Ci vorrà del tempo per mettere in fila i pezzi della vicenda e capire se e quali colpe ci sono state nella gestione dell'Ospedale di Alzano. La procura ha costiuito un team di pm che si occuperanno di tutto quello che riguarda e riguarderà la vicenda. Per ora c'è un esposto, un paio di querele anonime e tante narrazioni di familiari di parenti deceduti. Ci sono documenti e cartelle cliniche che stanno recuperando i Nas. Ma insieme alle carte c'è la ferma volontà di lasciare lavorare i medini e gli infermieri in pace e di tenere conto anche del contesto di emergenza assoluta nel quale sono stati vissuti quei giorni. L'ospedale dovena chiudere? E se si per quanto? E chi lo doveva decidere? La Regione una settimana fa aveva ricevuto una relazione firmata dalla direzione aziendale dell' Asst Bergamo Est, nella quale si legge che quel famoso 23 febbraio "le procedure di sanificazione sono state attuate secondo i protocolli esistenti e le linee guida in ambito igienistico. ". Una seconda nota della direzione aziendale Asst Bergamo Est è stata inviata ieri ad intergarzine della prima. La procedura di sanificazione sarebbe quindi stata fatta, seppure in sole due ore. L'ospedale di Codogno, solo due giorni prima, fu chiuso tre giorni e sanificato da una ditta esterna che usò robot telecomandati a distanza. Era il 21 febbraio. Ma i protocolli in ambito igienistico prevedono che si possa procedere a una disinfezione degli ambienti anche con il personale interno. Il nodo sta lì, igienizzare o sanificare? Cosa è stato fatto e cosa doveva essere fatto? Il dubbio è legittimo e palesato anche dalla stessa relazione dell' azienda ospedaliera che spiega testualmente che sulle procedure da seguire, «non ci sono certezze». Nella relazione si evidenzia che già dal 13 febbraio erano arrivati all' ospedale di Alzano pazienti, poi ricoverati in Medicina generale, «con diagnosi di polmonite e insufficienza respiratoria acuta». Ma nessuno era stato sottoposto al tampone perché erano casi fuori dai parametri indicati da ministero, e cioè viaggi in Cina o contatti con contagiati. Ma l' Asst di Seriate conclude la relazione dicendo che «nel Comune di Nembro si è si verificato un focolaio epidemico, per ragioni a noi ignote». Al 3 aprile, sono risultati positivi 1.895 pazienti e 479 operatori. Simona Befani
Ci vorrà del tempo per mettere in fila i pezzi della vicenda e capire se e quali colpe ci sono state nella gestione dell'Ospedale di Alzano. La procura ha costiuito un team di pm che si occuperanno di tutto quello che riguarda e riguarderà la vicenda. Per ora c'è un esposto, un paio di querele anonime e tante narrazioni di familiari di parenti deceduti. Ci sono documenti e cartelle cliniche che stanno recuperando i Nas. Ma insieme alle carte c'è la ferma volontà di lasciare lavorare i medini e gli infermieri in pace e di tenere conto anche del contesto di emergenza assoluta nel quale sono stati vissuti quei giorni. L'ospedale dovena chiudere? E se si per quanto? E chi lo doveva decidere? La Regione una settimana fa aveva ricevuto una relazione firmata dalla direzione aziendale dell' Asst Bergamo Est, nella quale si legge che quel famoso 23 febbraio "le procedure di sanificazione sono state attuate secondo i protocolli esistenti e le linee guida in ambito igienistico. ". Una seconda nota della direzione aziendale Asst Bergamo Est è stata inviata ieri ad intergarzine della prima. La procedura di sanificazione sarebbe quindi stata fatta, seppure in sole due ore. L'ospedale di Codogno, solo due giorni prima, fu chiuso tre giorni e sanificato da una ditta esterna che usò robot telecomandati a distanza. Era il 21 febbraio. Ma i protocolli in ambito igienistico prevedono che si possa procedere a una disinfezione degli ambienti anche con il personale interno. Il nodo sta lì, igienizzare o sanificare? Cosa è stato fatto e cosa doveva essere fatto? Il dubbio è legittimo e palesato anche dalla stessa relazione dell' azienda ospedaliera che spiega testualmente che sulle procedure da seguire, «non ci sono certezze». Nella relazione si evidenzia che già dal 13 febbraio erano arrivati all' ospedale di Alzano pazienti, poi ricoverati in Medicina generale, «con diagnosi di polmonite e insufficienza respiratoria acuta». Ma nessuno era stato sottoposto al tampone perché erano casi fuori dai parametri indicati da ministero, e cioè viaggi in Cina o contatti con contagiati. Ma l' Asst di Seriate conclude la relazione dicendo che «nel Comune di Nembro si è si verificato un focolaio epidemico, per ragioni a noi ignote». Al 3 aprile, sono risultati positivi 1.895 pazienti e 479 operatori. Simona Befani