Da Kiev il messaggio europeo per Mosca
La speranza diffusa nelle cancellerie internazionali è che, alla fine, prevalga il buonsenso e si facciano tacere le armi. Al momento attuale, bisogna essere realisti, le possibilità non sono tante.
La speranza diffusa nelle cancellerie internazionali è che, alla fine, prevalga il buonsenso e si facciano tacere le armi. Al momento attuale, bisogna essere realisti, le possibilità non sono tante.
MONDO. È una frattura insanabile. Almeno per i prossimi decenni. Altro che «riconciliazione inevitabile». Anche il pur volenteroso Trump se ne sta rendendo conto a sue spese. Russi ed ucraini sono riusciti a litigare persino sull’80° anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica nella Seconda guerra mondiale.
MONDO. Dopo tre anni di buio pesto, con l’apertura di saltuarie finestre, è entrato il primo vero raggio di luce nel tunnel della tragedia russo-ucraina. La «tregua di Pasqua» rappresenta probabilmente la prova generale del prossimo armistizio.
MONDO. Da mesi si leggono dichiarazioni dei politici sul rischio di un conflitto tra Occidente e Russia o tra Usa e Cina, nonché sui dubbi dell’applicazione o meno in Europa dell’articolo 5 della Nato sulla difesa collettiva. Se uno scenario del genere dovesse purtroppo realizzarsi, che tipo di ostilità dovremmo affrontare?
MONDO. Stanno scoperchiando il vaso di Pandora. Con la scusa della lotta agli sprechi e alle frodi i dati sensibili dei cittadini americani sono messi a repentaglio.
MONDO. La tragedia di Gaza sarebbe dovuta finire prima del suo insediamento altrimenti sarebbe stato «scatenato l’inferno»; quella russo-ucraina avrebbe trovato una soluzione «in ventiquattr’ore»; il nodo del programma nucleare iraniano si sarebbe sciolto una volta per tutte.
MONDO. L’Europa ha la golden share nella soluzione definitiva della tragedia russo-ucraina e quella sul futuro sviluppo della Russia nel mondo globalizzato del XXI secolo.
MONDO. Deterrenza o dissuasione. All’indomani della fine della Guerra fredda l’umanità sperava di dimenticarsi rapidamente delle loro cupe definizioni. Ed invece, dopo circa quattro decadi di pace o quasi, siamo punto e daccapo.
MONDO. Alla ricerca di un’idea o di un’intuizione, che avvicini la tregua in Ucraina. In Arabia Saudita le delegazioni statunitense, russa ed ucraina sono chiuse da interminabili ore in un albergo di superlusso in stanze rigorosamente separate.
MONDO. Telefonata per la pace in Ucraina e ripresa dei bombardamenti israeliani su Gaza. Segnali decisamente contrastanti in una giornata tesa seguita con speranze e timore dall’intera comunità internazionale.
MONDO. Vladimir Putin «apre» alla tregua di 30 giorni proposta da Donald Trump e da Volodymyr Zelensky, ma, come nelle attese della vigilia, il capo del Cremlino ha sollevato numerosi «problemi» sui «dettagli».
MONDO. Nubi fosche si addensano sulla Siria, proprio ora che ha la possibilità di diventare un Paese normale. Come temuto dai primi di dicembre, i sostenitori del deposto dittatore Assad sono passati al contrattacco con le armi in pugno nella loro roccaforte di Latakia.
MONDO. Lotta alla burocrazia, crociata contro i migranti illegali, superamento di ogni censura.
MONDO. Basta morte e distruzione in una tragedia che non sarebbe mai dovuta incominciare.
MONDO. L’Europa si è svegliata. Parteciperà anche lei alla sfida dell’Intelligenza artificiale.
MONDO. Il «ciclone» Trump continua ad imperversare sugli scenari internazionali, ma sta lentamente perdendo forza. Dopo un primo momento di sorpresa, alleati, simpatizzanti e concorrenti hanno iniziato a rispondere con contromisure economiche, dichiarazioni politiche e levate di scudi. Sulla stampa e nelle stanze dei «bottoni» non sono mancate le battute di spirito.
MONDO. Per gli americani è stato come il ronzio del Vostok con a bordo Jurij Gagarin nell’aprile 1961. Anche i cinesi possono oggi produrre efficienti piattaforme di Intelligenza artificiale e per di più lo possono fare a basso costo, questa l’amara sorpresa.
MONDO. Dagli slogan alla cruda realtà. «In 24 ore» Donald Trump aveva promesso di risolvere la questione russo-ucraina in campagna elettorale.
MONDO. Loro hanno «The Donald», Donald Trump, ma anche noi abbiamo un nostro Donald. È Donald Tusk, liberale, primo ministro della Polonia, Paese che ha attualmente la presidenza a rotazione dell’Unione europea.
MONDO. Le affermazioni di Donald Trump sono tutt’altro che una boutade da campagna elettorale e, di fatto, riaprono la corsa alla colonizzazione dell’Artico.
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