33 arresti, 67 indagati. Sequestri per 6,5 milioni di euro.
E' l'esito finale dell'operazione condotta dai militari del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bergamo e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo coordinata della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia, nei confronti di persone ritenute indiziate di associazione per delinquere di stampo mafioso per agevolare le attività della cosca 'ndranghetista crotonese degli Arena: usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari.
Sono due gli arresti effettuati a Seriate con questi capi di imputazione. Si tratta di Puglisi Francesca e Antonio Settembrini, lui titolare lei coamministratore della Ppb Servizi e Trasporti e soci occulti e coamministratori di fatto della fallita WinterTransport. Avevano attuato un giro di fatture false fra le due aziende in modo da ottenere un profitto illecito da spartire con Tarasi Martino, capo organizzatore della cosca, residente a Pedrengo e già arrestato.
Perquisizioni in 12 province tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria, Sardegna, Basilicata e Calabria.
Un'inchiesta tutta bergamasca, iniziata con 'Isola Orobica' che già nello scorso mese di aprile portò all'arresto di 13 persone consentendo di fare luce sulle propaggini delle cosche crotonesi e, in particolare, di quelle di Isola Capo Rizzuto, nel Nord Italia mediante l'infiltrazione in imprese delle quali acquisivano la gestione imponendo la loro protezione e sui rapporti che le famiglie isolitane mantengono con altre famiglie di 'ndrangheta calabresi.
Condotte estorsive poste in essere nella bergamasca da alcuni soggetti ritenuti collegati a 'ndrine calabresi, il cui sviluppo ha portato alla ricostruzione di un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro. Il sodalizio si avvaleva di almeno 7 società 'cartiere', intestate a prestanome o ad imprenditori compiacenti e con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria, per di riciclare i proventi delle attività delittuose del clan 'ndranghetista della famiglia Arena di Isola di Capo Rizzuto. Colluso anche un funzionario dell'agenzia delle entratee professionisti contabili che avevano ideato e attuato modelli seriali di evasione a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale.
Il servizio di Simona Befani
33 arresti, 67 indagati. Sequestri per 6,5 milioni di euro.
E' l'esito finale dell'operazione condotta dai militari del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bergamo e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo coordinata della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia, nei confronti di persone ritenute indiziate di associazione per delinquere di stampo mafioso per agevolare le attività della cosca 'ndranghetista crotonese degli Arena: usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari.
Sono due gli arresti effettuati a Seriate con questi capi di imputazione. Si tratta di Puglisi Francesca e Antonio Settembrini, lui titolare lei coamministratore della Ppb Servizi e Trasporti e soci occulti e coamministratori di fatto della fallita WinterTransport. Avevano attuato un giro di fatture false fra le due aziende in modo da ottenere un profitto illecito da spartire con Tarasi Martino, capo organizzatore della cosca, residente a Pedrengo e già arrestato.
Perquisizioni in 12 province tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria, Sardegna, Basilicata e Calabria.
Un'inchiesta tutta bergamasca, iniziata con 'Isola Orobica' che già nello scorso mese di aprile portò all'arresto di 13 persone consentendo di fare luce sulle propaggini delle cosche crotonesi e, in particolare, di quelle di Isola Capo Rizzuto, nel Nord Italia mediante l'infiltrazione in imprese delle quali acquisivano la gestione imponendo la loro protezione e sui rapporti che le famiglie isolitane mantengono con altre famiglie di 'ndrangheta calabresi.
Condotte estorsive poste in essere nella bergamasca da alcuni soggetti ritenuti collegati a 'ndrine calabresi, il cui sviluppo ha portato alla ricostruzione di un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro. Il sodalizio si avvaleva di almeno 7 società 'cartiere', intestate a prestanome o ad imprenditori compiacenti e con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria, per di riciclare i proventi delle attività delittuose del clan 'ndranghetista della famiglia Arena di Isola di Capo Rizzuto. Colluso anche un funzionario dell'agenzia delle entratee professionisti contabili che avevano ideato e attuato modelli seriali di evasione a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale.
Il servizio di Simona Befani