Tentato omicidio Sant'Omobono
L'accusato: per ora non rispondo

Gianpaolo Consolandi, il trentaseienne di Bergamo accusato di essere il mandante del tentato omicidio di Ernesto Galli, il suo ex socio in affari, che si era miracolosamente salvato nel luglio 2008 perché la pistola dei due sicari s'inceppò dopo il primo colpo, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Alberto Viti.

Il trentaseienne, difeso dall'avvocato Michele Ribaudo, ha peraltro detto di voler chiarire successivamente con il pm la sua posizione. Consolandi, che resta in carcere, secondo l'accusa (il pm è Letizia Ruggeri), avrebbe dato incarico a tre complici (un intermediario e due esecutori materiali, pure loro in carcere) di eliminare Galli e il movente sarebbero stati i 50 mila euro di debito che il mandante aveva con l'imprenditore.

Galli, raggiunto da un colpo di pistola nella sua casa di Sant'Omobono durante l'agguato dei due sicari (residenti a Genova, l'intermediario è di Alessandria), era stato ferito gravemente all'addome, ma è riuscito a cavarsela.

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