I ragazzi morti a Comun Nuovo
Oggi è il giorno dell'addio

Oggi è il giorno dell'addio ai tre ragazzi morti sabato sera nell'incidente di Comun Nuovo. In questi giorni due paesi, Levate e Osio Sotto, si sono uniti al dolore delle famiglie per la scomparsa di Giuseppe Saitta, Dario Bonacina e Fabio Asperti. Tutti giovani, tutti amici, tutti «bravi ragazzi», lavoratori, appassionati di calcio. Non c'è spiegazione per una tragedia così grande: gli amici si abbracciano e cercano di farsi forza l'uno con l'altro, i familiari sono disperati.

Lunedì sera le salme dei ragazzi sono state portate a casa: anche nelle abitazioni, come nei giorni precedenti nelle camere mortuarie, continua la visita degli amici e dei parenti. Giuseppe Saitta e Dario Bonacina hanno in mano un rosario e a Giuseppe hanno voluto mettere l'inseparabile cappellino. Loro due sono morti sul colpo nello schianto di sabato notte in via Verdella. Il cuore di Fabio Asperti ha invece smesso di battere agli Ospedali Riuniti di Bergamo.

In tanti – familiari, amici, colleghi e compagni di squadra del Levate Calcio – sono andati a Levate e a Osio Sotto per dare l'ultimo saluto ai tre ragazzi. Poche parole, sguardi bassi e tanti abbracci. I funerali di Fabio Asperti, 20 anni, e Dario Bonacina, 19, si svolgeranno assieme, visto che entrambi erano di Levate, alle 15 nella parrocchiale del paese. In mattinata, alle 10, a Osio Sotto, verrà invece dato l'ultimo addio a Giuseppe Saitta, che aveva 20 anni.

Fabio Asperti abitava con i genitori, Maurizio e Natalina, e con il fratello maggiore Luca in via Colleoni 6, a Levate, mentre Dario Bonacina viveva con papà Giuseppe, mamma Marinella e la sorella maggiore Chiara in via Locatelli 1, sempre a Levate. Alle 15 di domani i cortei funebri partiranno dalle due abitazioni e si incontreranno nella parrocchiale per i funerali.

Giuseppe Saitta viveva in via Don Minzoni a Osio Sotto con i genitori, Salvo e Daniela. Beppe lascia anche quattro tra fratelli e sorelle: Samantha, Anthony, Desirè e Michael. Dall'abitazione, domani alle 10, partirà il corteo funebre, diretto alla parrocchiale del paese.

«Vogliamo ringraziare pubblicamente i nomadi rom che, per primi, hanno soccorso i nostri ragazzi – ha detto una zia di Dario – perché, dopo aver sentito il botto, si sono precipitati verso l'auto e hanno chiamato i soccorsi, cercando comunque loro stessi di fare subito qualcosa».

«Venivano qui tutti i sabato sera – racconta Angelo Pinotti, titolare del bar "Pulli & pupe", il locale da dove erano partiti i ragazzi prima del drammatico schianto –. Sabato hanno guardato assieme la fine della partita e poi hanno detto che sarebbero andati al Nikita. Erano un gruppo numeroso, poi si saranno divisi sulle varie macchine. Dei bravi ragazzi davvero, va detto, che non bevevano assolutamente mai. Andavano avanti a Estaté. Sabato il conducente dell'auto aveva anche mangiato una piadina. So che è sconvolto, non l'abbiamo più visto in giro».

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