificato dai carabinieri, ai quali avrebbe però fornito una versione diversa, sostenendo che l’allevatore si sarebbe ferito da solo alle mani durante la colluttazione. Fino a lunedì non erano comunque stati presi provvedimenti: si attende la formalizzazione della denuncia da parte del ferito.
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